Capitolo 27

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"Guidi tu oggi?" Disse.
Appena me lo chiese, un brivido di paura ed adrenalina mi pervase tutto il corpo, non avevo un bel passato con le macchine e da quando era avvenuta quella cosa, non avevo più toccato un volante; comunque le macchine mi mancavano quindi ero anche felice di poter tornare a guidare.
"Charly? Se vuoi guido io.." Mi distolse dai miei pensieri.
"No no va bene, tanto siamo quasi arrivati a Honolulu" dissi cercando di sembrare sicura ma non essendolo per niente.
Appena toccai il volante mi vennero in mente quelle immagini, quelle sensazioni proibite, che mi ero proibita di vivere ancora dopo quello che era successo; eppure ero lì, con un sorriso finto stampato in faccia e un ragazzo di fianco che cantava a squarciagola non essendosi ovviamente accorto di che tempesta era scoppiata in me.
Ero completamente persa nei miei pensieri quando una mano di Dan si posò sulla mia gamba, gli sorrisi. Poco dopo me la strinse più forte e si spostò nell'interno coscia, chiusi le gambe e m'irrigidii ma lui sembrò non farci caso.
In 10 minuti saremmo arrivati ad Honolulu, cercai di tranquillizzarmi e di scacciare tutti quei brutti pensieri che mi erano tornati in mente.
Dopo aver posteggiato la macchina nel posteggio dell'hotel, ci avviammo verso il centro.
"Ovviamente nei camerini ci entrò anche io" disse Dan; lo guardai un po' male.
"È l'unica cosa bella dello shopping!" Continuò lui implorandomi, "e va bene.."
Mi prese il viso e mi baciò intensamente, era meraviglioso come un solo un bacio di Dan potesse tranquillizzarmi, e scacciare ogni brutto pensiero, anche se non sapeva cosa stava accadendo nella mia testa.
Girammo per molti negozi, ovviamente non troppo costosi, e comprai un nuovo paio di pantaloncini, tanti top e magliette, due costumi e due o tre vestiti sexy per la sera.
"I vestiti sexy te li pago io" disse uscendo in fretta dal camerino con essi e lasciandomi in mutande impossibilitata a riprenderli e pagarli io.
"Dan non devi fare così!" Dissi quando ero uscita dal camerino e lui era tornato dove mi aveva lasciata.
"È un regalo" "Ma io non voglio questi tipi di regali, non ne ho bisogno." "Scusami, però il danno ora è fatto." "No, te li ripag.."
Mi interruppe iniziandomi a baciare e a spingermi di nuovo nel camerino per non farci vedere, senza neanche pensarci, lasciai tutte le borse e misi le mani tra i suoi capelli mentre lui mi stringeva il sedere.
Lo adoravo, e ne ero completamente dipendente, ogni volta che mi baciava o toccava, volevo di più, sempre di più. Mi strinse le natiche più forte e gemetti lievemente facendolo sorridere.
"Ragazzi? Non siete a casa vostra!" Ci interruppe una commessa del negozio che aveva scostato le tende.
Uscimmo da lì ridacchiando e ci avviammo a prendere un caffè.
Dan pov.

Charly adorava Honolulu, il centro con tutti i negozi, ma anche la città in generale, faceva moltissime foto e non stava mai ferma

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Charly adorava Honolulu, il centro con tutti i negozi, ma anche la città in generale, faceva moltissime foto e non stava mai ferma.
Eravamo al caffè ad aspettare che la cameriera prendesse le nostre ordinazioni, Charly stava guardando fuori dalla finestra e, tra un foto e l'altra, mi indicava qualcosa di bello o strano che vedeva, sembrava una bambina a Disneyland.
"Perché mi fissi?" Domandò lasciandomi senza parole.
Avrei voluto dire la verità, perché era bellissima, ma non potevo, non ero capace di dire quelle cose, anche se sapevo che le avrebbe fatto piacere.
Mi limitai a sorridere e a continuare a guardarla, incontrai i suoi occhi grandi azzurri come il cielo, sorrideva pure lei, un brivido mi passò per tutto il mio corpo, con lei mi sentivo così bene, ogni volta che guardavo il suo dolce sguardo mi faceva quell'effetto.
Si girò di scatto e guardò la città dal vetro perfettamente pulito con solo qualche impronta delle sue finissime dita che aveva formato quando mi aveva indicato qualcosa.
"Cosa volete?" Ci chiese la cameriera. "Due cappuccini. Amore vuoi pure quella ciambella che hai visto prima?" Le chiesi.
"la dividiamo?" Annuii e la cameriera aggiunse sul taccuino ciò che avevamo chiesto.
"Mi piace troppo quando mi chiami amore." Disse avvicinandosi a me e baciandomi sulle labbra.
"Anche a me" le bisbigliai nell'orecchio, si accoccolò tra le mie braccia, era così piccola, un piccolo tesoro.

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