Il vento mi faceva svolazzare i capelli e, di tanto in tanto, qualche spiffero passava attraverso il colletto leggermente aperto della giacca causandomi dei brividi odiosi.
Mi strinsi più forte al corpo di Adrian, incapace di aprire gli occhi. Preferivo non vedere nulla o avrei pensato che stessimo andando a sbattere.Come potevo poi preoccuparmi delle macchine che viaggiavano veloci se venivo trasportata in quel modo all'aria aperta?
Poi, si fermò di colpo e pensai seriamente di poter sbalzare in aria; ma le braccia di Adrian mi strinsero talmente forte da smorzarmi il respiro.
Ebbi un attimo di giramento di testa e, soltanto quando finì, appoggiai i piedi per terra, reggendomi comunque al collo di Adrian che assomigliava tanto alla pietra.
Mi passai una mano tra i capelli e mi guardai attorno senza capire.
"Dove... siamo", sussurrai alla fine facendo un passo in avanti.
"Siamo sul tetto di un edificio", mi spiegò lui prendendomi per la vita per paura che cadessi di sotto. In ogni caso, sapevo che mi avrebbe presa e riportata in cima sana e salva.
Guardai di sotto: era altissimo.
"Hai paura?", mi domandò preoccupato tirandomi indietro.
La mia schiena toccò il suo torace e venni percossa da un brivido di puro piacere. Volevo non smettere mai di stargli accanto e provare le farfalle nello stomaco che tanto mi rendevano felice e spensierata.
Scossi la testa e mi voltai verso di lui.
"No, non ho paura", gli sorrisi e lo abbracciai, allargando le braccia sulla sua schiena. Adoravo sentirlo così vicino.
Con lui accanto non avevo paura di niente e nessuno.
Le sue braccia mi cinsero i fianchi e mi baciò il capo con amore e gentilezza.
"Perché mi hai portato quassù?", domandai curiosa. Non c'era nulla di bello a stare sopra un tetto, dopotutto.
"Aspetta e vedrai", mi sorrise e mi fece voltare verso il cielo.
Si sedette sulle tegole e mi tirò giù, facendomi sedere in mezzo alle sue gambe. Abbracciai le sue ginocchia con entrambe le mani e appoggiai il capo al suo petto.
"Stanotte c'è la luna piena e vorrei che tu la vedessi assieme a me", mi disse in modo abbastanza silenzioso. Forse, per non rovinare il momento magico che si era creato tra di noi.
Gli sorrisi e guardai le nuvole accerchiate alla luna: la volevano tutti; eppure, lei era sola e felice lassù nel cielo.
"Tra pochi secondi scompariranno e ci sarà solo lei", mi sussurrò all'orecchio iniziando a fare il conto alla rovescia.
"10, 9, 8...", iniziò lui con la sua voce profonda. Adoravo la sua voce e a solo sentire le sue corde vocali vibrare mi veniva la pelle d'oca.
Mi persi nel suono della sua voce e persi il conto.
"3, 2, 1...", trattenne il fiato e puntò il dito contro di essa, "eccola!", esultò.
Sentivo la sua felicità uscire da tutti i pori.
Sorrisi e guardai le nuvole andarsene via e lasciarla sola in tutta la sua bellezza.
Era luminosa e piena: era senza dubbio perfetta.
"È bellissima...", sussurrai.
Adrian mi baciò la testa e mi strinse più forte a sé.
"Tu sei bellissima, Lidya", sussurrò in maniera più che sincera "e ti amo con tutto me stesso"
Sorrisi.
"Ti amo anch'io, Adrian"
Poi, d'un tratto, mi voltai verso di lui ed iniziai a baciarlo prendendogli il viso tra le mani e accarezzandogli finalmente il corpo.
Lassù, nessuno poteva vederci o sentirci. Nemmeno i suoi cugini visto che erano rimasti alla festa.
Diedi modo alla sua lingua di entrare e iniziammo a baciarci con più passione e con la voglia di toglierci i vestiti di dosso; ma sapevo che Adrian non voleva essendo ancora umana.
Toccai i suoi pettorali ed infilai lentamente una mano calda sotto alla camicia scura iniziando ad accarezzargli la pelle ed i muscoli duri.
Lo sentii irrigidirsi e continuai a baciarlo più a fondo e con più vigore. Sentii un bruciore nascere all'interno del mio corpo e ritrassi la voglia di andare oltre.
"Lidya...", mugolò lui tra un bacio e l'altro, "Lidya...". Mi prese dai fianchi e mi allontanò lentamente dal suo corpo.
Tolsi la mano da dentro la camicia e la ricacciai nella tasca del giubbotto a gran velocità.
Tossicchiai e mi portai una ciocca di capelli dietro all'orecchio destro.
"Non riesco a controllarmi così bene... sei comunque un'umana", sussurrò con toni calmi.
Lo compresi a pieno.
"Ma ci sarebbe un modo per porre fine a tutto questo", aggiunse prendendomi dalle spalle e scuotendomi appena, "potrei trasformarti e tu diventeresti come me. Potremmo vivere tutta la vita assieme e fare tutto senza il problema perenne che io possa mangiarti o ucciderti da un momento all'altro"
Sospirai e guardai per aria.
Si? No?
La risposta già la sapevo, bastava solo dirglielo
"Adrian, io...", feci per dirglielo; ma sentii un ululato.
Tesi le orecchie e mi bloccai sul colpo ascoltando bene quei rumori.
Non era un cane.
Adrian si alzò in piedi aiutandomi ad alzarmi. Mi tese le mani e mi fece attaccare al suo collo. Mi tenni stretta per non cadere, aspettando una qualche sua spiegazione che, però, non avvenne.
"Adrian, cos'è stato?", domandai incerta.
Un altro ululato.
"Un lupo", sussurrò.
"Un lupo, qui? Non esistono i lupi a Danville!", ridacchiai incerta.
Scosse la testa e sospirò.
"Non sono lupi normali... sono lupi mannari", disse guardandosi attorno, "lupi mannari la sera della luna piena. Qualche lupo sarà tornato per crearne altri e si sarà approfittato della luna piena. Se un uomo viene morso nella notte di luna piena si trasforma"
Un altro sospiro.
"Lupi mannari? Ma non avevate detto che si erano istinti?", domandai incerta.
Un altro ululato.
"Sono tornati. I lupi mannari sono tornati e ne stanno creando altri... e non sarà un bene per noi vampiri. E nemmeno per te, Lidya. Per nessuno di noi"
FINE
SPAZIO AUTRICE
La storia è finalmente finita e spero vi sia piaciuta! <3
Come ben sapete ci saranno presto i sequel (ben due!) :) <3
Votate, commentate e fatemi sapere che cosa ne pensate!Per chi non avesse ancora letto il mio primo libro, passate anche a dare un'occhiata ad "Innamorata di mio fratello" <3
Grazie per aver letto, commentato e votato!!! <3 <3
Inizierò presto a scrivere il sequel <3
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BIANCOSPINO
Ma cà rồng-PRIMO LIBRO DELLA TRILOGIA DI "BIANCOSPINO"- E' il terzo anno scolastico per Lidya Thompson e tutto sembra noiosamente uguale agli anni scorsi: stessi compagni, stessa classe e stessi professori. Nulla sembra essere cambiato; nulla, tranne lui: Adr...