72 capitolo

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qui sotto.

Il professore ci manda in palestra e noi facciamo qualche esercizio di riscaldamento.
Nel bagno trovo un carica batteria rotto. Solo la spina e il carica batteria a metà. Solo una domanda... Perché?

Ritorno a fare quegli interminabili esercizi. Sono così scomodi...dobbiamo stare alzati con le braccia tese nella spalliera, che tortura, cioè, capiamoci, io sono bassa la spalliera è alta io devo avere le mani fisse sul gradino più alto. Non ci arrivo!
Il brutto di esser basse...
Finalmente il riscaldamento finisce e possiamo fare robe normalmente.

Marco:"ehi stronzetta!"

Mh piccolo déjà vu.

Io:"cazzo vuoi Leonardi?"

Marco:"ti sei svegliata con la luna strorta Bianchi? No, aspetta dimenticavo che sei costantemente mestruata! Ahhahahah"

Giovanni gli batte il cinque ridendo. Maschi bastardi.

Io:"io perlomeno non sono un ebete mongoloide e ignorante..."

Marco si avvicina con fare pericoloso e mi aggredisce gridando.

Marco:"ooh! Mo io sarei l'ignorante? Okay, tu sarai pure la miss perfettina di sto cazzo, e poi c'hai la figa di legno. Sta maestrina del cazzo oh, senti n'po' come parla."

Mi sento offesa... Intimorita... Non so, mi sento male... Non sto bene. Gli occhi diventano lucidi nel tempo di un secondo. Una lacrima dall'occhio destro scende rigandomi la guancia. Successivamente ne scendono altre, poi altre ancora. Mi chiudo in bagno sperando che nessuno si accorga di me.

Marco non curante del tabellone con su scritto "bagno femminile" entra in bagno con fare minaccioso. Poi si addolcisce.

Io:"stammi lontano! Va via! Non mi toccare!"

Lo dico tra i singhiozzi... Faccio tanto la forte pur sapendo di aver paura anche della mia ombra...

Cerca di abbracciarmi e consolarmi ma lo scanso, io so meglio di altri quanto è pericoloso quando è arrabbiato, non solo quando è ubriaco.

Marco:"dai Marty, che cazzo mi provochi se sai che sono irascibile?"

Mi allontano non voglio sentirlo.

Le altre ore scorrono movimentate tra Giovanni e Marco che si tirano le pigne che avevano preso giù in cortile. Me ne cade una in testa. Io non perdo neppure un secondo a prendere la pigna e lanciarla dalla finestra. Ops... Finisce per sbaglio sul cruscotto della macchina di un tizio che abita qui accanto alla scuola.

Tu? il mio sorriso...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora