CAPITOLO 29

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"Dove mi trovo?", chiesi ad alta voce, cercando di aprire gli occhi incollati.

Feci pressione e, finalmente, vidi una luce fioca inondarmi lo sguardo.

Quel tanto che bastava a darmi fastidio e a fare in modo che, sbattendo le palpebre, i miei occhi si abituassero a quella luce gialla.

Mi guardai attorno girando appena la testa.

Mi doleva.

Sembrava quasi che mi avessero tirato un masso sulla tempia fino a sfondarmela.

Tirai una mano fuori dalla coperta e sentii un vento gelido e pungente attraversarmi il corpo.

Appoggiai la mano sulla fronte e mi sentii bollente.

Mugolai e rimisi la mano sotto alle coperte calde.

"Ti sei svegliata", mi sussurrò Greta a bassa voce, accarezzandomi piano la fronte.

"Dove mi trovo?", chiesi nuovamente, spaventata, "tu eri ubriaca ed eravamo alla festa. Questa non è casa mia...", iniziai a farfugliare, presa dal panico più totale.

Guardai l'orologio appeso alla parete: l'una e mezza di notte.

Mi alzai di poco dal materasso e Greta mi spinse sul cuscino con un gesto deciso; ma delicato.

"Mettiti giù, o non guarirai mai. Hai bisogno di riposo", sospirò e si guardò in giro.

Si massaggiò le ginocchia e sospirò.

"Vado a chiamare Adrian. Sarà contento di sapere che ti sei svegliata", sorrise e uscì fuori dalla stanza a passi leggeri.

Cercava di non fare rumore; come se non volesse disturbare il silenzio.

Passarono pochi minuti; poi, la porta si aprì e vidi Adrian fare capolino e sorridermi.

Mi venne incontro e si sedette sulla sedia in legno nella quale, prima, era seduta Greta.

"Come ti senti?", mi chiese lui, preoccupato.

"Orrendamente male", sospirai e richiusi gli occhi, "mi sento come se mi avessero presa a botte"

Riaprii gli occhi e mi voltai verso il suo viso teso.

"Adrian, che cos'è successo?", chiesi preoccupata, "e dov'è finito Tylor?", chiesi ancora.

"Tylor? Chi è Tylor?", chiese lui alzando un sopracciglio.

"Tylor è... Tylor Morgan. Il ragazzo morto per la quale Laureen ha dato la festa", inghiottii la saliva calda e mi massaggiai la fronte indolenzita e sotto sopra, "cioè, lui non è propriamente morto... ma aveva le zanne e voleva mangiarmi, credo"

Adrian rise appena e mi si avvicinò toccandomi la fronte calda.

"Lidya, hai ancora la febbre", sussurrò tra le varie risa.

"No, ti dico che Tylor era vivo! Era lì davanti a me ed era... un vampiro", sussurrai, incredula delle mie stesse parole.

Adrian rimase per un attimo ammutolito e senza parole.

"Ascolta, io e Jason siamo venuti fin lì perché voi due non tornavate. Vi abbiamo trovate a Greta su una sedia e a te fuori in cortile, stesa a terra", mi raccontò lui.

"Si, ero lì perché mi ci aveva portato Tylor", spiegai anch'io, convinta di ciò che avevo vissuto.

"È stata Laureen a dirmi che un ragazzo scioglieva della droga dentro ai bicchieri dei cocktail per poi far sballare gli invitati. E che lei non lo sapeva fino al risveglio di un ragazzo in condizioni pietose come le vostre", mi spiegò con voce tranquilla.

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