CAPITOLO 80

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Sapevo che i vampiri erano in attesa di prendermi e portarmi via.

Saranno stati nei dintorni di casa mia, nei boschi e nelle viuzze ad aspettare che uscissi.

Era mezzanotte e mezza e i miei genitori già dormivano.

Preparai subito i pantaloni verde cachi e indossai una felpa con, addosso, una vecchia giacca di montagna di mio padre.

Era piena di tasche interne ed esterne.

Sapevo già cosa ci avrei messo dentro.

Presi anche la borsa di tela e me la infilai a tracolla per poi uscire dalla camera a piedi scalzi e raggiungere il corridoio fino al mobiletto delle scarpe.

Indossai i miei scarponi da montagna, capaci di farmi correre in qualsiasi caso, e uscii dalla porta richiudendola con leggerezza e molto silenziosamente.

Sospirai e intravidi la nuvoletta di fumo uscire dalla bocca tremante.

Avevo paura e dovevo ammetterlo.

Raggiunsi il lato del giardino dove tenevamo la legna e presi tutti i paletti che mio papà usava per il camino.

Non gli avrebbe trovati più; ma avrebbe pensato che qualcuno glieli avesse rubati. Sicuramente, non che sua figlia gli aveva presi per uccidere vampiri.

Me l'infilai in tutte le tasche disponibili, in ogni spazio, e li nascosi meglio che potei per non farli vedere da nessuno.

Erano freddi; ma erano di vitale importanza se non volevo morire. Sopratutto, se non volevo morire senza nemmeno aver provato a combattere.

Ero un'umana e non potevo fare nulla per difendere Adrian; nulla se non provarci.

Dovevo farmi catturare e andare nel loro covo per aspettare l'arrivo dei Miller e ucciderli assieme.

Ce l'avrei fatta sicuramente, se mi avessero coperto le spalle durante la lotta.

M'incamminai verso il bosco nella quale, quella sera, avevo visto Tylor.

Le mani erano attaccate alla borsa, pronta a prendere un paletto, se necessario.

Iniziai a tremare e mi guardai attorno sperduta più che mai.

Era inutile stare con le mani in mano se tanto non avrei mai più rivisto Adrian. Volevo rivederlo a costo della mia stessa vita.

Iniziai ad attraversare il prato in tutta fretta, guardandomi attorno come un topo in mezzo ad una gabbia di serpenti.

Ad un certo punto, sentii un fruscio provenire da dietro a dei cespugli ormai spogli per il freddo imminente.

Mi fermai di colpo e rimasi in ascolto di quei rumori, pronta a tirare fuori uno dei miei tanti paletti.

Fu proprio sotto la luce di un lampione che vidi un'ombra apparire a velocità quasi invisibile al mio occhio umano. Capii che si trattava di uno dei vampiri che mi dava la caccia.

Strinsi la borsa a me toccando da sopra la tela la consistenza dura del legno. Mi faceva meno paura pensare che avessi un'arma di protezione lì con me.

"Lidya". Sentii una voce provenire da dietro di me. Era una voce femminile e alquanto mielosa; forse, persino di più di quella di Greta.

Non ebbi il coraggio di voltarmi; perciò, la donna mi venne davanti e mi fissò come qualcuno guarda un bel pezzo di carne dopo che non mangia da giorni e giorni.

Indietreggiai.

"Lidya Thompson", tuonò lei con una risata malefica.

Ebbi il coraggio di alzare gli occhi e notai i suoi capelli corti e castani. Era molto bella; forse, perché era un vampiro. Tutti i vampiri dopo la trasformazione diventavano belli.

"Che ci fai in giro a quest'ora?", domandò lei picchiettando con il tacco a terra.

Alzai le spalle.

"Mi piace pensare che Adrian venga a cercarmi", risposi senza pensarci più di due volte.

"A quest'ora?", chiese con un sopracciglio alzato, "un po' strano, no?"

Rimase in silenzio e fece un passo in avanti.

"Sai chi sono io, vero?", domandò poi.

Annuii.

"Si, i Miller mi hanno già avvertita riguardo un gruppo di vampiri alla ricerca di me e Adrian", risposi con tono freddo e voce tremante.

Ci ero quasi. Adesso, tra pochi minuti, mi avrebbe portata via e mi sarei ritrovata nel loro covo.

Bastava ancora poco e tutto sarebbe finito.

"Bene", sorrise e mi accarezzò una guancia venendomi vicino.

Avvicinò la testa alla mia e sentii il suo naso freddo sfiorarmi il collo. Mi annusò e si allontanò di scatto con gli occhi già rossi e le occhiaie al di sotto.

"Direi che è meglio portarti via prima che io finisca per mangiarti", mi sorrise e, con un gesto veloce del suo gomito, sentii una botta secca sulla tempia.

Da quel momento in poi non sentii più nulla.

Vidi buio e tutte le mie paure scomparvero.

SPAZIO AUTRICE

Lidya ha deciso di combattere e di portare con qualche paletto di legno. Avrà fatto bene, o no?
Cosa ne pensate dell incontro con quella vampira? Andrà tutto com'era nei piani?

Era corto; ma cerco di aggiornare il prima possibile! <3

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