CAPITOLO 7

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"Oh, oh, ti sei fatta carina, vedo", mi sorrise Greta non appena entrai in macchina.

Davanti c'era Jason che mi sorrise e mi guardò leccandosi il labbro inferiore.

"Niente di che, in realtà", le sorrisi e salutai Jason solamente con lo sguardo.

"Sono contento che tu sia venuta con noi. Ci divertiremo stasera", mi confermò Jason, sorridente, voltandosi poi verso la sorella alla guida dell'auto.

Anche lui, notai, sembrava essere di colpo cambiato. In positivo, certo.

Mi sembrava anche alquanto strano che guidasse lei. Solitamente sono gli uomini a scortare le donne, non viceversa.

"Si, spero di si...", sussurrai indecisa, "e Adrian?", chiesi poi, curiosamente.

"Adrian viene giù con la sua macchina, zuccherino", m'informò Greta con un sorriso, guardandomi attraverso lo specchietto.

"Ma gliel'avete detto, vero, che ci sono anch'io?", chiesi, poi, poco convinta.

"Assolutamente no, o avrebbe protestato come suo solito", sbuffò Jason da davanti.

Sussultai e mi schiantai contro il sedile sentendomi, di colpo, coraggiosa.

"Perché state facendo questo? Insomma, perché volete a tutti i costi che ci sia anch'io?", chiesi, incoraggiata dalla mia curiosità.

"Perché Adrian è solo ed è nato per stare solo: cosa alquanto deprimente", iniziò Greta, guardando poi Jason.

"E, poi, sei la prima ragazza che entra in casa nostra. Che vuole vedere Adrian, naturalmente", finì la frase lui lasciandomi perplessa e, al tempo stessa, felice di questa rivelazione.

"E, allora, perché cerca di evitarmi a tutti i costi?", chiesi, affacciandomi ai sedili davanti.

Jason e Greta non erano poi così male.

"Perché, te l'ho già detto, Adrian è strano ed è un eremita. Vuole stare da solo perché pensa di distruggere le vite degli altri", mi ripeté Greta, scocciata.

Annuii e guardai la macchina fermarsi davanti ad un pub molto illuminato.

"Dove siamo?", chiesi, curiosa, scendendo dalla macchina.

"In un pub, zuccherino", rispose lei, scendendo dall'auto e guardando il fratello con uno sguardo strano.

"Non sono mai stata qui", aggiunsi col sorriso camminando in direzione della porta.

Entrammo dentro e, dopo essermi guardata intorno, seguii Greta e Jason fino ad un tavolo vuoto di fianco ai finestroni.

Mi sedetti vicino alla finestra, nascosta da tutti.

"Adrian non è ancora arrivato?", chiesi dispiaciuta.

"Arriverà, arriverà... tra giusto... tre minuti esatti", mi confortò Greta, schiarendosi la voce dolce e guardando lo schermo del cellulare.

Sospirai e aspettai il suo arrivo seduta di fianco a Jason, vestito con jeans e camicia.

Guardai fuori dal vetro del locale e sorrisi apertamente quando vidi una jeep nera fare capolino dentro al parcheggio.

Vidi Adrian scendere, noncurante della mia presenza, ed entrare nel locale venendo dritto verso la nostra direzione.

Il mio corpo era nascosto da quello di Greta, seduta davanti a me.

La guardai negli occhi, mi sorrise e si alzò in piedi pronta ad accogliere suo cugino.

Lo abbracciò e, non appena Adrian alzò la testa, non smise più di fissarmi. Probabilmente, credeva di star semplicemente sognando; ma non era così.

BIANCOSPINODove le storie prendono vita. Scoprilo ora