25 (Parte seconda)

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«Comunque io sono davvero convinta che non esista alcun dio». Lei riprese a parlare con l'unico scopo di riempire quel vuoto, anche solo con le parole. «Voi eretici credete in qualcosa, Gleb?». Lo schiavo si limitò ad annuire.

«E perché? Che cosa ti spinge a credere in un'entità che non hai mai visto, un essere di una potenza inimmaginabile, che però lascia i suoi seguaci a sguazzare nella merda... Letteralmente parlando, se capisci cosa intendo».

«Io... iiio non ci ho mai... mai pensato. Ma credo... credo che sia un... un atto di fede».

«Non offenderti, ma sei molto più simile ai seguaci di Nergal di quanto pensi. A che serve la fede, se non a dare un conforto apparente? Se questo dio esiste davvero, che cosa fa per voi? Niente, ecco cosa. A meno che tormentarvi con fame, sofferenza e morte». «Qqquindi tu... tu cosa faresti?».

«Al posto tuo? Beh, tanto per com...».

«Nnn... no, se... se fossi dio, anche solo per un giorno, cosa faresti?».

Shree sollevò un sopracciglio, la domanda la intrigava. Ci pensò un attimo, poi rispose di getto: «Quello che fa lui tutti i giorni, penserei solo a me stessa».

«Perciò tu... tu non credi in nnniente?».

«Io credo nelle persone. Quello che succede su questo mondo non accade per volere di un'entità superiore. Queste sono solo storie che i sacerdoti ci propinano per rendere più sopportabile questa vita e le sue sofferenze. La verità è che tutto quello che accade, accade perché sono le azioni degli uomini a deciderlo. Davvero credi che se un dio ci fosse, avrebbe bisogno delle nostre preghiere?». Gleb inspirò per dire qualcosa, ma Shree lo anticipò. «Sai cosa dicevano a me quando ero solo una ragazzina, quando ancora credevo e pregavo, e più credevo e pregavo, più vedevo la gente morire? Mi dicevano di ringraziare dio. Secondo loro dovevo essere grato che la Morte nera non mi avesse uccisa. Ora, devo ringraziare questo dio per avermi lasciata in questo mondo di dolore, sola, senza più un amico, a lottare ogni giorno per mettere qualcosa nello stomaco? E ammettiamo per un istante che io fossi ricca e potessi godermi una vita magnifica... di che cosa dovrei ringraziarlo? Sarebbero forse dipese da lui le mie ricchezze? La verità è che lui non ha mai fatto niente per me e quel poco che ho me lo sono guadagnato da sola».

Shree era un fiume in piena. Parlava con lucidità, perché quella questione aveva per lei molta più importanza di quanto fosse disposta ad ammettere.

«Ma i sacerdoti di Nergal vogliono che noi crediamo e ringraziamo il loro dio. E se poi una mattina mi sveglio arrabbiata e voglio prendermela con dio perché, dopo avermi tolto ogni persona a cui volevo bene, mi ha lasciata sola in un mondo in rovina, beh, sai che c'è? Io non ci sto. La verità è che se dio esiste non fa nulla per me e allora non merita la mia fede. E, se invece non esiste, allora non ha senso credere in qualcosa che non c'è».

«È... è questo quello che... che pensi?».

«Sì. E penso anche che la religione si basi sulla paura. Le persone hanno paura di morire e hanno paura che, quando succederà, non avranno accesso al regno celeste. Per questo pregano, vanno in chiesa e credono. La loro fede non è altro che una merce di scambio, è la proiezione esteriore del loro egoismo interiore. Credono e sopportano le sofferenze terrene perché sperano di avere una ricompensa nell'aldilà. Sono solo degli ipocriti...».

«E se... se ti sbagliassi? Se dio esistesse? Quando... quando m-m-morirai ti ritroverai davanti a lui e... e potrebbe accusarti di non aver avuto fede!», Gleb sembrava terrorizzato da quell'eventualità. Shree lo trovò davvero fin troppo simile alle migliaia di fedeli che aveva incontrato nel corso della sua vita. Gli sorrise. 

«Allora io accuserò lui di non avermi mai dato un motivo per averne».

Lui assunse un'espressione diversa dal solito. «Quando vuoi... s-s-sei una ragazza molto saggia.»

«Ne dubito. Se lo fossi davvero non ti avrei portato con me», gli fece l'occhiolino e si rimise in marcia.

La sagoma delle montagne era ormai quasi del tutto emersa dalla bruma. E Shree pensò che, se davvero ci fosse stato un dio, quelle montagne non si sarebbero trovate sulla sua strada.

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