"Ti guardano tutti...", sospirai e abbassai la testa. Era strano essere al centro dell'attenzione.
In effetti, tutti credevano che Adrian non sarebbe mai tornato. Soprattutto per come avevano visto il mio comportamento di colpo infelice.
Adrian ridacchiò e si avvicinò al mio orecchio.
"È perché sono bello", sussurrò lui facendomi sospirare. Mi era mancato il suo lato ironico che tanto amavo e, allo stesso tempo, odiavo.
"Su questo non ci sono dubbi... vampiro", sorrisi e lo dissi talmente tanto a bassa voce che nessuno poté sentirmi, a parte lui ed il suo super udito.
"Già, già...", mi sorrise e guardò per aria.
Cambiai discorso e tornai sul punto principale. Ciò che più m'interessava: lui.
"Sai com'è... ti credevano tutti scomparso o disperso... un fuggitivo, insomma", gli spiegai.
"Certo, altre false accuse...", sospirò e si passò una mano tra i capelli, cingendomi la schiena con il braccio e attirandomi a sé, "da vampiro cacciatore di vampiri ad un fuggitivo suicida... da bene in meglio", alzò un sopracciglio.
"Mi dispiace per quello che è successo", mi scusai per la mia testa calda che ci avevano quasi messi in pericolo.
Mi fermai davanti alle scale a testa bassa e Adrian fece lo stesso, dando modo agli altri alunni di poter passare senza dover tirare spallate ad un macigno.
Sospirò e mi tirò su il viso con due dita.
"Ascolta, abbiamo la stessa testa, e si è visto... insomma, abbiamo fatto tutti e due di testa nostra e abbiamo sbagliato, credo. Magari, se avessimo seguito il piano saremmo morti; invece, anche così facendo, ci siamo salvati lo stesso e tu hai salvato me", mi rincuorò lui accarezzandomi il viso freddo per l'inverno imminente.
Rabbrividii, non so se più per il suo contatto o per il gelo invernale.
"E devo dire che sei davvero buona: dolce al punto giusto", mi strizzò l'occhio e il suo complimento, sotto certi versi, mi fece uno strano effetto che mi fece subito arrossire.
Ridacchiò e mi prese la mano destra portandosela al volto, baciandomela.
Lo guardai esterrefatta.
"Ti ricordi?", domandò.
Annuii.
"Gli strani modi di fare dei Miller. Non avevo mai capito il baciamano", risi e rimisi la mano in tasca prima di arrossire nuovamente per il contatto prolungato.
"Ci piace essere uomini per bene", mi fece nuovamente l'occhiolino e m'invitò a salire i gradini che avrebbero portato alla nostra classe.
Soltanto quando salimmo mi ricordai di una cosa importante.
E non era Stacie. Ormai, avevo capito che la litigata con lui su di lei era stato solamente un sogno e, oltretutto, Dominic mi aveva detto la verità. Era immorale parlargliene se, tanto, sapevo com'era andata veramente.
Era, invece, un'altra la mia preoccupazione principale. E, ora, era girato di schiena che stava parlando con qualcuno: David.
"Oh, cosa vedono i miei occhi...", borbottò Adrian stringendo i pugni e voltandosi verso le scale.
Lo acchiappai per il polso e lo trascinai nel corridoio principale dove c'erano tutti gl'armadietti dei bidelli e dei professori.
"Cosa c'è, Adrian? Perché volevi andartene?", domandai arrabbiata.
Iniziò a camminare avanti e indietro per il corridoio e si strattonò i capelli già più lunghi del solito che, però, gli stavano bene.
"David!", borbottò tra se e se.
"Cosa...?". L'idea passò subito a noi che ci baciavamo sul letto con ardore. Arrossii e capii.
Se Jason gli aveva detto che poteva controllarmi, allora, questo significava solamente una cosa: quella sera aveva visto tutto ed era stato lui a sbattere la finestra.
Adrian mi aveva sempre controllata.
Spalancai la bocca, scioccata.
"Io... vado", sentenziai voltandomi.
Adrian scosse la testa e m'intrappolò contro agli armadietti con velocità stratosferica. Impalliddii e tenni le braccia sui suoi bicipiti pulsanti.
"No, non andartene. Ti prego", mi pregò.
Scossi la testa.
"So che cos'hai visto, Adrian... e ti do tutto il diritto di odiarmi", abbassai la testa, vergognata da ciò che avevo combinato.
Sospirò e mi venne più vicino.
"Ascolta, non è colpa tua. Io ti ho lasciata andare facendoti credere che non sarei più tornato. E tu avevi bisogno di una nuova vita e di un altro ragazzo. Un ragazzo umano e non un vampiro". Le sue braccia ricaddero sulle mie e mi accarezzò.
"Io amo te e amerò sempre te. Sceglierò sempre te", sussurrai guardandolo negli occhi azzurri.
Avvicinò le labbra alle mie e mi baciò con leggerezza.
Mi feci trasportare e mi aggrappai a lui sfiorandogli il petto con le dita. Sentivo le sue mani accarezzarmi il corpo con voglia e arrossii quando sentii la campanella suonare.
"Dobbiamo andare", sentenziai staccandomi da lui.
Mi sorrise e mi lasciò un altro casto bacio sulle labbra soffici e leggermente tagliate per il freddo.
Annuì e mi prese per mano, attorcigliando le dita con le mie.
Percorremmo il corridoio assieme e, man mano che ci avvicinavamo, gli strinsi la mano sempre di più.
Arrivammo davanti alla nostra porta e notai che tutti i nostri compagni erano ormai in classe.
Tossicchiai ed entrai con sempre lui per mano.
Tutti quanti smisero di parlare e si votarono a guardarlo. A guardarci assieme, di nuovo.
Vidi Gladys a bocca aperta e, successivamente, sorridermi. David, invece, abbassò la testa e si grattò il naso con fare distratto.
Era triste, glielo leggevo negli occhi già umidi. Certo, era cambiato; e odiavo ancora di più vederlo triste.
Tossii nuovamente e aspettai che Adrian si sedesse al suo posto prima di andare verso il mio e verso il volto di Gladys ancora in attesa di risposte.
Passai tra i banchi cercando di evitare David del tutto e mi sedetti di fianco alla mia amica con un sospiro ed un sorriso sincero nel vedere che le spalle di Adrian erano sempre lì al primo banco.
"Quindi? È tornato, eh?", domandò lei tirandomi una gomitata.
Annuii.
"No, è diverso. Adrian non se n'è mai andato"
SPAZIO AUTRICE
Okay, Adrian e Lidya hanno ricominciato scuola e hanno già parlato di David. Cosa succederà ora che lui ha visto che Adrian è tornato?
La storia sta per finire ed io sto male al solo pensiero... :(
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BIANCOSPINO
Vampire-PRIMO LIBRO DELLA TRILOGIA DI "BIANCOSPINO"- E' il terzo anno scolastico per Lidya Thompson e tutto sembra noiosamente uguale agli anni scorsi: stessi compagni, stessa classe e stessi professori. Nulla sembra essere cambiato; nulla, tranne lui: Adr...