«Devi fidarti di me. Stai sottovalutando Vikas ed è un grosso errore. Avrà pure un'intelligenza limitata, ma è un uomo di parola ed è abituato a muoversi in situazioni come queste. Sono ancora convinto di aver scelto la persona giusta».
L'espressione sul volto della figura si fece interdetta; sembrava stesse cercando di capire se il suo interlocutore stesse soltanto cercando di vendergli fumo.
«Se non credessi in te e nel tuo uomo, a quest'ora sareste già morti». «Le tue minacce non mi hanno mai fatto effetto».
«Per il semplice fatto che non sono minacce. Il mio unico scopo è quello di farti capire che un fallimento non è concepibile e che, se mai dovesse accadere, la vostra morte sarà il solo modo che abbiamo di proteggerci».
Questa volta fu l'altro a sorridere. «Morire non mi spaventa e sono certo che non spaventa nemmeno Vikas. Ho abbracciato la causa degli eretici e vi darò tutto il supporto necessario».
«Non ne abbiamo bisogno. L'unica cosa che conta è che il tuo uomo recuperi la reliquia».
«L'ho indirizzato sulla giusta via e gli ho fornito tutti i dettagli necessari. Resterà nell'ombra e colpirà solo quando sarà giunto il momento. Non devi preoccuparti».
L'altro non sembrò affatto convinto. «Invece io sono preoccupato. Non sappiamo che fine ha fatto la reliquia e per di più c'è anche quel cavaliere sulle tracce dei due fuggitivi».
«Il cavaliere era necessario, già te l'ho spiegato. La chiesa doveva prendere un'iniziativa e quell'uomo era la soluzione ideale. Per il resto, devi fidarti. Vikas non fallirà».
L'uomo sospirò e tornò a guardare il fuoco con aria afflitta. «D'accordo. Anche perché al momento non ho alternative. Ma per me è tempo di ripartire. Palash è lontana e il mio sarà un lungo viaggio. Riferirò le tue parole e a tempo debito tornerò a farmi vivo. Spero che per quel giorno tu abbia quello che ci hai promesso».
«O sarà così o tu avrai la mia vita, no?».
Se doveva essere una provocazione, l'uomo non sembrò volerla raccogliere. Si limitò ad annuire distratto, poi afferrò il mantello e se lo gettò sulle spalle. Rabbrividì, forse per il contatto col tessuto freddo e, contro la sua stessa volontà, gettò un'altra occhiata al camino. L'idea stessa di rituffarsi nella pioggia sembrava metterlo di pessimo umore.
Poi si voltò e uscì senza aggiungere altro.
Tornando ad affacciarsi alla finestra, l'altro lo vide scendere in strada. Ben presto la sua sagoma si confuse con le ombre di Valissa, rese più eteree dalla pioggia.
Sospirando, si voltò e lasciò anche lui la stanza.
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Pestilentia
FantasyUn ragazzo in fuga da qualcosa che non doveva essere liberato. È l'inizio della fine. Quattro secoli dopo, il mondo è un ammasso purulento. Una pestilenza ha spazzato via quasi ogni forma di vita, e il gelo ha stretto nella sua morsa gli ultimi supe...