<<Domanda veloce, dove l'hai presa?>>
Alzai le spalle
<<Be, regola importante: mai e dico mai, lasciare incustodito un computer sbloccato mentre vai a farti una doccia>>
Il suono della risata che seguì le mie parole fu dolce, sembrava così normale tutto quel casino che ci univa.
<<Dicevi che parlava in polacco?>>
Chiesi tornando al discorso che avevamo lasciato in sospeso, mi staccai dalla tastiera e gli rivolsi la mia attenzione.
<<Si, non ne capisco molto, ma doveva essere una delle lingue che ci insegnarono>>
Scossi la testa
<<No, c'era il russo, l'italiano, il cinese e...>> mi portai un idice sulle labbra facendo mente locale
<<E il francese>>
Finì lui, annuì e sorrisi,
<<È vero, il polacco non ci è mai stato insegnato, ma dove posso averlo sentito?>>
Sospirai e mi portai le mani sulle cosce
<<Sei sicuro che sia polacco? Rayn ha una conoscenza delle lingue che va oltre la banale grammatica, magari era un dialetto>>
Non sembrava molto convinto delle mie parole, una cosa avevo capito di quel ragazzo, quando si fermava su qualcosa, o aveva torto e non voleva ammetterlo o aveva ragione e basta.
Tornai con lo sguardo sullo schermo e un milione di pagine cominciarono ad aprirsi
<<Chiede le password?>>
Pensai a voce alta
<<È una forma di protezione dei dati>>
M'informò Drake spostando il computer sulle sue gambe.
<<Non guardarmi così, non lavoro alla CIA da tre anni per niente>>
Lo lasciai fare e appoggiai la testa all'indietro,
<<Polacco era la lingua che parlavano i Superiori>>
Ricordai alzandomi all'improvviso. Drake era ancora concentrato sulla tastiera
<<La usavano solo quando portavano i ragazzi sotto tortura...>>
Mi si bloccò lo stomaco, le sue iridi verdi si insinuarono nelle mie e sentì il peso del portatile spostarsi sulle mie gambe
<<Fatto>>
Disse ignorando le mie parole. Mi portai una ciocca dietro i capelli e tornai sullo schermo, la moltitudine di file che c'erano mi lasciarono a bocca aperta,
<<C'è di tutto, non so da dove cominciare, Rayn non è capace a dividere le cose, butta tutto in una cartella>>
Sentì il corpo di Drake alzarsi e raggiungere la porta
<<Mi sono rotto, vado a fare una doccia e poi ti chiamo>>
Non feci in tempo a rispondere che sentì la porta sbattere. Lasciai andare il computer e mi portai le gambe al petto.
Quel ragazzo era stato torturato, mi spostai un ciuffo di capelli da una parte e un brivido mi percorse la schiena.
Non riuscivo a pensare ad altro, la mia mente sembrava essersi bloccata solo su quel momento.
Spostai lo sguardo dal nulla al mio computer e lessi il mio nome su una pagina aperta.
Il continuo bussare alla porta non mi diede il tempo di vedere di cosa si trattasse, chiusi il portatile e staccai la chiavetta nascondendola in mezzo hai cuscini del divano. Mi alzai e andai ad aprire
<<Cassandra, disturbo?>>
Scossi la testa e lasciai entrare Cameron.
<<Dovevi andare a fare palestra?>>
chiese squadrandomi confuso, mi ero dimenticata che non ero a casa mia.
<<Stavo cercando qualche completo per andare a fare yoga, sei capitato proprio nel momento sbagliato>>
Lui sorrise e si avvicinò, feci un passo indietro e sfiorai la specchiera con la schiena,
<<Quanti anni hai?>>
Chiesi, dovevo scoprire a tutti i costi se lui era davvero il ragazzo che dovevo uccidere
<<Ventuno>>
Rispose aggiustandosi la camicia, alzai un sopracciglio e sorrisi
<<Che ne dici se stasera mi porti a bere qualcosa?>>
Proposi, avevo un piano, ma se volevo che andasse a buon fine avevo bisogno di alcool.
I suoi occhi scuri percorsero ancora una volta il mio corpo, lo vidi annuire e uscire dalla stanza.
<<Alle 23:00?>>
chiese, affacciandosi prima di chiudere la porta
<<ti aspetto>>
Mi sfregai più volte le mani sulle cosce per poi prendere il telefono e comporre quel numero che nell'ultima settimana era stato la mia ancora.
Sentì il cellulare di Drake suonare a vuoto e sbuffai
<<Andiamo rispondi>>
Sentì partire la segreteria e chiusi la chiamata.
Mi portai una mano tra i capelli e mi guardai intorno, avrei dovuto fare tutto da sola. Di nuovo.
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Dangerously
Fantasía"In cima ad ogni lista dell'FBI, della CIA; una taglia sulla mia testa che vale tutt'ora miliardi..." Un tatuaggio in comune. Un passato alle spalle che definirlo "inferno" era quasi un complimento. Lei amava uccidere; Lui lo detestava. Se lei non...