"Mamma, papà, sono a casa!", urlai, non appena misi piede in casa mia.
Vidi mia madre sbucare da dentro la cucina e la raggiunsi abbracciandola.
Io e mia madre, Naomi, avevamo sempre avuto un bel rapporto basato sull'amore e sulla fiducia. Parlavamo di tutto: di amiche, di ragazzi, della scuola e dei voti... di tutto.
Anche con mio padre, Scott, avevo un bel rapporto. Mi trovavo bene con i miei genitori; anche se, sinceramente, avrei preferito avere una sorellina o un fratellino.
"Papà rimane a lavoro fino a tardi, oggi. Siamo solo io e te. Io, te e Molly", mi salutò mia madre, staccandosi dall'abbraccio, e mettendo sul tavolo un piatto di pasta.
Molly era il mio cane dormiglione. Dormiva sempre e non abbaiava quasi mai.
"Com'è andata oggi?", chiese poi, non appena riprese a cucinare.
Sentivo odore di pesce e già ero su di giri: adoravo il pesce!
"All'incirca...", la buttai lì.
"Come mai?", chiese mia madre, curiosamente.
Lei non era curiosa come me. Insomma, non aveva tutto quel coraggio di andare a parlare con una persona nuova o di scoprire cose nuove. Io, invece, ero fatta così: appena c'era una novità, c'ero anch'io.
"Oggi è arrivato un nuovo, bellissimo, compagno di classe. Si chiama Adrian, ma...", mi fermai.
"Ma?", m'incoraggiò lei, posando il cucchiaio di legno sul mobile della cucina.
"Ma sembra che venga da Marte, e dico sul serio! E uno di quei ragazzi schivi e freddi, uno di quelli che non parla mai con nessuno. Uno di quelli che sta zitti e che alleggia nel mistero", le spiegai agitata, mangiando un altro po' di pasta.
Odiavo la pasta e già non riuscivo più a finire quel po' che avevo nel piatto.
"Okay, okay... è normale, Lidya. Lo sai come sono i ragazzi, sono strani. E poi, essendo nuovo, magari è solamente timido, no?", optò lei con fare deciso, riprendendo in mano il cucchiaio in legno e ricominciando a girare il pesce.
Annuii e, disgustata, misi il piatto lontano dai miei occhi.
"Bene, direi che, a questo punto, troverò un altro modo per parlarci assieme. Un anno è lungo e ne avrò di tempo per fare amicizia con lui e conoscerlo meglio", provai a rassicurarmi da sola, sospirando.
"Bene, ecco che cosa fai apposta di studiare. Pensi a come parlare con i ragazzi, eh?!", mi sgridò lei, divertita.
Mia madre non mi sgridava mai. Era una di quelle madri pacifiche e che dice la sua solo se necessario. Il più delle volte, poi, erano sempre d'accordo lei e mio padre e, con ciò, non c'era bisogno di aggiungere altro.
Anche mio padre era un burlone, proprio come mia madre. Gli piaceva essere ancora ragazzino, uscire per una birra, fare sport e tanto altro ancora... non mi aveva mai detto di no, se non in certi casi in cui proprio non voleva. Voleva che mi divertissi e che mi godessi a pieno la vita.
"Già, e sai cosa ti dico? Ora, porto fuori Molly. Solo in giardino, così fa quello che deve fare e poi non ci tocca pulire", optai io, chiamandola a gran voce.
Mia madre annuì e, questa volta, dalla mia parte.
Aprii la porta e uscii fuori in giardino assieme a lei, iniziando a girarle attorno e a guardare come, pacificamente, si trovava un posto in tutta tranquillità.
Poi, d'un tratto, la vidi alzare le orecchie e guardare prima me e poi il vuoto. Sembrava stesse ascoltando qualcosa.
Iniziò ad ululare e la cosa mi fece ridere, se non fosse che, subito dopo, scappò dal giardino per la prima volta in tutta la sua vita.
"No, no, no! Molly! Molly, torna qui!", la chiamai ma, questa, era già sul marciapiede che stava correndo verso non so dove.
Uscii dal giardino e iniziai a rincorrerla quando, tendendo bene le orecchie, sentii altri cani ululare. Iniziai seriamente a chiedermi che cosa stesse succedendo a tutti i cani del vicinato.
Continuai a correre dietro a Molly quando, svoltato l'angolo e attraversata la strada, la vidi entrare dentro ad un giardino che non conoscevo.
Mi fermai solamente un attimo per riprendere fiato e, non appena vidi la porta aprirsi, corsi incontro a Molly per potermi scusare apertamente con il padrone.
Presi il cane in braccio e alzai lo sguardo riconoscendo fin da subito Adrian, il mio compagno di classe.
"Adrian?", chiesi senza capire. Ero stupita dal fatto che il mio cane fosse proprio arrivato fin lì.
Queste cose succedevano solo nei libri o nei film; ma non nella vita reale!
"Lidya?", domandò lui, guardando il cane che, intanto, gli stava ringhiando.
"Ehi, Molly, ma che ti prende?", chiesi io, cullandola.
Adrian si abbassò e lo vidi guardare dritto negli occhi il mio cane, per poi alzarsi, sorridermi ed iniziare ad accarezzarlo come se niente fosse.
Molly aveva smesso di ringhiare.
"Mi sa che gli piaci...", pensai ad alta voce e arrossii per quello che avevo appena detto, "oh, mi dispiace; non so per quale motivo sia venuta fin qui. Lei non scappa mai di casa. Mai", mi scusai, poco dispiaciuta per quell'inconveniente.
"Oh, no, mi sa che è colpa mia. Vedi, stavo provando...", tirò fuori dalla tasca un mini fischietto e me lo fece vedere, "questo. E' un ultrasuoni per cani ed è un vecchio regalo. Lo volevo solamente provare ma, a quanto vedo, ho fatto un bel pasticcio", si massaggiò la testa e fece un passo in avanti, socchiudendo ancora di più la porta di casa.
"No, nessun pasticcio. L'importante è che sia riuscita a riprenderla", gli spiegai per non farlo rimanere male, "beh, ora... ora vado. Dovrei essere a casa a quest'ora", feci un passo indietro con ancora Molly in braccio e lo guardai arretrare ed aprire di poco la porta lasciata ancora socchiusa.
Sembrava non volesse farmi vedere che cosa c'era dentro casa sua.
"Si, vai pure. E scusa ancora", si scusò nuovamente.
"A domani", lo salutai così, speranzosa di rivederlo.
"A domani", rispose, di nuovo freddamente.
SPAZIO AUTRICE
La nostra Lidya (nella gif sopra) ha, per caso, trovato la casa del nuovo arrivato :)
In questo capitolo, oltre ad aver constatato la misteriosità di Adrian; avete anche conosciuto i genitori di Lidya: Naomi e Scott.Spero che la storia vi stia piacendo! <3
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BIANCOSPINO
Vampire-PRIMO LIBRO DELLA TRILOGIA DI "BIANCOSPINO"- E' il terzo anno scolastico per Lidya Thompson e tutto sembra noiosamente uguale agli anni scorsi: stessi compagni, stessa classe e stessi professori. Nulla sembra essere cambiato; nulla, tranne lui: Adr...