Capitolo 3

1K 30 0
                                    

Mia madre mi porse una busta e al suo interno vi erano dei soldi  per comprare una tavola da surf tutta per me!
"Sono i soldi del rimborso della California che ci hanno dato. Ti ringrazio per quello che stai facendo, so che per te è un grande sacrificio ma so comunque che ti divertirai: il surf, gli amici e il luogo è stupendo!"
Ringraziai i miei genitori nonostante fossi ancora arrabbiata con loro, poi andai a dormire velocemente poiché il giorno dopo mi sarei dovuta svegliare molto presto per preparare le valigie e tutto.
Quella mattina iniziai a riempire una valigia di tutte le cose estive che avevo: costumi, pantaloncini, top, vestitini, gonne, sandali, occhiali da sole e ogni cosa che mi sarebbe servita come obbiettivi per la macchina fotografica, treppiede e libri.
Dopo pranzo presi il mio bagaglio a mano, il passaporto, e uscii di casa con tutta la mia famiglia per avviarmi all'aeroporto.
Fortunatamente trovai Juliet che mi aspettava sotto casa per salutarmi.
"Mi mancherai!" Mi disse mentre ci stavamo abbracciando fortissimo.
"Anche tu! Lì il fuso è di 12 ore indietro quindi sarà difficile chiamarci ma ce la faremo!" Scoppiammo a ridere, era una risata amara, malinconica; sapevamo che non ci saremmo sentite per quasi tutta l'estate ma non volevamo ammetterlo.
"Avanti Charlotte sali in macchina" gridò mia madre sporgendosi dal finestrino.
Il viaggio sarebbe stato durissimo e molto lungo, quasi troppo; mi ero infatti vestita molto comoda e avevo portato qualche libro e rivista da leggere.
Dovevo fare molti scali ed era un viaggio low-cost, quindi sarei stata scomoda, ma questo era il prezzo da pagare per potermi permettere una vera e propria tavola da surf.
Sarei arrivata dopo 35 ore di volo e scali, a Honolulu nell'isola Oahu, poi avrei dovuto attraversare tutta l'isola in pullman per arrivare a Kailau e lì avrei dovuto cercare la casa della Zia Margaret.
I miei genitori erano molto preoccupati, anche se le Hawaii sono un posto tranquillo e l'unico problema è quello degli squali o degli tsunami.
Per la maggior parte del viaggio dormii e guardai film, poi quando dovevo fare scalo, leggevo libri o ascoltavo musica.
Non mi dispiaceva viaggiare, era rilassante, e dovevo rilassarmi perché i miei genitori mi avevano avvertito che la zia Margaret mi avrebbe fatto lavorare duramente.
Dopo 40 ore di viaggio, dato che ci furono alcuni ritardi, arrivai a Honolulu abbastanza riposata, poiché avevo dormito durante quasi tutto il viaggio ma comunque avevo tutti i muscoli tesi e doloranti per le strane posizioni con cui avevo dormito.
Chiesi informazioni per il pullman per Kailau e grazie a dio parlavano tutti benissimo inglese.
Il pullman era abbastanza pieno, mi sedetti e appoggiai il mio zaino sul sedile affianco poiché era vuoto mentre la valigia era nella bagagliaio del pullman.
Il paesaggio era magnifico e scattai anche qualche fotografia quando ci fermavamo per far scendere e salire le persone.
Dopo 2 ore di viaggio dovetti spostare il mio zaino poiché si doveva sedere..

Ama per vivereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora