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Mi svegliai tra le sue braccia, il suo petto era contro la mia schiena, mi sentì sfiorare il braccio e le sue dita arrivarono alla mia mano sinistra sfiorando le garze
<< Ti fa ancora tanto male?>>
chiese a voce bassa, mentre le prime luci del giorno entrarono nella stanza indisturbate
<<No, sto bene>>
Mentì, in verità i tagli mi provocavano un dolore insopportabile, ma non dissi nulla, ero abituata a sopportare dolori peggiori. Era la mia normalità, soffocare qualsiasi sentimento, emozione o dolore fisico, ero stata educata per resistere. Mi alzai allontanandomi il più velocemente possibile da lui,
<<Thè?>>
Domandò infilandosi la sua camicia azzurra <<Preferisco il caffè, amaro, senza zucchero possibilmente>>
Lui annuì ed uscì dalla stanza, sentì i suoi passi allontanarsi scendendo le scale ed io raggiunsi la mia stanza. Aprì l'armadio e presi un paio di jeans scuri strappati, un top senza spalline bianco e la mia giacca di pelle nera. Infilai i miei scarponcini alti scuri, sistemai i miei lunghi capelli rosso ciliegia lisci sciogliendoli e aggiustai i miei occhi con un po' di trucco.

Un forte odore di caffè e brioches m'invase appena varcai la porta della cucina, la tavola era preparata come al solito, due posti, cesto di frutta nel mezzo e brioches al cioccolato servite su un piatto turchese di ceramica. Mi sedetti accanto a Rayn, che mi versò del caffè in un orrenda tazza gialla, con un gesto della mano lo fermai, okay il caffè, ma se ne avessi dovuto bere troppo avrei rischiato di apparire poi isterica.
<<Per quanto andrà avanti questa storia? Abbiamo un tavolo per dodici persone e noi ci limitiamo a mangiare stretti entrambi a capotavola>>
Diedi un morso alla brioche
<<Beh, puoi sempre spostarti>>
Suggerì alzando un sopracciglio
<<Questo mai>>
Sentenziò serio. Accennai un sorriso e scossi la testa divertita.
Fin dal primo giorno in cui ero arrivata mi ero sistemata li, entrambi volevamo stare a capo tavola, ma se uno dei due si fosse messo dalla parte opposta saremmo stati troppo distanti e si sarebbe rivelato noioso. Mi alzai e misi la tazza dentro al lavandino
<<Comunque grazie>>
Sussurrai a fatica, lo vidi sorridere
<<Le dovrai cambiare ogni sera, sei sicura che non vuoi andare a farti controllare da un dottore vero?>>
Annuì guardandomi la mano, era la prima volta che qualcuno mi medicava, di solito se ti ferivi i Superipri ti lasciavano li e basta, a meno che non fosse una ferita grave, nel tal caso venivi ucciso. Ne avevo visti tanti morire dissanguati per un colpo errato, quando avrebbero potuto sopravvivere tranquillamente se qualcuno avesse chiamato un ambulanza.
Il cellulare di Rayn cominciò a squillare distogliendomi dai miei pensieri. Lo vidi uscire per rispondere, spreparai la tavola e lavai le due tazze usate. Dopo qualche minuto lo sentì rientrare e i suoi occhi azzurri si soffermarono nei miei
<<Abbiamo un nome>>
Annuì
<<chi è?>>
chiesi tornando al mio solito tono freddo, rieccomi nei panni della solita Tessa.
<<Ce lo diranno tra due ore al Morgana>>
Lo guardai confusa, conoscevo quel ristorante, ma era insolito che ci portassero fuori a pranzo per un nome. Alzai le spalle e uscì. Un aria fredda m'invase, odiavo marzo, non si capiva mai che tempo facesse in questa città durante questo mese.
Dovevamo muoverci, quel ristorante si trovava fuori New York e ci voleva circa un' ora e mezza di macchina.
Salì sul BMW nero di Rayn e mi allacciai la cintura, lo vidi esitare qualche secondo per poi mettere in moto l'auto. Era passata quasi un ora e nessuno dei due aveva ancora detto una parola, ogni tanto lasciavo che il mio sguardo cadesse su Rayn, era concentrato sulla strada, ma si vedeva che pensava ad altro. Sicuramente a ciò che gli avevo raccontato la sera prima. Ero stata così stupida, non meritava di entrare nel mio passato, per me non era nulla, ma per chiunque era un shock sentire storie del genere.
<<Credi che sia uno dei piani alti?>>
Chiesi spezzando quel pesante silenzio che era caduto tra noi, scosse la testa e si fermò allo stop, strinse il volante e ripartì poco dopo.
<<Devono aver cambiato metodo, magari è un pezzo grosso e vogliono agire con cautela>> rispose.
Accesi la radio e lasciai che la musica riempisse l'auto e i miei pensieri.

Rayn parcheggiò a qualche isolato dal ristorante, lui preferiva passare inosservato tra i passanti.
A mezzogiorno in punto eravamo davanti al Morgana, entrammo ed un ragazzo alto dai grandi occhiali rossi ci sorrise,
<<Avete prenotato?>>
domandò cordiale senza staccarmi gli occhi di dosso
<<No, il signor Hunter ci sta aspettando>>
Disse lui sbattendo una mano sul bancone e attirando l'attenzione del ragazzo dai capelli ramati, che si limitò ad annuire guardando la lista ed invitandoci a seguirlo, tirai una gomitata a Rayn e lui alzò le spalle rivolgendomi uno sguardo con quei suoi assurdi occhi azzurri.
<<Prego da questa parte>>
Alzai le sopracciglia
<<Cibo gratis Bimba>>
Sussurrò lui facendomi l'occhiolino, scossi la testa divertita, che idiota.
Il ragazzo ci scortò fino ad un tavolo isolato in un angolo del ristorante, accanto ad un ampia vetrata che dava sfondo ad un immensa vallata. Era lontano da tutti e vi sedevano tre uomini, riconobbi Hunter dai suoi capelli corvini e occhi trasparenti come il ghiaccio. Come al solito vestiva elegante come i due gemelli che gli sedevano accanto, erano identici, stessi occhi verdi, stessi capelli color cioccolato e stessi lineamenti. Una cosa notai che li distingueva, quando mi sorrisero ad uno di loro apparvero due fossette ai lati delle guance.
Hunter si alzò, ci raggiunse prendendomi una mano e lasciandomi un bacio su essa
<<Incantevole come sempre signorina Tessa>>

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