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Ryan svoltò con il suo BMW nel vialetto verso casa nostra. Guardai quella semplice casa a due piani illuminata da una luce ambrata del lampione posto accanto ad essa. Aprì la portiera e il profumo di colonia e sedili di pelle fu sostituita da una fresca aria di marzo, il vento portava un forte odore di asfalto bagnato,probabilmente aveva piovuto fino a qualche ora fa,
<<Quindi adesso?>>
chiesi seguendolo verso la soglia,
<<Quindi adesso prepariamo i bagagli e aspettiamo i Miller>>
alzai un sopracciglio, detestavo quella situazione, un milione di domande si stavano mescolando nella mia testa e a nessuna potevo dare risposta.
Il fastidioso tintinnio di chiavi da cui Rayn non si separava mai, si concluse con un secco scatto della serratura della porta d'entrata. L'odore di vaniglia di quelle stanze era rilassante. Posai il cellulare sul mobiletto levandolo dalla tasca dei jeans,
<<Bene, vado a fare una doccia e prenderò qualche vestito>>
Pensai a voce alta, un continuo bussare alla porta mi fece voltare, mi infilai una mano in tasca e due intensi occhi verdi si posarono nei miei.
<<Miller>>
Pronunciai alzando un sopracciglio
<<Jones>>
Sorrisi riconoscendo la voce di Drake, non era poi così complicato ormai distinguerli, ormai sapevo che per quel ragazzo sarei stata chiamata con il cognome a vita.
<<Non sono ancora le 21:30>>
fece pesantemente notare Rayn spezzando il silenzio che era caduto tra i nostri sguardi,
<<Si, sono passato prima per la Rossa, devo darle il nuovo guardaroba>>
Mi avvicinai a lui, ancora non era entrato del tutto in casa
<<Ho già dei vestiti, ma grazie per il pensiero, ora se non ti dispiace, addio>>
Gli chiusi la porta in faccia, lasciandolo fuori al freddo, spostai lo sguardo su Rayn, sembrava quasi divertito della scena.
Mi voltai ed elegantemente mi portai al piano di sopra.

Dopo un ora a sprecare acqua bollente e sapone uscì dal mio bagno, che mi copriva avevo solo un asciugamano color lavanda, mi strofinai i capelli con un altro asciugamano mentre percorrevo quei pochi metri che mi separavano da camera mia,
Aprì la porta canticchiando ed entrai dirigendomi verso il mio armadio
<<Io metterei questo se fossi in te>>
Mi voltai di scatto e cercai di tenermi l'asciugamano più stretto possibile al corpo.
<<Che diavolo ci fai nella mia stanza idiota! Esci subito!>>
Il ragazzo si sistemò il ciuffo perfettamente piastrato senza levarsi quel sorriso dalla faccia.
La maglietta nera che portava era attilata e dava a vedere il fisico scolpito, probabilmente faceva molta palestra, i jeans scuri aderenti e gli scarponcini mi facevano pensare che non era esattamente il gemello dolce e conprensivo.
<<Te ne vuoi andare?!>>
Lo guardai mordersi un labbro e lanciarmi un vestito scuro.
<<Mettiti questo, ordini di Hunter>>
Rispose voltandosi
<<Avanti Bambolina non guardo>>
La sua voce sembrava calma e remissiva, ma aveva sempre quel non so che di seducente.
Sorrisi alzando un sopracciglio e lasciai cadere l'asciugamano voltandomi.
Indossai l'intimo e infilai lentamente il tubino bordeaux, spostai lo sguardo su Drake che vidi distogliere gli occhi da me,
<<Mi sembrava avessi detto che non avresti guardato>>
Dissi cercando un contatto con i suoi occhi, aveva le spalle larghe e sembrava ancora più alto da vicino.
Lo guardai voltarsi e raggiungermi, ancora ero girata di spalle, solo il mio viso si limitava a sostenere i suoi occhi
<<Mi permetterò di guardare quando sarai tu a chiedermelo Bambolina>>
tornai a guardare il pavimento,
<<che commento elegante>>
ironizzai.
Sentì le sue dita fredde percorrermi la schiena e una mano spostarmi i capelli da un lato.
Il suo respiro si fece più pesante sul mio collo
<<Hai dimenticato qualcosa, o l'hai fatto per provocarmi?>>
chiese sollevando la zip del vestito e facendomi voltare verso di lui.
Un brivido mi percorse la schiena.
Le sue mani mi tenevano stretta ai fianchi e le mie mani erano sul suo petto.
<<Un metro e novanta batte l'uno e settanta>>
sussurrò insinuando i suoi occhi nei miei, era assurdo, ma non riuscivo a sopportare il suo atteggiamento, anche se, allo stesso tempo mi piaceva l' idea che qualcuno sapesse tenermi testa.
<<Allontanati Miller>>
Lui fece un passo indietro alzando le mani in segno di resa
<<Uuuu, per cognome...che pugno nello stomaco Jones>>
La sua espressione da finto offeso mi ricordava tanto una persona...
Mi guardai allo specchio e scossi la testa, odiavo quel vestito e odiavo doverlo indossare per forza.
<<Non sembra farti impazzire quell'abito, eppure ti fa delle forme fantastiche>>
<<E tu chi saresti? il mio consulente di stylist gay?>>
Non feci in tempo a voltarmi che mi ritrovai con la schiena contro la porta e i suoi occhi verdi nei miei, l'odore del fumo mischiato a quel suo assurdo profumo mi stava facendo uscire di testa,
<<Non giocare con il fuoco Bambolina>>
<<altrimenti che mi fai Miller?>>
I miei occhi scuri erano in netto contrasto con i suoi, che non si spostavano dai miei nemmeno di un millimetro.

Era calato il sulenzio,ma non sembrava pesare affatto.
<<Giacca di pelle e stivaletti borchiati>>
Le sue mani scivolarono lungo i miei fianchi e il suo corpo si avvicinò ancora di più al mio, ero troppo concentrata su quelle strane senzazioni che provavo per capire le sue parole.
Sentì le sue labbra sfiorare il mio orecchio
<<E legati i capelli>>
Annuì lentamente.
Il suo sguardo si fermò sulle mie labbra e lo vidi sorridere
<<Attenta Tessa Jones, non sei l'unica che ha degli scheletri nell'armadio>>
Sentì il peso del suo corpo spostarsi dal mio e allontanarsi da me, tornai a respirare e sentì la mia espressione cambiare.
<<Devo uscire>>
sentenziò spostandomi velocemente
<<Che hai?>>
chiesi infastidita dal suo atteggiamento da stronzo improvvisati
<<Fidati Jones, è meglio per te>>

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