Il sorriso mi si spense subito non appena riconobbi il suo viso spossato e stanco tanto quanto il mio.
"Oh, sei tu...", sussurrai delusa, non invitandolo nemmeno ad entrare in casa.
L'idea di farlo non mi attraversò nemmeno la mente, piena di altri pensieri molto più tristi e importanti.
"Stavi aspettando qualcuno?", domandò Dominic guardando dietro di me.
Greta era ancora sul divano e, per mia fortuna, non l'aveva vista o, probabilmente, sarebbe voluto entrare a dirle qualcosa.
A scusarsi, magari.
Scossi la testa ed incrociai le braccia al petto, stringedomi le spalle per il freddo pungente.
"Beh, sono venuto per salutarti e per riportarti questo", tirò fuori dalla tasca del giubbotto il mio cellulare e se lo rigirò tra le mani, porgendomelo.
Lo ripresi e schiacciai il tasto centrale: era spento, giustamente.
"Grazie", lo ringraziai, ripensando poi alle sue parole, "salutarmi?!", domandai, spostando il peso del corpo da un piede all'altro.
Annuì e sospirò.
"Si, me ne vado", disse tutto d'un fiato, sistemandosi meglio lo zaino che portava sulle spalle. Solo ora me n'ero accorta.
"Dove?", chiesi.
Un'altra persona che se ne andava, che scappava da qui. Da me.
"Ancora non lo so. Magari, andrò per un po' di tempo a Roma, o a Firenze", ci pensò un attimo su e sorrise, "comunque, qualsiasi meta sia, sarà in Italia"
Annuii e sorrisi.
"Bello, mi piacerebbe andarci un giorno"
Dominic si fece più vicino e mi prese la mano con foga.
"Allora, vieni con me e ti prometto che ti farò visitare anche tutta l'Italia, se vorrai", mi propose.
Lo guardai dritto negli occhi e, per un attimo, l'idea di fuggire come tutti mi pervase.
"Non posso", scossi la testa e tolsi la mano dalla sua presa gelida, "sto aspettando una persona"
"Chi?", domandò lui, tristemente.
"Adrian", pronunciai il suo nome e, la cosa, mi diede i brividi.
Ogni lettera di quel nome accendeva un fuoco ed un turbine di ricordi in me.
"Adrian?", ripeté lui, senza capire.
Avrei voluto pregarlo di smetterla di pronunciare quel nome. Soprattutto se in sua assenza.
Annuii.
"Se n'è andato via", gli spiegai brevemente, col cuore ormai spezzato.
"Ah", ondeggiò e appoggiò una mano sullo stipite della porta, "sei da sola?", chiese poi.
"I suoi cugini sono con me", risposi alla sua domanda pensando a Greta, sul mio divano, in ascolto della nostra conversazione.
Volevo solo cambiare discorso e non pensare più a lui. Mai più.
"E tu? Stai bene?", domandai.
Fece una smorfia e ondeggiò la testa con titubanza.
"Meglio di prima", rispose con un sorriso poco sincero sulle labbra sottili, "ma è di te che mi preoccupo". Si fece avanti e, così facendo, indietreggiai.
"Io sto bene, Dominic. Dico sul serio...", sussurrai, già irritata, "i Miller si stanno prendendo cura di me"
"Okay", si allontanò nuovamente e mi guardò un'ultima volta con una smorfia, "allora, vado..."
Gli sorrisi con la mia solita finzione e feci per chiudere la porta quando, all'improvviso, si voltò.
"Quella sera, alla festa di compleanno di Stacie; Adrian non se ne andò via con lei", mi disse tutto d'un fiato, preso dallo sconforto.
In faccia era serio e deciso.
"Che cosa vuoi dire?", aprii nuovamente la porta e aspettai altre risposte.
"Quella sera soggiogai Stacie in modo da farlo infastidire ed allontanare. Le dissi di provarci con lui e di portarlo lontano con la scusa che fuori c'era un vampiro biondo che voleva te", sospirò, "Adrian si sentì in dovere di seguirla e di toglierla dal soggiogamento"
Rimasi per un attimo sbalordita e senza parole.
"Quindi, Adrian non mi ha mai tradita con Stacie?", chiesi, ancora, per precauzione.
Scosse la testa.
"No", mi ripeté, "mi sembrava giusto farti sapere tutta la verità prima di andarmene via"
Fece un passo verso la strada e sospirò.
"Spero che un giorno potrai perdonarmi", mi guardò un'ultima volta e sorrise leggermente, alzando solamente gli angoli della bocca, "e non dovrai nemmeno più preoccuparti di David. L'ho soggiogato in modo tale da lasciarti in pace"
Deglutì e intravidi un velo di tristezza nel suo sguardo.
"E di Tylor? Che mi dici di lui?", domandai ancora, cercando risposte a tutte le mie domande, "sei stato tu a trasformarlo e a farlo venire da me?"
Scosse la testa.
"Era stato mio padre. Aveva il vizio di far bere agli umani il proprio sangue aspettando che, per cause umane, morissero. Così, non si sentiva in colpa e loro si sarebbero trasformati promettendogli i loro servigi in cambio della runa Sol", sospirò, "è stato lui a mandare Tylor a cercarti"
Annuì senza aggiungere altro.
Ora, sapevo tutto e capii che Jason e Adrian avevano avuto ragione riguardo alle loro supposizioni.
"Ti amerò sempre", mi sorrise e mi guardò dritta negli occhi, "addio, Lidya"
Fu anche quello l'ultimo giorno in cui lo vidi.
SPAZIO AUTRICE
Alla porta non era altro che Dominic il quale, anche lui, è pronto ad andarsene.
Dopo svariate rivelazioni, anche lui è riuscito a dirle addio.Essendo questa l'ultima apparizione di Dominic, metterò anche la sua ultima foto :(
Da una parte, mi dispiace farlo andare via... ma era giusto così.
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BIANCOSPINO
Vampire-PRIMO LIBRO DELLA TRILOGIA DI "BIANCOSPINO"- E' il terzo anno scolastico per Lidya Thompson e tutto sembra noiosamente uguale agli anni scorsi: stessi compagni, stessa classe e stessi professori. Nulla sembra essere cambiato; nulla, tranne lui: Adr...