Prologo

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" Servirai un solo Dio. Il suo nome è morte."

«Si può sapere che fine avevi fatto? Tuo padr... ma che diavolo ti è successo?».

Derian non si ferma. Il viso stralunato, il petto ansante, sembra un indemoniato. Lo oltrepassa con un salto e fa per proseguire. L'uomo allunga una mano e lo afferra per un braccio. Nessuno dei due, però, ha calcolato velocità e impeto del ragazzo. Strattonato di colpo, Derian ruota su se stesso e finisce a terra, trascinandosi dietro la guardia.

«Ma che ti è preso?!».

Il ragazzo non ha né la forza, né la volontà di rispondere. Riesce solo a singhiozzare. Gli brucia la gola e gli pizzicano gli occhi; una lacrima gli scende lungo una guancia, tracciando un solco nella sporcizia.

«Beh? Piangere mi sembra esagerato! Guarda che tuo padre non è arrabbiato. È giù alla locanda di Oren. Raggiungilo, prima che convinca mezzo villaggio a mettersi sulle tue tracce».

Derian non risponde. Scuote la testa, mentre i singhiozzi si fanno più decisi. Poi solleva una mano e indica un punto alle loro spalle. Il soldato segue l'indice, ma non vede altro a parte la consueta schiera di alberi. Inspira, e prima che possa parlare di nuovo una nebbia verdastra comincia a salire dal terreno.

"Qualcosa non va", pensa.

Si alza in piedi, si spolvera i calzoni e muove un passo verso il bosco. Poi sembra ripensarci e raccoglie la lancia. Fa quindi per rimettersi in cammino, ma qualcosa lo rallenta.

Si volta. È Derian che lo tiene per la caviglia.

«Che fai? Lasciami!».

Il ragazzo scuote la testa e i capelli intrisi di sudore gli scivolano in avanti, scoprendogli la fronte.

 «Non... non andare», balbetta.

Qualcosa nell'espressione di Derian convince la guardia a desistere.

Torna a guardare verso il bosco dove la nebbia, ora, si è fatta più densa. Non saprebbe dire perché, ma se dovesse descriverla direbbe che la trova minacciosa.

«Ma che... che hai fatto, ragazzo?».

Il labbro inferiore di Derian tremola e una nuova lacrima percorre un solco già tracciato. «Io non volevo, non volevo...».

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