CAPITOLO 54

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La porta della nostra aula si spalancò e tutti ci alzammo in piedi pensando fosse il professore.

Quella mattina, essendo che quest'ultimo era in ritardo, ero rimasta per un po' di tempo seduta nel banco libero di fianco ad Adrian.

Più che parlare, io e lui, ci guardavamo.

Amavo stare in silenzio. Mi sentivo appagata anche in quel modo.

Mi risedetti a bocca aperta non appena notai che era solamente Stacie.

Si, Stacie Hall.

La stessa ragazza con la quale David mi aveva tradita.

Rimasi a fissarla senza emettere nemmeno un verso.

Ero ancora arrabbiata con lei; tant'è che avrei voluto saltarle addosso e staccarle quella parrucca che aveva in testa.

Era sempre perfetta e precisa. Una sorta di ragazza prototipo che tutti vorrebbero avere.

Guardai di sbieco Adrian, sperando che non la stesse guardando come un qualcuno che voleva mangiare, o portarsi a letto.

L'avrei disprezzato.

A notarlo, invece, sembrava molto preso a giocherellare con la propria matita in legno.

Ed il solo pensiero di quel materiale mi mise i brividi.

Gliela rubai dalle mani e la buttai nel suo portapenne, chiudendolo.

Alzò un sopracciglio senza capire e mi guardò torvo.

"Ciao a tutti, ragazzi di terza!", salutò lei, sedendosi sul lato della cattedra, "qui in mano ho i volantini per la mia fantastica festa di compleanno che si terrà stasera a casa mia. Spero veniate in molti!".

Ci sorrise e si alzò dall'angolo iniziando a distribuirli ad uno a uno.

Com'era possibile che, ogni volta che mi fidanzavo, lei arrivava?

Sembrava avere una specie di calamita o radar per le coppie.

"Ci sarà alcool, donne, uomini mezzi nudi e tanta musica...", spiegò lei, mano a mano che li dava a tutti.

Arrivò anche al banco di Gladys, alla quale mi voltai per vedere la sua reazione.

Lei alzò le spalle e lo piegò, appoggiandolo dentro ad un quaderno.

L'ultima fila di banchi e sarebbe arrivata anche da me.

"Oh, Lidya Thompson...", mi salutò lei chinandosi sul banco, "vedo che ti sei fatta un nuovo fidanzatino, o sbaglio?", mi chiese, guardando Adrian.

Ci consegnò i volantini e scoccò un'occhiatina veloce ad Adrian, ancora impassibile.

Speravo non lo stesse facendo apposta.

"Vedi di venire e di portare con te anche il tuo ragazzo", mi fece un occhiolino e si alzò dal banco, "a proposito, complimenti per la scelta! È ancora meglio di David..."

Ci salutò con uno sguardo penetrante e uscì fuori dall'aula con la stessa agilità di una gazzella.

Avrei voluto azzannarla e farla fuori.

"Adrian, azzannala. Ti prego", lo pregai con voce dura.

Si voltò verso di me ridendo e mi guardò senza capire.

"Sai che non lo farei... che ti prende?", mi chiese in modo vago.

"Stacie Hall è la ragazza che è andata a letto con David mentre lui stava ancora con me", gli spiegai brevemente, "e, ora, immagino voglia farlo anche con te. Ha un debole per i miei ragazzi, a quanto pare"

"Beh, è una poco di buono", sussurrò lui.

"Oh, andiamo... si vede che sei nato nei tempi antichi. Poco di buono non sembra nemmeno un insulto!", lo ammonii, tirandogli una gomitata, "chiamala pure zoccola, tanto lei non ti sente mica!", alzai le spalle e lui mi sorrise.

"Non andrei mai a letto con lei. Non andrei mai a letto con nessuna a parte te"

"Hai già avuto relazioni con umani?", chiesi dopo pochi secondi passati a guardare il vuoto.

Scosse la testa.

"No, nessuna relazione. Solo donne con la quale divertirmi", mi spiegò brevemente.

"E perché con me hai paura?", domandai.

"Perché la maggior parte delle donne con la quale l'ho fatto erano tutte persone che dopo ho dovuto trasformare, per non farle morire", mi spiegò, "vedi, noi vampiri non riusciamo a controllare i piaceri. Con il sangue sono stato abituato; ma con il sesso... nessuno ce lo insegna"

"E relazioni con vampiri?", chiesi ancora.

Annuii.

"Si, qualcuna ne ho avuta", alzò le spalle.

Dalla sua faccia non mi sembrava avesse avuto nulla di serio, fino ad ora. Speravo solamente che almeno io lo fossi.

"Non voglio che tu diventa un mostro, Lidya", mi sussurrò all'orecchio facendomi sussultare.

Non era il momento di pensare ad una cosa simile. Non ancora.

Era tutto troppo presto.

"Come hai... come hai trovato il sangue di Stacie? Dall'odore, intendo", chiesi, lasciando perdere il discorso sulla trasformazione.

"Sapeva di ruggine", alzò le spalle.

"Quello era il suo cuore marcio e privo di emozioni", sorrisi, "una cosa immangiabile, insomma"

Annuì.

"Si, ma questo non si opporrà tra noi e la sua festa", propose lui.

"La sua festa?!", sussultai, "noi non andremo alla sua stupida festa!", sbottai.

Ci pensai un attimo su, cercando una via d'uscita a questa sua idea malsana.

"Non eri tu quello ad essere contro alle feste?! Dov'è finito quell'Adrian?", chiesi, distrutta.

"L'avete fatto sparire tu e Greta a forza di portarmi ad ogni festa esistente in questa città", alzò le spalle e mi sorrise.

Sbuffai.

"Vuoi forse dirmi che sei gelosa?", mi domandò alzando un sopracciglio.

"Forse", alzai le spalle e feci finta di nulla.

Lui rise.

"Bene, allora, facciamo vedere a Stacie che nulla ci può dividere", si avvicinò al mio orecchio ed iniziò a sussurrare, "sei solo mia, Lidya. Mia e di nessun altro"

SPAZIO AUTRICE

Stacie è tornata e ha invitato tutti alla sua festa di compleanno alla quale anche Adrian e Lidya parteciperanno.
Come finirà la serata?

Sopra Adrian :)

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