«Ecosì, la ladra è fuggita», padre Oberon Lindbland parlò con tono piatto.
Non era arrabbiato e nemmeno deluso; sembrava piuttosto voler essere sicuro di aver capito bene. Eckhard trovò che i suoi occhi azzurri sprizzassero un'intelligenza che mal si coniugava col fisico pingue, più adatto a un funzionario di Stato che a un povero servitore di Nergal.
«Sì, mi è scappato», ammise ancora una volta abbassando lo sguardo. Si vergognò della sua incompetenza, ma non era un vigliacco e non si sarebbe nascosto dietro scuse puerili. La sua leggerezza poteva avere conseguenze disastrose per una chiesa che già era stremata dall'eterna lotta contro gli eretici della Mors atra. Avrebbe affrontato il giudizio del sacerdote senza cercare attenuanti. Dopo aver sacrificato il suo bene più prezioso in nome di Nergal, era capace di tutto per schiacciare gli infedeli. E ora, se mai ne avesse avuto bisogno, aveva un motivo in più: vendicarsi di chi aveva osato sfuggire al giusto castigo.
«Quello che è accaduto è terribile», disse padre Oberon svogliato. «Lo so e me ne assumo la responsabilità. Io... io ho fallito, mi dispiace».
L'esitazione nella sua voce sembrò colpire il prelato ai limiti del turbamento. Annuì come un padre che stesse perdonando il figlio per una ragazzata di poco conto.
«Quello che è accaduto è stato un duro, durissimo colpo. E a colpi di questo genere si risponde nello stesso modo, Nergal stesso ce lo insegna. La misericordia va riservata ai penitenti, non ai nemici della nostra amata chiesa. Quella ladra è un essere umano come chiunque altro di noi. E come tale commetterà degli errori. Devi ritrovarla, Eckhard, e recuperare ciò che ci è stato sottratto. La tua missione non cambia, si è solo evoluta. Io sono ancora convinto che tu sia stato mandato da Nergal in un momento così cupo, per risollevare le nostre sorti».
«Il vostro è un enorme atto di fiducia nei miei confronti e di questo vi sono grato. Vi posso garantire che farò tutto ciò che è in mio potere per portare a termine questo incarico. La mia vita e la mia anima sono al servizio di Nergal, ora più che mai».
«Sei un brav'uomo. Non dobbiamo cercare di intuire i piani di Nergal, a noi spetta solo eseguire la sua volontà e recuperare ciò che ci è stato rubato».
Eckhard alzò lo sguardo sul sacerdote e annuì con un singolo scatto della testa. «Partirò subito. Il mio cavallo è già pronto e io non ho bisogno di riposo. Non ho idea di dove quella ladra possa essersi diretta, ma di certo ha lasciato delle tracce. Mi è sembrata una criminale comune, una che vive e bazzica qui da sempre. Non mi sarà difficile ritrovarla. Neppure se ha abbandonato la città».
«Infatti io batterei questa pista... Dubito che sia ancora a Valissa», emergendo dalla penombra, padre Jari pronunciò quelle parole come fossero un'accusa velata nei suoi confronti.
Padre Oberon sollevò un sopracciglio. «Che vorresti dire?». «Scusate se mi sono intromesso, ma non possiamo più permetterci errori», continuò indugiando su Eckhard. «Non sappiamo nulla di questa ladra. Come mai, infatti, se operava per la setta della Mors atra è stata colta nell'atto di rivendere l'oggetto del suo furto? Tutto ciò non ha senso. A meno che il vero contatto con la setta non fosse quel ricettatore».
«O a meno che non mi avesse detto il vero», lo interruppe Eckhard. «Forse si è impadronita per caso della reliquia. Nel corso delle indagini ho scoperto che la bottega appartiene... apparteneva a un certo Leif Blutstad, un tipo molto conosciuto in città».
«Conosciuto?», padre Oberon lo incalzò.
«Sì, pare che gestisse parecchi traffici illeciti. Ecco perché forse la Mors atra ha usato lui come tramite. Dopotutto, gli eretici a Va-lissa non hanno agganci.
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Pestilentia
FantasyUn ragazzo in fuga da qualcosa che non doveva essere liberato. È l'inizio della fine. Quattro secoli dopo, il mondo è un ammasso purulento. Una pestilenza ha spazzato via quasi ogni forma di vita, e il gelo ha stretto nella sua morsa gli ultimi supe...