Capitolo 43

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'Ho imparato a dire 'ci sono abituata', anche se non ero abituata a niente; e faceva male ogni volta, come se fosse stata la prima.'

-Sa per caso dove abita adesso?-

Willow, la donna si chiamava così, scosse la testa con una smorfia.

-Non di preciso, so soltanto che frequenta spesso il bar Neon Light sulla quarantasettesima, se sei fortunata lo troverai lì-

-E come faccio a riconoscerlo?- chiese alzandosi così come l'altra.

-E' un così bel ragazzo. Ha i capelli castani, tagliati non troppo corti e due occhi azzurri bellissimi. E' alto, molto e ben piazzato. Soprattutto lo riconoscerai per il tatuaggio che ha sul collo, un'aquila-

-Grazie mille Willow, non so come sdebitarmi-

-Non c'è di che, non devi sdebitarti, ho un bel lavoro una famiglia stupenda-

Railey la abbracciò velocemente e corse fuori, salì nell'auto e partì a razzo.

Mentre si fermava davanti al cosiddetto bar, a lei pareva più un club di spogliarelliste, le suonò il telefono.

Rispose a Tess.

-Dimmi-

'Dove sei? Non mi hai risposto per tutto il giorno, eravamo tutti preoccupati. Trevor ha dato di matto nella pausa'

-Uhm, ho dormito tutta la mattina- mentì.

'E ora dove sei? Sento delle auto'

-Sto cercando una persona, ti spiego dopo- agganciò senza sentire la sua risposta e si diresse velocemente all'interno del bar.

Mentre entrava capì che non si era sbagliata sul suo presentimento su quel posto.

-Ma che bello zuccherino che abbiamo qui- le si parò davanti un uomo che puzzava di alcool.

-Spostati- ordinò lei.

-Non me lo dai un bacio?-

-No, ma se vuoi un cazzotto o un calcio nelle palle ti accontento volentieri-

Lui tossì ridendo e se ne andò.

-Le hai le palle ragazza- le disse la barista, una donna dai capelli rossi, le labbra tinte di nero e le braccia coperte di tatuaggi.

-Sto cercando una persona, probabilmente puoi aiutarmi- disse toccandosi i capelli nervosamente.

-Non sei degli sbirri, vero?-

Railey negò con la testa e le passò un foglietto con scritto il nome del ragazzo.

La donna indicò con un cenno della testa un ragazzo seduto infondo al locale circondato da due ragazze identiche e bionde. Gemelle, pensò.

Si diresse a passo svelto verso di lui e si piazzò davanti al tavolino.

Era come lo aveva descritto Willow, un gran bel ragazzo.

Riconobbe l'acquila sul collo e ebbe la conferma che era lui.

-Sei Gabriel Smith?- chiese a voce abbastanza alta.

Lui alzò la testa dalle tette della BlondieOne mentre la BlondieTwo la squadrava.

-E tu che vuoi?- chiese appunto la prima

-Non ti riguarda e non parlavo con te- rispose secca.

Gabriel le sorrise.

-Chi mi cerca?- domandò togliendo le braccia dalle spalle delle ragazze e piegandosi in avanti.

-Railey White- rispose.

-Non so chi tu sia- disse lui facendo ridere le altre due.

-Perchè non te ne vai, non è un posto per te- gracchiò BlondieTwo.

-Nemmeno per te, un bordello magari ti si addice di più, o anche il marciapiede, ho sentito che fate grandi affari lì- replicò

Il ragazzo davanti a lei rise.

-Andatevene- disse poi alle due che si alzarono e se ne andarono lanciadole occhiate furiose.

-Dobbiamo parlare-

-Di cosa?- le fece cenno di mettersi a sedere me lei rimase in piedi.

-Di tuo padre-

Lo sguardo di Gabriel si rabbuiò, si alzò di scatto, la afferrò per un braccio e la trascinò in un vecchio ripostiglio.

-Come fai a conoscerlo?- sibilò guardandola.

Railey pensò che era molto simile a lei da incazzata.

-E' mio zio, o meglio, lo era- rispose.

-E' morto? Ha deciso di fare questo favore all'umanità?-

-Fai poco il simpatico, tuo padre ti amava- replicò

Lui rise senza allegria nella voce.

-Non mi avrebbe abbandonato-

-Ti ha abbandonato perchè tua madre non ti voleva e lui da solo non era in grado di prendersi cura di te, sapeva che avrei avuto le migliori possibilità in quell'orfanotrofio-

-Beh se sei mia cugina- fece le virgolette con le dita sull'ultima parola -vuol dire che aveva un fratello o una sorella, poteva darmi a loro-

-Non voleva che sapessero nulla- disse abbassando la testa.

-E perchè sei qui? Per convincermi a fare una bella rimpatriata con i miei zii e i miei cugini?- chiese con un ghigno.

-Beh credo che dovremmo andare al cimitero allora dato che sono morti- esclamò con un tono gelido che lo fece trasalire.

-Allora che vuoi da me?-

-Tuo padre mi ha detto di dirti che ti amava e di spiegarti perchè ti avesse abbandonato-

-Non mi frega un cazzo di lui- urlò Gabriel -mi ha abbandonato, mi ha fatto del male-

Railey strinse gli occhi cercando di non gridare.

-Lo ha fatto anche a me, ma l'ho perdonato-

-Eh povera, non ti ha portato al cinema dopo la morte di mamma e papà?-

Uno schiaffo fece girare la testa al ragazzo davanti a lei.

Gli voltò le spalle e uscì come una furia da quel porto.

Era incazzata, ma capiva che quello era solo un ragazzo ferito.

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