<<Rayn Smith la dichiaro in arresto per traffico di droga e antichi reperti storici, rapina e omidio colposo>>
Sentenziò il polizziotto ammanettandolo e facendogli sbattere la testa contro il finestrino dell' auto di servizio.
Il secondo agente mi fece portale le braccia in avanti e mi ammanettò i polsi, facendomi salire nella vettura.
<<Siamo futtuti>>
Sussurrò lui una volta che gli fui abbastanza vicina.
<<Ti piacerebbe>>
Risposi sorridendo e lanciando quella frecciatina piena di doppi sensi, sfilai dalla tasca della mia giacca una calibro quarantacinque e la puntai alla nuca dell'agente al volante.<<Io accosterei>>
Proposi sentendo l'uomo irriggidirsi. Il suo collega non reagì e dopo qualche metro, lentamente il polizziotto accostò ai bordi della strada spegnendo motore e sirene.
<<Tu libera il mio amico>>
il ragazzo rise nervosamente e scosse la testa, alzai le spalle e strinsi leggermente la presa sul grilletto, lui si affrettò a liberare Rayn. La tensione che c'era nell'auto era pesante, ma non ero certo io l'idiota che aveva avuto il coraggio di ammanettare un assassina con le braccia davanti.
Rayn mi tolse le manette e uscimmo all'esterno chiudendoci la portiera alle spalle, feci cenno all'agente di abbassare il finetrino
<<Questo per riferire ai vostri colleghi di non riprovarci mai più>>
sussurrai nel silenzio, riuscivo a sentire la loro paura da quella poca distanza, dovevano essere nuovi nell'ambito, non avendo reagito in nessun modo alla situazione, doveva essere l'unica spiegazione.
Sparai due colpi e li guardai accasciarsi sul sedile mi passai il pollice sotto le labbra per pulire quella goccia di sangue che mi aveva colpita.
<<Brucia tutto>>
Dissi rivolgendomi a Rayn che annuì.Aprì la porta di casa e mi lasciò entrare per prima, sentì la sua mano sfiorarmi il fianco e con una leggera spinta toccai il muro con la schiena, lo vidi appoggiare la bottiglia di vetro sul mobiletto d'entrata e poco dopo le sue labbra erano a pochi centimetri dalle mie
<<Allontanati>>
Suggerì fissando i suoi occhi azzurri
<<Andiamo Bimba...lo sai che mi vuoi>>
le sue labbra scesero fino a sfiorare il mio collo
<<Non ci giurerei>>
Lo fermai allontanadolo da me, il suo sorriso mi provocò un brivido lungo il corpo
<<Stammi lontano o giuro che appena ti addormenti ti faccio saltare la testa>>
rise
<<Adoro la tua raffinata eleganza mentre mi manacci>>
Alzò le mani in segno di resa, scossi la testa e raggiunsi le scale, appropriandomi successivamente della sua stanza.L'odore di lavanda che regnava in quella perfetta stanza ben arredanta era soffocante, aprì il suo armadio e "presi in prestito" una delle sue magliette.
Entrai nel bagno e feci scattare la serratura.
Lasciai che l'acqua bollente mi bruciasse la pelle, mentre con la schiena mi appoggiavo alle fredde piastrelle,che a contatto con il mio corpo mi rilassarono ogni muscolo.
Avevo uno strano modo di trovare quella senzazione di "benestare", ma quel perfetto equilibrio da bollente a congelato era davvero fantastico.
Dopo una buona mezz'ora uscì.
Mi asciugai, indossai l'intimo, la maglietta e sistemandomi lo chignone, che avevo fatto per non bagnarmi i capelli, tornai al piano di sotto percorrendo le scale a piedi nudi.<<Come fai?>>
chiese all'improvviso lui, mi voltai e lo vidi appoggiato allo stipite della porta con una birra tra le mani.
<<a fare cosa?>>
Lui rise, come se avessi fatto la domanda più stupida di questo mondo
<<A rimuovere il senso di colpa, insomma hai appena ucciso tre persone nell'arco di dodici ore, eppure sei calma, non ci credo che tu non abbia mai provato rimorso per ogni vita che hai spezzato>>
la sua voce ferma e roca sembrava quasi ironica.
<<Perchè dovrebbe interessarti?>>
Domandai, io lo conoscevo da tre anni, da quando a soli sedici anni avevo iniziato ad uccidere per lavoro e ora se ne usciva con questa domanda.
<<Rispondi prima alla mia domanda e poi io darò una risposta alla tua>>
Sorrisi e mi appoggiai al muro incrociando le braccia al petto.<<A dire il vero non mi sono mai sentita in colpa, non faccio incubi la notte e sto bene con me stessa>>
distolsi lo sguardo
<<infondo è semplice basta rimuovere le emozioni>>
Rivelai fredda, lo vidi corrugare la fronte, non sembrava convinto delle mie parole.
<<io so tanto di te Tessa,ma poco sul tuo passato. Non credo che la tua risposta sia sincera. Non mi hai mai detto nulla su come fosse la tua vita prima che ti ingaggiassi>>
Alzai le spalle, accennando un sorriso
<<Cos'è, ti è passata la sbronza e ora vuoi fare il padre?>>
<<Sono serio Tessa>>
Alzai le spalle
<<Non sono affari tuoi>>
sentenziai passandogli accanto e dirigendomi al salotto.
Mi sistemai sul divano
<<Andiamo Bimba, parlami un po' di te>>
Propose sedendosi accanto a me, posò la bottiglia della corona sul tavolino di vetro e mi rivolse un sorriso.
<<Perchè dovrebbe interessarti?>>
Riproposi la mia domanda, lui fece scivolare una mano tra i suoi capelli biondi, si era sciolto la coda e notai che gli erano cresciuti dall'ultima volta, avevano già superato la spalla.<<Credi che ti abbia scelta per caso?>>
Attese qualche secondo, poi ricominciò a parlare.
<<Stavo cercando qualcuno che fosse all'altezza.
Mi avevano detto che eri la migliore e che uccidevi con tale destrezza che sembravi essere nata per farlo, nonostante fossi l'unica femmina in quell'accademia ti eri fatta valere. Avevi sedici anni appena, decisi di adottarti per poter avere una solida copertura, mi diedero il tuo fascicolo, ma oltre al tuo nome e agli altri dati di riconoscimento della persona non vi era nulla>>
strinsi un pugno
<<Nemmeno il mio nome su quel fascicolo è vero...>> sussurrai ironica
<<Allora come ti chiami?>>
Tornai sui suoi occhi, sembrava davvero voler conoscere ogni particolare di me,
<<N 32_18/12>>
Affermai mostrandogli il tatuaggio che portavo sul braccio.
<<Nessuno di noi è una persona la dentro, per loro sei solo un numero, un altra arma costruita per uccidere senza rimorso>>
STAI LEGGENDO
Dangerously
Fantasy"In cima ad ogni lista dell'FBI, della CIA; una taglia sulla mia testa che vale tutt'ora miliardi..." Un tatuaggio in comune. Un passato alle spalle che definirlo "inferno" era quasi un complimento. Lei amava uccidere; Lui lo detestava. Se lei non...