Il sorriso che portavano le sue labbra era stupendo.
<<Alla fine ti sei arresa ai miei muscoli e al mio bel faccino Rossa>>
Ironizzò circondandomi la vita con le sue braccia e avvicinandomi ancora di più al suo corpo.
<<La veritá è che mi piace Aston, ma tu gli assomigli quindi mi faccio andare bene te>>
Mentì cercando di usare tutta l'indifferenza possibile sostenendo i suoi occhi.
<<Questa ha fatto male Rossa>>
Risi e gli afferrai la giacca attirandolo a me, le sue labbra erano a pochi millimetri dalle mie, se mi concentravo riuscivo a percepire il suo respiro irregolare, mentre quel suo profumo maschile mescolato all'odore di sigaretta che portava addosso mi stava mandando in pallone.
<<Cos'è che ti ha fatto cambiare idea dal niente?>>
Chiese dopo qualche secondo di silenzio.
Sorrisi e mi allontanai da lui spingendolo indietro.
<<Il futuro>>
Risposi vaga salendo in macchina, ma questa volta avrei guidato io.
Le due portiere si chiusero all'unisono e io ripartì cominciando ad accelerare.
<<Dai dimmelo>>
Suonava quasi come una supplica.
Presi un respiro.
<<Dilan , i miei, tu. Prima mentre ti raccontavo delle mie ricerche mi sono accorta che non posso permettermi di andarmene senza aver vissuto davvero.
E anche per il fatto che mi devi un viaggio a Londra>>
Con la coda dell'occhio lo vidi sorridere e sentì il rumore di un finestrino abbassarsi.
<<Londra è?>>
Annuì restando concentrata sulla strada e sentendo un aria fresca accarezzarmi il viso.
<<Be lei è la prima>>
Suggerì alzando un sopracciglio, era straordinario il modo in cui si potesse stare bene anche se tutto andava male.<<Si sono io>>
Mi voltai un attimo e vidi Drake attaccato al telefono, guardava fisso davanti a se.
<<Dove>>
La sua voce sembrava indifferente, il suo sorriso era scomparso e capì stasse parlando con Rayn. Continuai a guidare mentre anche le mie labbra persero il sorriso.
<<Si glielò dirò>>
Mi fermai ad un incrocio dedicandogli tutta la mia attenzione e fregandomene delle regole stradali, tanto nessuna auto oltre la mia Alfa era in giro a quell'ora.
<<Cosa devi dirmi>>
Non era una domanda e lui lo sapeva benissimo.
<<Vuole incontrarci, spiegarci alcune cose prima di...>>
Lasciò la frase in sospeso e io annuì guardando la strada e ripartendo.
<<Prima di sbatterci su un tavolo e cominciare ad aprirci. Guarda che puoi dirlo>>
Il silenzio cadde e io frenai senza togliere gli occhi dalla strada.
<<Dove ci vuole?>>
Chiesi sospirando.
<<Casa sua>>
Annuì e feci marcia indietro azzardando una delle mie manovre suicide per tornare indietro.
<<Stai andando dalla parte sbaglia Rossa>>
Alzai un sopracciglio e e continuai ad accelerare.
<<So dove abita Miller>>
Lo vidi alzare le mani in segno di resa e abbandonarsi al silenzio.
Era così maledettamente frustrante il modo in cui ad entrambi era cambiato l'umore per colpa di quell'uomo.
Con il pollice cominciai a tenere un tempo inesistente, segno che qualcosa non andava. Lo sguardo di quel ragazzo non mi abbandonava un secondo e io sospirai.
Per la prima volta in tutta la mia vita sentivo scorrere nel mio corpo la paura, quella strana sensazione di debolezza e vulnerabilità che per anni avevo solo guardato. Faceva schifo e odiavo l'idea che Drake lo sapesse, perchè a lui non c'era bisogno di dirgliele le cose, lui le intuiva da sé.
<<Andrà bene>>
Lo sentì dire, mi morsi un labbro e mi spostai il ciuffo dalla parte opposta annuendo.
<<Tessa, ti prometto che andrà bene>>
Insistette ancora stringendomi una coscia. Spostai velocemente il mio sguardo nei suoi occhi e notai fossero arrossati. Tornai sulla strada, aveva pianto...
<<Tu non lo sai vero?>>
Domandai rompendo la monotonia di quel discorso, immaginai il suo sguardo confuso su di me e presi un respiro aspettando una sua risposta.
<<Cosa esattamente>>
Annuì e d'impulso strinsi ancora il volante, ma questa volta fino a farmi male davvero.
<<Non siamo soli Drake, ce ne sono altri come noi da qualche parte>>
Girai a destra ed entrai in quel familiare viale, un blocco allo stomaco mi prese alla sprovvista mentre sotto le gomme le pietre scricchiolavano. Improvvisai un parcheggio e spensi il motore voltandomi verso di lui.
<<Intendi dire che ci sono altri ragazzi nella nostra stessa situazione fisica>>
Annuì, non sapevo chi o quanti fossero, ma era tutto in quelle chiavette, il passato di Rayn, il suo sadico progetto, i numeri infiniti su quella lista che rappresentavano persone vere, nella nostra stessa condizione, anzi probabilmente molti di loro erano già morti.
<<Che intendi fare?>>
Chiese senza lasciare i miei occhi, distolsi lo sguardo e aprì la portiera.
<<Non lo so, improvviserò>>

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Dangerously
Fantasy"In cima ad ogni lista dell'FBI, della CIA; una taglia sulla mia testa che vale tutt'ora miliardi..." Un tatuaggio in comune. Un passato alle spalle che definirlo "inferno" era quasi un complimento. Lei amava uccidere; Lui lo detestava. Se lei non...