Capitolo 39

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'Ti guarderò ad occhi chiusi, mi affiderò al tatto, e se cadiamo, ci abbracciamo prima dell'impatto.'

Stavano per entrare in una gelateria che Trevor aveva definito strepitosa, quando il cellulare di Railey squillò.

-Rispondi pure- intimò il biondo.

Lei annuì e prendendo il telefono in mano vide che la chiamata era da parte di Tiana.

-Tiana dimmi-

'Railey devi venire al Lenox Hill Ospital immediatamente'

-Ma che succede, Becky sta bene?- chiese allarmata.

'Si, è tuo zio'

-Arrivo-

Riagganciò e si voltò verso Trevor che la guardava preoccupato.

-Che succede?-

-Mio zio- disse solamente.

-Prendiamo un taxi- propose il ragazzo avvicinandosi al ciglio della strada e facendo soffermare uno di essi.

Entrarono.

Railey non aveva neanche la forza di parlare, aveva un magone alla gola.

Odiava suo zio per come si era comportato con lei e la sorella ma era l'unica cosa che ancora la collegava ai suoi genitori.

-Al Lenox Hill Ospital- esclamò chiudendo gli occhi per evitare che le lacrime le inondassero il viso.

L'autista, un uomo dai capelli brizzolati e dagli stanchi occhi azzurri partì a razzo controllando di tanto in tanto i due ragazzi con lo specchietto retrovisore.

Trevor la strinse a sé per tutto il viaggio e fu confortante sentire il suo petto che si abbassava e si alzava freneticamente e il suo profumo.

Una volta arrivati Trevor le fece cenno di andare mentre lui pagava l'uomo e le correva dietro.

Si fermò all'ingresso davanti ad un'infermiera che rideva sguaiatamente al telefono masticando una gommina rosa.

-Sto cercando Jeremy Smith, vorrei sapere dove è ricoverato-

La donna la guardò come fosse impazzita.

-Scusa love, ci sentiamo dopo, una ragazzina vuole il mio aiuto- disse al telefono.

Railey perse la pazienza.

Si sporse in avanti, le strappò di mano il telefono e riagganciò con un tonfo secco.

-Jeremy Smith- sibilò

-Quarto piano, terza stanza a destra- disse l'altra fulminandola.

Corse velocemente all'ascensore con Trevor alle calcagna.

I loro respiri affannati e quellla stupida canzoncina che diffondono negli ascensori erano le uniche cose che si sentivano.

-Andrà tutto bene, vedrai- la rassicurò il ragazzo mentre attraversavano il corridoio.

Vide in lontananza Tiana, Becky, Stefan, August, Tess e un uomo dai ricci castani.

-Railey- Tess le corse incontro.

-Dov'è mio zio?-

Tiana rivole uno sguardo alla sua migliore amica che si scostò.

-Lì dentro, gli hanno dato un paio di ore di vita e ha chiesto di vederti-

La bionda annuì e piano piano girò la maniglia.

Si chiuse la porta alle spalle, le vennero i brividi a vederlo circondato di fili.

-Sei qui-

Si avvicinò al letto mentre lui cercava di sorriderle.

-Stai morendo-

-Già-

-Mi dispiace-

-E ti credo, lo vedo nei tuoi occhi bambina.-

Si sedette sul letto e lui sospirò.

-Sappi che io ho amato tua madre più di chiunque altro al mondo. Era la mia sorellina, il mio obbiettivo è sempre stato proteggerla, ne ero così geloso quando ero più giovane.

E' diventata una donna in men che non si dica, si è sposata con un uomo che l'ha amata più di quanto avessi mai fatto io. E' sempre stata capace di far sorridere chiunque e di donare amore anche alle persone, come me, che non se lo meritavano. Mi dispiace così tanto per come si comportato con voi, e con te sopratutto. Metterti le mani addosso è stato l'errore peggiore della mia vita. Mi dispiace, spero che un giorno tu mi perdoni-

-Ti perdono adesso- sussurrò Railey lasciando che le lacrime le scendessero sulle guance pallide.

-Vale molto per me, credimi.Vorrei chiederti due favori, se posso permettermi-

-Se posso, dimmi pure-

-Venti anni fa ebbi un figlio, con una donna che fuggì poco dopo averlo partorito. Provai a crescerlo, ma non ne ero capace, sapevo che non sarebbe mai stato felice con un padre alcolizzato così decisi di lasciarlo in un orfanotrofio.L'ho sempre amato e sempre lo farò, vorrei che glielo spiegasse tu, impedendogli di crescere con la convinzione che suo padre non lo volesse o che fosse un peso. In questo foglietto c'è scritto il nome dell'orfanotrofio e il nome del bambino, cercalo, ti prego-

-Ci proverò, il secondo favore?- singhizzò stringendogli la mano e prendendo il foglietto.

-Sii felice Railey- sussurrò

-Non voglio che tu mi veda morire, vattene perfavore-

Si abbassò sfiorandogli la guancia con un bacio e uscì.

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