«Avanti, sono tutto orecchi. Ho già perso l'appetito, a questo punto dimmi di che si tratta».
L'altro annuì. Aveva più o meno la sua età. Ma apparteneva a una famiglia meno nobile e non avrebbe mai potuto aspirare a una carica importante.
«Il libro è stato rubato», rivelò con voce stentorea.
L'espressione sul volto di Degenhard non mutò. Tutto in lui era compostezza e rigore. Si alzò però con lentezza, aggirò la scrivania e si fermò davanti a padre Dano. Torreggiava su di lui e non fece nulla per nasconderlo.
«E che aspettavi a dirmelo?».
«Stai... stai calmo. Io stesso l'ho saputo solo poche ore fa». «E sei riuscito a mantenere segreta la notizia?».
«Certo. A me l'ha confermato uno dei nostri di ritorno da Valissa, ma per il resto non lo sa quasi nessuno».
«È il "quasi" che non mi piace. Chi l'ha detto al tuo uomo?». «Pa... padre Oberon».
«Ovvio, chi altri? E ti ha detto anche come è stato possibile? Perché qualcuno dovrà pur spiegarmi in che modo la reliquia più preziosa della mia chiesa sia stata trafugata...».
«Pare che qualcuno si sia introdotto nel Palazzo della Fratellanza. Padre Cadwell è stato ucciso».
«Padre chi? Bah, lascia stare. Non mi importa niente di un prete qualunque! Voglio augurarmi che abbiate già organizzato una squadra di recupero. Sai che cosa succederebbe se finisse nelle mani sbagliate? Dimmi Dano, lo sai?».
«Sì, Degenhard, lo so».
«Padre Degenhard, se non ti dispiace».
L'altro sospirò. «D'accordo, padre Degenhard, certo che lo so. Sarebbe una sciagura...».
«No, una sciagura è la morte di migliaia di persone. Quelle sono sciagure. Questa sarebbe invece una catastrofe di proporzioni inimmaginabili! La nostra amata chiesa sarebbe distrutta e noi perderemmo tutto, capisci? Tutto! La gente ci venera per quella luce di speranza che con ostinazione e indomito coraggio diffondiamo nel mondo. Ma se il libro dovesse essere usato nel modo sbagliato, che cosa ne sarebbe di noi?».
Padre Dano non sembrò voler tentare la sorte una seconda volta e preferì tacere. Il sommo Padre decise allora di voltarsi e poggiò le mani sulla scrivania. Quando tornò a guardare l'altro, le sue impronte erano stampate sul legno lucido.
«Almeno sappiamo chi c'è dietro tutto questo? Nessuno può essere penetrato con tanta sicurezza nel Palazzo della Fratellanza senza un aiuto. Chi ha ordito questo furto sacrilego? Sono stati loro, li abbiamo sottovalutati, è così?».
Dano inspirò come se cercasse tra le sue ultime scintille di coraggio. Poi annuì. «Sss... sì» balbettò, «sono stati loro. Ne siamo sicuri». «E il libro è già nelle loro mani?».
«In realtà c'è stata un'ulteriore complicazione...». «Mi prendi in giro?».
«N... no. Ma non è detto che questo vada a nostro sfavore». Degenhard sospirò. «Sapevo che sarebbe stata una giornata interminabile, me lo sentivo nelle ossa». Poi aggirò di nuovo la scrivania e tornò a sedersi. «Avanti, raccontami tutto nel dettaglio». Dano annuì.
«La prima buona notizia è che padre Oberon ha inviato sulle tracce del ladro un cavaliere della Fratellanza».
«E questo dovrebbe bastare a ridarmi il sorriso?».
«Io credo di sì. Non si tratta di un cavaliere qualunque, ma di un prescelto».
Lo sguardo dell'altro, da annoiato, si fece un po' più attento. Dano non attese il permesso, ma gli si sedette di fronte e cominciò a parlare.
Il sommo Padre ascoltò con la netta sensazione di sapere già tutto.
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Pestilentia
FantasyUn ragazzo in fuga da qualcosa che non doveva essere liberato. È l'inizio della fine. Quattro secoli dopo, il mondo è un ammasso purulento. Una pestilenza ha spazzato via quasi ogni forma di vita, e il gelo ha stretto nella sua morsa gli ultimi supe...