Capitolo 20

540 18 0
                                    

Dan si mise le mani nei capelli rabbiosamente.
Le mie lacrime continuavano a scendere silenziosamente.
"Non starai credendo a loro vero?" Disse alzando la voce, era nero di rabbia ed io ero confusa: tutte quelle loro voci e risate mi rimbombavano nella testa senza farmi capire più niente, ero stanca di questa continua confusione.
Dan ripeté la domanda. "Ma mi ascolti?" Disse avvicinandosi a me, era nervoso.
"È vero quello che dicono di Valery?" "Avevo 17 anni!" "Poi hai scopato con Katy vero?" Le lacrime scesero più velocemente.  "Ero un coglione! Ho scopato mezzo mondo! Pensavo lo sapessi, pensavo dovessimo andare avanti a tutto questo."
"Si ma non è semplice, lo capisci?!" Gli urlai in faccia tra i singhiozzi. Si avvicinò a me, poi indietreggiò, sembrava un matto; si avvicinò infine e mi asciugò le lacrime "senti, lo sapevamo che sarebbe stato difficile, molto, ma i nostri sentimenti sono più forti di tutto questo non è così?" Non risposi, non sapevo cosa dire.
"Ho bisogno di pensare" dissi allontanandomi. "Eh no! Non puoi già lasciarmi al primo ostacolo! Non puoi arrenderti già." Aveva ragione, aveva dannatamente ragione ma ero così confusa e ferita per le parole di quelle arpie.  Continuai la mia strada cercando di non pensare a nulla, volevo che finisse tutto. "Charlotte non puoi fare così!" Urlò inseguendomi. Mi prese il braccio e mi fece girare. "Charly non andartene, non arrenderti in questa modo." Aveva la voce disperata. Tutta la mia disperazione si tramutò in rabbia e sbottai:"E dimmi cosa devo fare! Non capisco più nulla!" perché piangevo? stavo solo peggiorando tutto con quelle stupide lacrime! Si avvicinò a me e mi fece una carezza, presi la mano e la spostai. "Ti prego Charlotte." Disse con voce rotta.
Ero troppo confusa, non sapevo cosa dicevo, cosa pensavo, cosa facevo; la vista mi si annebbiò a causa delle troppe lacrime e della stanchezza. Sbloccai il telefono, Dan camminava avanti e indietro senza interrompersi, erano le 2.00 del mattino, era passato tutto così velocemente; appena guardai Dan subito un'immagine di lui avvinghiato a Katy mi apparve e mi fece venire la nausea, perché facevo così? Sapevo come si era comportato prima di conoscere me, e stava cercando di cambiare, eppure quell'immagine continuava disgustosamente ad apparire davanti a me e non riuscivo più a frenare un senso di vomito fortissimo.
Dan era lì di fronte a me, stava pensando preoccupato a noi o a me, mi stava lasciando spazio per pensare ma, sinceramente, ora ero così confusa per tutta quella giornata che non riuscivo neanche a capire dov'ero.
Dopo pochi minuti, senza accorgermene, vomitai l'anima e subito Dan mi raggiunse per prendermi i capelli e tirarli indietro, appena finii di vomitare feci appena in tempo ad alzarmi che caddi tra le braccia di Dan avendo perso i sensi.
Dan pov*
Mi ritrovai in mano il corpo senza sensi di Charly, ero spaventato. Subito la presi in braccio e la portai verso casa mia, non pesava niente.
Ero spaventatissimo per come si era comportata con me prima, aveva tutte le ragioni, ma non capivo come potevo rimediare; ciò che avevo fatto l'avevo fatto e purtroppo non potevo più cambiare le cose e se avessi potuto in quel momento sarei corso subito a fermare quel ragazzino tremendo senza un cuore.
Arrivato a casa la feci stendere sul mio letto, respirava, cercai di rianimarla e dopo un po' ce la feci.
"Dan" disse con un filo di forza. "Non lasciarm..." Si addormentò, era un buon segno, non mi odiava ancora così tanto.
Bagnai un panno e le pulii la bocca ancora sporca di vomito.
"Porca vacca che schifo" mormorai.
C'era puzza in tutta la camera, aprii la finestra, sfilai i pantaloni, tolsi la maglietta e lasciai la stanza per pochi minuti.
Fortunatamente non incontrai nessuno dei miei genitori, presi un bicchiere d'acqua per lei nel caso si svegliasse di notte e un panno umido da metterle sul viso per non farla sudare.
Risalii e mi sdrai di fianco a Charly, la nostra prima notte insieme di certo non me la immaginavo così.
*la mattina dopo*
Charly pov*
Un forte mal di testa mi obbligò a svegliarmi e ad aprire gli occhi, dove mi trovavo? Mi guardai intorno e vidi Dan in boxer che dormiva attaccato a me con un braccio che mi cingeva la vita.
Tutto quello che era successo la sera prima non aveva assolutamente senso, ero stata una stupida, mi ero comportata da cretina solo perché non ero abituata ad essere circondata da persone così perfide in una sola stanza, ero stata scioccata.
Sapevo benissimo che Dan non avrebbe fatto mai niente del genere con me, io non ero Katy, non ero Valery, ero la LEI che diceva Jack.
Mi ricordai di aver vomitato la sera prima e puzzavo un bel po', così decisi di fare una doccia nel bagno attaccato alla stanza di Dan.

Ama per vivereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora