Gli occhi iniziarono a socchiudersi fino ad annaspare.
Vidi Adrian che cercava, invano, di alzarsi con le urla per il troppo dolore.
Ad ogni movimento, sentivo qualche rumore strano come di ossa spezzate.
Sarei voluta andargli vicino ed aiutarlo, calmargli il dolore lancinante che aveva; ma non potevo.
Non potevo perché quello sarebbe stato l'ultimo modo in cui l'avrei visto: stanco, spossato e dolorante.
Era il modo peggiore per andarmene; con dolore, anche.
Poi, proprio quando pensai che quello sarebbe stato il mio ultimo respiro, sentii la presa di Gabriel affievolirsi sempre più, fino a quando caddi a terra accanto al corpo di Adrian.
Lo guardai e cercai di riprendere fiato appoggiandomi a lui.
Mi voltai verso il nostro nemico con le mani alla gola e lo guardai con stupore.
Aveva un paletto di legno puntato nel cuore che lo oltrepassava dalla schiena e, dietro di lui, Dominic con le lacrime agli occhi che mi guardava.
La sua gamba era ancora arrossata e lacerata per il colpo che gli avevo afflitto.
Si reggeva su una gamba sola e, con le mani, cercava di tenere il padre tramite il paletto.
"Mi dispiace", sussurrò lui tra i singhiozzi, "mi dispiace, ma mia madre non avrebbe voluto questo", singhiozzò lui, prendendolo da sotto le spalle e portandolo a terra.
Se lo appoggiò in grembo ed iniziò a piangere sul suo volto sempre più pallido.
Presi la mano ad Adrian e gliela strinsi.
Diedi anche un'occhiata a David che, intanto, era seduto a terra con le lacrime agli occhi. Ci stava guardando con stupore e paura.
Tornammo con lo sguardo verso Dominic, con il volto rigato dalle lacrime.
"No! No!", urlò lui, cercando di aggrapparsi a quel corpo ormai inerme.
Lo guardai in tutto il suo dolore con ancora la gamba stesa e lacerata.
Rimasi in silenzio, come se quella fosse la mia preghiera per il corpo del padre.
Era solo, ora, e lo capivo. Anche Adrian poteva capirlo dal momento che ci aveva salvato la vita.
Rimanemmo senza fiato a guardare le lacrime di Dominic riversarsi come un fiume in piena quando, all'improvviso, i singhiozzi cessarono e si alzò con estrema lentezza.
Lo vidi incamminarsi con passo mezzo zoppicante verso David, ancora senza parole.
Guardai la scena e, solo dopo pochi secondi, mi voltai verso Adrian accarezzandogli il viso pieno di graffi e di nuovo umano.
Gli sorrisi.
"Tutto okay?", gli domandai, contenta che fosse vivo.
Annuì.
"E tu?", chiese, ancora preoccupato.
Annuii.
"Sbaglio o hai qualche osso rotto? Dovrei chiamare l'ambulanza, forse...", proposi, ricordandomi solo in quel momento che il telefono era ancora a casa dei Wilson.
Scosse la testa e rise appena, tenendosi subito dopo lo sterno.
"Ho qualche costola rotta, la spalla sinistra mi duole e credo che anche il femore ed il ginocchio non siano messi tanto meglio", sorrise, "ma noi vampiri ci aggiustiamo subito. Siamo più veloci rispetto a voi umani"
Assalito da una fitta di dolore, si strinse la gamba e sospirò.
Qualche goccia di sudore gli scorreva giù dal viso e i capelli erano pieni di polvere e fuliggine.
Lo guardai meglio e notai solo ora quanto fosse bello anche da distrutto.
Mi appoggiai con la testa al suo petto e ripresi finalmente fiato.
Tutto sembrava essere finito.
Proprio in quel momento Dominic tornò da noi, lasciando David in un angolo della chiesa.
"Ho soggiogato il tuo amico", si rivolse a me con tono triste, "gli ho fatto dimenticare tutto e domani sarà come se non fosse mai successo nulla"
Guardò Adrian dolorante e gli tese la mano.
"Andiamo, ti do una mano a rialzarti", lo guardò apprensivo e aspettò un suo cenno
Adrian sembrò pensarci un attimo su; ma, alla fine, si aggrappò alla sua mano facendosi aiutare a tirarsi di nuovo in piedi.
"Forza, vieni", lo prese da sotto le spalle e lasciò che Adrian si appendesse al suo collo.
"E la tua gamba?", domandai.
"Mi è già quasi passato. La ferita non era poi così profonda, anche se fatta con il legno", si fermò per rispondermi e, poi, guardò David, "aiutalo a camminare. Il corpo di mio padre lo nasconderò io"
Annuii e corsi nella direzione del mio ex ragazzo, guardandolo e prendendolo con leggerezza.
Lo sentii appoggiarsi a me e, finalmente, uscimmo fuori da quella chiesa.
L'aria mi assalì e il buio mi diede ancora più tristezza di quanta già ne avevo accumulata in quella serata.
"David lo accompagno io. Voi andate", ci salutò così, posando Adrian sul sedile della sua macchina e dandomi il cambio con il mio ex ragazzo.
In un attimo, lo vidi scomparire nel buio con David tra le braccia.
Guardai la sua scomparsa e raggiunsi Adrian di corsa sedendomi nel sedile di fianco a lui.
"Riesci a guidare?", domandai incerta, allacciandomi la cintura e notando che aveva una certa difficoltà nei movimenti.
"Ricordati che sono un vampiro, Lidya", disse tra i vari mugolii, accendendo la macchina e partendo.
Era la prima volta che andavo in macchina con Adrian alla velocità di trenta all'ora.
Sorrisi.
Eravamo vivi.
Lui era vivo.
SPAZIO AUTRICE
Dominic ha salvato la situazione uccidendo suo padre e riportando David a casa, soggiogandolo per fargli dimenticare tutta la serata.
Adrian ha delle ossa spezzate; ma riesce comunque ad andarsene finalmente via assieme a Lidya: vivi.Sopra Dominic :)
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BIANCOSPINO
Vampire-PRIMO LIBRO DELLA TRILOGIA DI "BIANCOSPINO"- E' il terzo anno scolastico per Lidya Thompson e tutto sembra noiosamente uguale agli anni scorsi: stessi compagni, stessa classe e stessi professori. Nulla sembra essere cambiato; nulla, tranne lui: Adr...