Capitolo 4

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Poichè si doveva sedere un uomo grassissimo che occupava anche una parte del mio sedile.
"Da domani faccio la dieta promesso." Disse in inglese, aveva capito che ero straniera.
Sorrisi e lui aggiunse:" No veramente mi spiace però fra mezzora scendo quindi la tortura durerà poco." "Ma non si preoccupi." Dissi, era un uomo simpatico.
Dopo che l'uomo se ne andò si sedette di fianco a me una vecchina che mi offrì dei biscotti  e mi raccontò tutta la storia della sua vita, infine arrivò un uomo che rimase di fianco a me durante tutto il resto del viaggio che in totale durò 12 ore.
Esausta e stanchissima scesi dal pullman per chiedere informazioni a qualcuno: nessuno.
Non c'era nessuno in tutto il paese e la spiaggia, meravigliosa ed enorme, era deserta, solo le onde continuavano ad inseguirsi ininterrottamente senza che nessuno le disturbasse.
Ero esausta e non sapevo dove andare, decisi di bussare ad una casa per chiedere aiuto poiché non sapevo proprio cosa fare.
Bussai ad una porta blu che dopo poco si aprì, fortunatamente una ragazza dai capelli biondo castani mi sorrise timidamente e chiese:"Chi sei?"
"Sono la nipote di Margaret Umberly e non so dove sia la sua casa, ho solo un indirizzo..." Le porsi il bigliettino con sopra un nome di una
"Avrei chiesto a qualcun altro ma non c'era nessuno per le strade.."
"Tranquilla, metto i sandali e arrivo." Disse
"No no  non disturbarti se mi puoi dare qualche informazione, vado da sola."
"È troppo complicato da spiegare. Mamma esco un attimo ad aiutare una ragazza appena arrivata!" "Okay" disse una voce da donna. "Una nuova ragazza?!" Disse una voce di ragazzo all'interno, ma prima che lui arrivasse la ragazza chiuse la porta.
"Scusalo, è uno sfigato." Sorrisi imbarazzata, non sapevo proprio cosa dire.
"Come ti chiami?" continuò lei... "Charlotte, e tu?" "Io mi chiamo Luna, sei francese? Si sente un accento strano, da che città? Parigi?" "Esattamente"
Proseguimmo per un lungo tratto di strada, girammo a destra poi a sinistra e percorremmo un lungo viale, dopo 5 minuti girammo a destra ed iniziammo a salire.
"Margaret abita in fondo al paese, quando era stata male l'ambulanza ci aveva messo un po'.." Ambulanza? Non sapevo che avesse avuto bisogno dell'ambulanza; iniziavo a preoccuparmi, né io né i miei genitori sapevamo quanto fosse grave la malattia di mia Zia, tenevo che fosse più grave di quanto pensassimo.
"Ma lei com'è? L'ho vista due volte nella mia vita.."
"Sta sempre a casa, non scende mai, ordina solo cose dai Fast-food e non parla con nessuno.."
"Perfetto.." Dissi ironica.
"Come mai non c'è nessuno qui?"
"Alle 6  ceniamo, poi i vecchi si sistemano in giardino a raccontare storie ai bambini, gli adulti escono magari con gli amici o stanno con i proprio figli e noi ragazzi ci prepariamo e usciamo."
"capito.."
"Sai surfare bene?"
"Me la cavo.."
"Io l'anno scorso ho vinto i regionali"
"Wow congratulazioni!"
"Magari appena ti liberi da tua zia, vieni giù in spiaggia ci trovi sempre là, a meno che non siano le 6 ovvio."
"Volentieri.." Dissi entusiasta.
"Ecco la tua casa."
Era una piccola villetta di un colore giallo sbiadito circondata da un piccolo giardino con tanti assi messi uno sopra l'altro; la casa in generale stava cadendo a pezzi e il legno che la rivestiva stava marcendo. Uno schifo.
Ringraziandola la salutai, augurandole una buona serata.
"A domani, me lo hai promesso!" Esclamò.
Sorrisi e la salutai con la mano, ma lei al posto di usare la mano mi salutò con il saluto dei surfisti..
Era una ragazza simpatica e molto socievole, mi piaceva.
Mi voltai di nuovo a guardare la casa, feci un grande respiro ed entrai nel giardino.."
"Chi è?!" Urlò una donna da dentro la casa...


Angolo scrittrice:
Ciao ragazze! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e mi piacerebbe se votaste la mia storia se vi piace.
Quest'inizio è un po' noioso lo so, ma fra poco inizierà l'avventura e vi prenderà promesso!
Un bacio, Stef!

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