Capitolo 53

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Non sapevo cosa dire, mi guardava preoccupato e io cercavo di non guardarlo negli occhi perché sapevo, che se lo avessi guardato, avrebbe capito tutto, il mio sguardo mi tradiva sempre, non sapeva mai dire le bugie.
"Sto... Sto mettendo a posto la mia camera, voglio riorganizzarla un po' e devo iniziare da zero.."dissi girandomi indicando la stanza semivuota.
"Sei pronta?" disse dopo un po', mi aveva creduto, non avevo mai detto una bugia a Dan, sarebbe stata la prima, e anche l'ultima.
"Ho bisogno di pettinarmi i capelli" dissi prendendo la spazzola e concentrandomi sul mio riflesso davanti allo specchio, lui mi guardava con un sorriso sulle labbra.
"Sono così divertente?" Chiesi guardandolo, rispose con una risata e lasciai perdere, faceva sempre così.
Mi avvicinai a lui e, prendendogli le mani, gli lasciai un piccolo bacio sul collo, era il suo punto debole, sentii i suoi muscoli rilassarsi e subito dopo tendersi, mentre mi stava stringendo tra le sue braccia per avvicinare le nostre labbra. Sfortunatamente, dopo un po', ci staccammo e rimasi a guardarlo negli occhi, aveva le pupille dilatate e non smetteva di fissarmi negli occhi; era come se si fosse creato una connessione tra i nostri sguardi.
"Dobbiamo andare.." Bisbigliò prendendo le mie mani e baciandole dolcemente.
Passeggiando chiacchierammo di cose poco importanti, così senza farci caso; con lui avevo preso una confidenza tale che potevo parlare di qualsiasi cosa, oppure stare anche zitta, non ci facevamo problemi, e i silenzi non erano imbarazzanti, erano rilassanti in realtà.
Più ci avvicinavamo alla spiaggia, più il volume della musica di faceva sempre più alto.
"Ho voglia di ballare.." dissi entusiasta, ottenendo un sorriso da parte sua.
"Eccoli!" Urlò Luna, li abbracciai tutti per salutarli ed insieme ci avviamo verso la festa.
Le serata passate a ballare in spiaggia erano le mie preferite, adoravo muovermi a ritmo della musica sulla soffice sabbia già fredda, era una bella sensazione.
"Vado a prendere qualcosa da bere" disse Dan.
"Vengo con te!" Dissi prendendolo per mano e avvicinandomi al bancone, mi appoggiai con un gomito ad esso ed iniziai a guardarlo distrattamente, per poi accorgermi di starlo fissando.
"Sono così bello?" Disse porgendomi un bicchiere con dentro dell'alcool.
"Dannatamente bello." Lo corressi ridacchiando.
Passai la serata a ballare con i miei amici, stavamo sempre insieme senza mai separarci, a parte quando Dan ed io incontravamo i nostri sguardi e ci avvicinavamo per baciarci, era come una calamita quella sera, non riuscivo a staccarmi.
Quella festa fu bellissima, e le ore volarono, come ogni volta che si vive un momento bello.
"Ora noi andiamo" disse Rose con a fianco Paul.
Non l'avrei più rivista.
Le allacciai le braccia attorno al collo e la strinsi forte a me per l'ultima volta..
"Mi mancherai.." dissi, lei rispose ridendo e dicendo a Dan che questa sera ero un po' troppo ubriaca.
Sorrisi, lei non sapeva nulla, non sapeva che non l'avrei più rivista.
"Andiamo, se ne stanno andando tutti" sentii dire a Jack.
Il mio Jack se ne stava andando via! Come avrei fatto senza le sue battute? Mi sembrava essere passato un secolo da quando lui non mi sopportava perché ero Francese.
Abbracciai Jack e Luna come se non li avessi più potuto incontrare, ed era così.
Li guardai andarsene via ridacchiando per una battuta, che coppia fantastica, li invidiavo da morire.
Passai l'ultimo quarto d'ora a salutare Jason, Michael, Nick e la sua ragazza.
"Oggi eri in vena di abbracci?" Disse scherzando Dan mentre stavamo entrando a casa sua.
Annuii e subito gli saltai al collo per farmi portare in braccio fino a camera sua.
Appena entrati mi posò sul letto e mi fissò negli occhi. Non avevo pazienza per aspettare, avevo voglia di farlo per l'ultima volta con il ragazzo che amavo.
***
"Allora, salutami tua madre e tutta la tua famiglia.."disse Margaret con le lacrime agli occhi.
"Okay, stammi bene e.. grazie di tutto."
Dissi abbracciandola.
Erano le 7 di mattina e poche persone stavano salendo sul pullman, presi la mia valigia pesantissima e salii sul veicolo per poi sedermi su un sedile vicino al finestrino.
Margaret stava già raggiungendo casa sua, era stata carina ad accompagnarmi.
"Gentili signori stiamo partendo." Disse il guidatore in un inglese veramente stranissimo.
Addio.
Pensai mentre l'autobus partiva e io davo un'ultima occhiata a quel villaggio e poi alla spiaggia.
Non c'erano parole per descrivere cosa stessi provando: nulla.
Non una lacrima, non la tristezza, non il rimorso di non aver detto niente a Dan e di avergli chiesto, prima di andarmene, di venirmi a prendere alle 10 a casa, nulla, solo lo sguardo fisso sul finestrino mentre guardavo distrattamente il paesaggio cambiare.
Passai dodici ore su quel pullman, senza mai scendere da esso per sgranchirmi le gambe, senza mai cambiare espressione o pensare a qualcosa.
Arrivata nell aereoporto a Honolulu feci il Check-in e dopo poco ero già sull'aereo, pronta a partire, no non ero pronta, per niente.

Un sensazione di panico prese posto al vuoto che si era formato dentro di me, stavo lasciando tutto e tutti, ed erano le otto di sera, Dan aveva già sicuramente saputo della mia partenza.
Stava soffrendo, lo potevo sentire da qui ed era tutta colpa mia.
Mi odierà, mi odierà.
Continuavo a pensare e le lacrime iniziarono a scendere sulle mie guance senza sosta.
Solo al pensiero di non rivedere più Dan, mi mancò l'aria, avevo bisogno di respirare, dovevo scendere da questo aereo; mi alzai.
"Signorina stiamo decollando, si rimetta la cintura." Disse l'hostess guardandomi preoccupata, avevo un aspetto così tremendo?
"Io ho bisogno di uscire..Io.."
L'hostess si avvicinò e poggiò una mano sulla mia spalla.
"Mi spiace ora non possiamo proprio, doveva avvisarci prima. Si sente bene?" Annuii mentendo spudoratamente.
"Ne è sicura?" Annuii di nuovo abbassando lo sguardo e mettendo una mano sul viso per nascondere le lacrime.
No che non stavo bene, mi sentivo malissimo, come se mi mancasse qualcosa, e non potevo fare nulla, nulla.
Non avevo nessuno che poteva asciugarmi quelle lacrime, non volevo nessuno in effetti, soltanto lui, soltanto la sua mano calda che mi accarezzava la guancia e mi asciugava quelle maledette lacrime.
Iniziai a respirare per rilassarmi, ma servì a poco.
Migliaia di ricordi si formarono nella mia testa e tutta la mia estate mi passò davanti agli occhi; quante cose che avevo fatto, quante cose avevo imparato. Avevo detto ad una persona 'ti amo' io, io che non avevo mai creduto nell'amore.
Avevo imparato quanto fosse importante amare per vivere, tutto grazie a quel ragazzo che avevo abbandonato.

Avevo imparato quanto fosse importante amare per vivere, tutto grazie a quel ragazzo che avevo abbandonato

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