CAPITOLO 26

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Qualcuno suonò al campanello e, subito, mi fiondai di sotto ritrovandomi davanti alla porta le figure inermi di mio padre e di mia madre.

Sopra al viso avevano uno strano sorriso compiaciuto.

"Con chi esci?", mi chiese mia madre tutta sorridente.

"Con un'amica", risposi a tono deciso, aggiustandomi il giubbino in pelle.

Alla fine avevo optato per un total black formato da jeans aderente, con cintura e maglia in pizzo.

Tutto accompagnato da dei bellissimi stivaletti neri dal tacco alto.

Era carino per una festa.

"E dove andate tu e questa... amica?", chiese mio padre.

"Ad una festa. La festa di Laureen, vi ricordate chi è?", chiesi.

"Si, la tua amica. La ragazzina dell'incidente", spiegò mia madre a mio padre in modo molto triste e melodrammatico.

"Si, oggi Tylor avebbe compiuto gli anni e Laureen ha deciso di dare una festa in suo onore. Andiamo lì", spiegai più specificatamente.

"E come si chiama la tua amica?", chiese, di nuovo, mia madre.

"Greta. Greta Miller", presi una pausa in cui ne approfittai per avvicinarmi alla porta, "è la cugina di Adrian, te lo ricordi?"

Mia madre mi strizzò l'occhio e tirò una gomitata a mio padre.

Aprii la porta con un sospiro e mi ritrovai Greta davanti con un sorriso a trentadue denti addosso.

Guardò i miei genitori con una calma apparente e, quando li si avvicinò, strinse la mano ad entrambi.

"Piacere, io sono Greta", si presentò con fare gentile, rendendomi ancora più incredula di prima.

Era strana, lei. Aveva uno strano carattere che, però, la rendeva speciale e diversa da tutte le altre.

"Oh, piacere, io sono Scott Thompson, il padre di Lidya; e lei è mia moglie Naomi", rispose lui, preso alla sprovvista tanto quanto me e mia madre.

Lei rimase in silenzio con ancora il suo bel sorriso stampato sul viso.

"Beh, si, noi andiamo allora", salutai entrambi e spinsi Greta lontano da quelle mura.

Chiusi la porta con fare disperato e guardai la macchina di Greta parcheggiata davanti casa mia.

"Simpatici i tuoi", sorrise e salì sulla sua auto mettendola subito in moto.

Mi allacciai la cintura e aspettai che partisse a tutta velocità.

"Sai la strada?", le chiesi.

"Si, ho dato una sbirciatina veloce al suo facebook e ho visto dove abita. Ho preimpostato il mio tom tom sulla sua via; perciò, siamo apposto", sorrise e diede gas, facendomi appiccicare al sedile.

"Tuo fratello e tuo cugino non vengono?", chiesi io con fare deluso, cercando di mascherare tale dolore.

"No, mio fratello sta ancora male e Adrian è rimasto a casa a badare a lui", prese una pausa nella quale diede un'occhiata veloce al tom tom, "e, poi, sai che lui odia le feste", sospirò e alzò gli occhi al cielo.

"Giusto, si... odia le feste", sospirai anch'io e abbassai il volto facendomi ricadere i capelli davanti agli occhi.

Mi guardò con aria sconsolata, come se le facessi pena, e cambiò il discorso in tutta tranquillità.

"Allora, per chi è questa festa?", chiese lei, sbattendo i palmi sul volante.

"Oh, si... per Laureen, una mia compagna di classe", spiegai velocemente.

"È il suo compleanno?", chiese lei contenta, "no, perché non sapendolo non le ho potuto comprare nemmeno un regalo e non sarebbe carino imbucarsi alla festa senza nemmeno un pensierino"

"Ah, ehm, no... la festa è per il suo ragazzo. Hanno avuto un incidente in moto quest'estate e lui è morto andandosi a schiantare contro un albero", spiegai tristemente.

Ricordavo ancora tutte le volte in cui Laureen mi aveva chiamata durante la notte, piangendo.

Mi parlava dei suoi dolori e di tutti i bei ricordi che si portava dietro nella memoria riguardante loro due.

"Oh, mamma... mi dispiace tantissimo", sospirò lei, triste.

"Si, oggi sarebbe stato il compleanno di Tylor", spiegai ancora.

"Tylor? È così che si chiamava?", chiese in tono assai dispiaciuto.

"Si, Tylor Morgan", ripetei il nome con voce sconsolata e aspettai che parcheggiasse da qualche parte.

"È una cosa molto triste il fatto di dover festeggiare il suo compleanno senza di lui... io non ce la farei", mi rivelò lei, facendomi stupire del suo lato dolce.

Greta era strana: sembrava portare una corazza indistruttibile addosso in modo da fortificarla; ma sapevo che c'era ben altro sotto di essa.

Spense il motore e scese dall'auto, aspettando che anch'io mettessi i piedi per terra.

"Forza, so che stai pensando a mio cugino... e non lo fare! Stasera dovrai solamente divertirti!", urlò lei, sorridendomi.

SPAZIO AUTRICE

Greta ha conosciuto i genitori di Lidya e, ora, stanno andando alla festa assieme <3
Che cosa ne pensate dell'amicizia nata tra le due??! <3

BIANCOSPINODove le storie prendono vita. Scoprilo ora