#16

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<<Eccome se hai guardato>>
Ribadì per la sesta volta,
<<Invece no, te l'ho detto, ero concentrato sulla strada>>
Alzai gli occhi al cielo incrociando le braccia, ero certa che avesse guardato almeno una volta, magari non si era girato, ma gli specchietti riflettevano molto bene la mia immagine.
<<E poi te l'ho già detto una volta, se mai guarderò è perchè mi avrai dato il tuo permesso>>
Mi morsi un labbro e spostai il mio sguardo sulla strada.
<<Comunque non hai mai risposto alla mia domanda>>
Ricordai all'improvviso, mi portai le mani sulle gambe, gli strappi che portavo sulle ginocchia e sulle cosce mostravano la mia pelle d'oca,
<<Di che parli?>>
Chiese inserendo la freccia per poi accostare, spense la macchina e mi guardai intorno
<<Dove siamo?>>
Chiesi non riconoscendo il posto
<<Be vedi l'ultimo piano di quel palazzo?>>
annuì sentendo il tintinnio di un paio di chiavi
<<È una delle case di Hunter e io ho le chiavi, siamo ad un ora da Las Vegas. Ho chiamato mio fratello e dovrebbero essere qui tra due ore>>
Rimasi in silenzio, avrei voluto strozzarlo, ma mi trattenni
<<Sei un idiota>>
Commentai uscendo dall'auto e chiudendomi la portiera alle spalle,
<<Mi spieghi che ho fatto adesso?>>
con l'elastico che avevo al polso mi legai i capelli in una coda alta,
<<Non abbiamo detto a Rayn le nostre coordinate l'ultima volta perchè sospettavamo qualcosa e tu ora gli dici il posto in cui trovarci?>>
Lui sorrise squadrandomi più volte
<<Il tuo portatile ha localizzato mio fratello quando sei svenuta, erano di ritorno a New York per il computer di Rayn, per questo sono in ritardo>>
alzai un sopracciglio
<<E se tuo fratello avesse mentito?>>
<<La sua voce era rilassata e stanca, in sottofondo avevano della musica classica, ho fatto le mie ricerche e so che Rayn ascolta quel tipo di musica quando è tranquillo e spesso durante lunghi viaggi, sostiene che lo rilassino.
In più mio fratello ha risposto al terzo squillo, questo significa che stava dormendo. So quando mio fratello mente Rossa>>
Mi sistemai il top e passai una mano sulla mia pancia piatta scoperta.
<<Ti ho colpito?>>
chiese lanciandomi le chiavi e chiudendo la portiera dalla sua parte, le afferrai al volo e sorrisi chiudendo la mia Alfa.
<<Hai studiato Miller, semplice>>
M'incamminai verso l'ingresso, non prima di guardare le sue labbra prendere la curva di uno dei suoi sorrisi perfetti.

L'appartamento di Hunter era molto spazioso, accesi l'interruttore e una luce leggera illuminò l'ambiente.
Si vedeva che non lo usava spesso.
Mi guardai intorno appoggiando i miei zaini accanto alla porta della cucina, mi sedetti sul comodo divano di pelle bianca e mi guardai intorno; La vetrata che occupava la parete dava spettacolo alla notte, palazzi illuminati svettavano ovunque, sembrava un'immensa fotografia.
Il profumo di arancio che c'era in quelle stanze era rilassante. Non pensavo che un uomo impegnato come Hunter avesse tempo di arredare un soggiorno.
Quell'appartamento sembrava uscito da una rivista di arredi moderni, una perfetta combinazione di bianco nero e qualche vaso e arredo rosso.
<<Hei Jones, vieni a vedere>>
mi alzai con malavoglia dal divano e passai accanto ad uno specchio.
Mi legai meglio in vita la larga camicia rossa a quadri e mi sistemai il top che, a mio parere, dava a vedere troppa pelle. Adoravo quei pantaloni e l'insieme del completo che Drake mi aveva comprato.
Distolsi i miei pensieri da lui e lo raggiunsi nel balcone passando per la cucina.
<<Vedi quei due?>>
Chiese indicando due ragazzi barcollanti uscire da un locale, annuì appoggiandomi alla ringhiera con i gomiti
<<Lui mi deve 50$>>
Scossi la testa e cominciai a ridere, non ne sapevo bene il motivo, ma mi divertiva la serietà con cui aveva detto quella frase
<<E ora perchè ridi?>>
mi portai una mano sulla bocca cercando di smettere
<<Perchè è assurdo>>
Risposi voltandomi verso di lui, la sua espressione confusa e divertita era diversa dal solito
<<Lascia stare>>
Continuai sorridendo.
Distolsi lo sguardo da lui e tornai a guardare la notte che ricopriva la città, anche se non avevo idea di quale si trattasse esattamente.
<<A che ti riferivi prima?>>
Domandò appoggiandosi anche lui alla ringhiera bianca, feci mente locale per capire la sua domanda, smisi di sorridere e fissai il mio sguardo su un punto a caso del cielo scuro.
<<A quando ti ho chiesto che cosa intendevi dire con 'voglio rimediare ai miei errori'. Alla fine non mi hai mai dato una risposta>>
Lo sentì sospirare e aspettare qualche secondo lasciando posto al silenzio.
<<Forse perchè non c'è una vera risposta, o forse non voglio darti una risposta che potrebbe portare ad un discorso che non voglio affrontare>>
Disse alzando le spalle, ora ero ferma sul suo profilo, cercando invano un suo sguardo o sperando che quelle vaghe parole portassero a qualcosa di più.

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