Capitolo 42

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Le palpebre, ancora pesanti, mi si chiudono automaticamente per qualche minuto quando mi svegliarono delle grida:
"CHE CAZZO AVETE FATTO" La voce di Dan sovrastava tutta la casa, erano in bagno.
Un'inquietudine pervase tutto il mio corpo, ed il mio cuore iniziò a trapanare le mie costole.
Corsi verso il bagno e vidi una scena che mai avrei voluto vedere.
Dan stava per tirare un pugno a Ricky, e non era il primo, il sangue gli colava dal naso e i suoi occhi stavano pregando il biondo di fermarsi.
"SMETTILA!" Urlai con le lacrime agli occhi, cercai di afferrare Dan per trascinarlo via da lì. Si girò verso di me e velocemente sgattaiolai dalla parte di Ricky.
Mi guardò con occhi pieni di delusione ed io ricambiai lo sguardo allo stesso modo, e avevo ragione, cosa gli stava succedendo?
Dan fece un passo avanti verso di noi, a momenti mi sembrava di vedere un suo pugno sul mio viso; la paura mi assalì di nuovo.
"Ma che cazzo di problemi hai?" Urlai.
"VATTENE!" Continuai cercando di spingerlo.
Subito mi girai e bagnai un asciugamano per bloccare il sangue per Ricky.
"Mi dispiace così tanto.." Mormorai e lui si sforzo di sorridere.
"Charly.." Sentii la voce di Dan.
"Non te ne sei ancora andato?!" Gridai con le lacrime di rabbia che bagnavano le mie labbra, mi coprii dalla vergogna il viso e mi girai verso Ricky che mi strinse con il braccio libero.
"Tu non toccarla." Fece Dan.
"Oh ma che cazzo vuoi! Secondo te l'abbiamo fatto veramente? Equesto che credi!"  Mi guardò con sguardo perso.
"Beh i segni erano chiari! Tu nel suo letto seminuda e lui dopo una bella scopata che si faceva la doccia! Non è mai successo VERO RICK!" Alzò la voce per richiamare la sua attenzione, mi girai verso di lui, non avevo capito quest'ultima parte del discorso, Ricky fece sbattere la porta del bagno.
Sentii la mano calda di Dan asciugare le mie lacrime, ma gliela spostai.
"I segni?" Continuai dopo essere andata nell'altra stanza per non farmi sentire dall'allentore.
"I segni? Tu ti basi solo sulle apparenze! Sei un coglione! Un coglione con i muscoli, ecco cosa sei! Vivi seguendo i tuoi impulsi e basta!"
Si offese; erano parole brutte, ma aveva appena rotto il naso ad un mio grande amico.
"Il coglione coi muscoli se ne va."
E si girò.
"Aspetta." Lo abbracciai da dietro e gli accarezzai i muscoli, nonostante come si fosse comportato, volevo risolvere la situazione, lo amavo troppo; inoltre gli avevo detto delle cose da emerita stronza.
"Ma che hai? Sei bipolare." Disse girandosi.
Ci interruppe Ricky entrando nella stanza.
"Ora siamo pari.." Iniziò con questa frase senza senso, per me..
Sorrisero insieme.
"Tranquilla Charlotte, va tutto bene, sono cose che si possono solo risolvere con i pugni." E mi diede un bacio sulla fronte.
Uscii basita, senza neanche salutare Ricky e non accorgendomi di stare seguendo Dan con solo una maglietta addosso.
"Scusa, non dovevo reagire così."
"Non puoi fare sempre così.."
"Lo so, è che appena ti ho vista nel suo letto, una gelosia irrefrenabile mi ha annebbiato il cervello."
"Non è possibile, che ogni volta che fai un errore io devo perdonarti, è sempre così."
"È così che funzionano le coppie che si amano, fanno pace. Poi sei tu che ti sei messa con un coglione.." Sorrisi per l'affermazione.

Entrò in macchina e salii sul sedile a fianco a lui. "Perdonato?" "Si.. Però non puoi picchiare tutti, sei pazzo." Sorrise.
Si avvicinò a me, e prendendomi di peso mi fece salire sulle sue gambe.
I nostri visi erano a pochi centimetri, mi stava fissando le labbra, ed io guardavo le sue desiderosa di toccarle.
Ad un certo punto, guardò oltre a me e mise in moto.
"Non possiamo qui." Disse iniziando a guidare.
Allacciai le braccia dietro il suo collo e mi attaccai al suo corpo per evitare di togliergli la visuale.

Pochi minuti dopo la macchina si fermò, prese due cose dal cassetto della macchina ed uscì da essa per aprire la portiera posteriore

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Pochi minuti dopo la macchina si fermò, prese due cose dal cassetto della macchina ed uscì da essa per aprire la portiera posteriore.
Lo guardai incerta.
Eravamo in un posteggio vuoto.
"Vieni?"
Scesi dalla macchina e mi fece sedere su un sedile posteriore, subito dopo entrò anche lui e chiudendo la portiera mi guardò negli occhi, voleva solo una cosa: sesso.

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