CAPITOLO 45

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"Non ci voglio credere! Siamo tornati al punto di partenza in cui lui non mi calcolava ed io ero una sfigata che gli correvo dietro!", urlai tra le lacrime mentre ero al telefono con Greta.

Lei rimase un attimo in silenzio e soffiò.

"Lidya, ascoltami; abbiamo preso questa decisione tutti assieme", mi rivelò, "lo sai anche tu quanto io voglia che voi due stiate assieme; ma non potete. Non adesso. Non finché non scopriamo chi sia questo vampiro che vuole te e Adrian"

"Ma non cambierà nulla se noi due non ci vedremo più! Loro cercheranno sempre di prendermi perché capiranno che lo staremo facendo apposta... ", cercai di spiegarle.

"Lo so, io... lo so. Ma sai com'è Adrian... lui...", cercò di spiegarmi.

"Lui fa sempre di testa sua. Lo so", cercai di non piangere e tirai su dal naso, "Greta, promettimi che proverai a convincerlo. Promettimi che cercherai di fargli capire che sta facendo la scelta sbagliata", la pregai.

Mi girai dall'altra parte del letto e mi coprii fin sopra al mento.

"Te lo prometto Lidya; ma sai che non ti assicuro nulla", sussurrò.

Rimasi in silenzio e sbuffai.

"È arrivato. C'è anche Jason con lui. Devo andare", rimase in silenzio, "ciao, Lidya"

"Ciao", la salutai non appena il telefono si staccò.

Guardai la schermata del mio cellulare e lo buttai sul letto con un tonfo facendolo cadere a terra.

Biascicai qualche parolaccia e mi chinai a prenderlo con fatica per poi rimetterlo sul letto.

Proprio in quel momento la porta si aprì e vidi mia madre fare capolino da dietro la porta.

"Lidya?", chiese, lei, rimandendo lì dietro. Come se volesse chiedermi il permesso di entrare.

Annuì e mi venne vicino sedendosi sul letto di fianco a me.

Le sorrisi e feci finta di stare benissimo. Giusto per non farla preoccupare ulteriormente.

"Come stai? Ti ho sentita urlare da sotto", mi rivelò facendomi alzare gli occhi al cielo, "stavi litigando con qualcuno?"

Scossi la testa e decisi di dirle una mezza verità.

Il consiglio delle madri era sempre ottimo in questi casi.

"Stavo parlando con Greta"

"La tua amica? La sorella del tuo compagno di classe?", chiese poco convinta.

"La cugina. La cugina di Adrian", le spiegai, "vedi, Adrian ha deciso di non parlarmi più"

"Avete chiuso?", mi chiese con volto triste.

"No, noi non stavamo assieme; solo che...", cercai di parlare; ma mi bloccò sin da subito.

"Solo che a te piaceva", mi sorrise e mi accarezzò la fronte con fare leggero.

Annuii.

"Sai, Lidya, alle volte non sappiamo per quale motivo certe cose debbano succedere. Succedono e basta. E bisogna imparare a prendere certe situazioni di petto, senza farsi trascinare verso il basso", prese una pausa nella quale prese un respiro e mi sorrise, "puoi provare a parlargli e chiedere spiegazioni sul perché di questo suo gesto. Non dico di non tentare perché, se ti piace una persona, è giusto che tu faccia di tutto per averlo. Però, vedi di pensarci bene. Di non reagire d'impulso come tuo padre", rise e guardò il mio cellulare vicino a me, "perché non chiami Gladys, questa sera, e le chiedi di uscire? Tornate presto e andate a bere qualcosa da qualche parte. Almeno, ti sfogherai un po' e sarai pronta per affrontarlo, domani".

Mi guardò in cerca di una risposta ed annuii, convinta più che mai.

"Si, hai ragione. Devo sfogarmi un po'; così, domani, saprò cosa fare", annuii e presi il cellulare iniziando a cercare il suo nome nella rubrica.

"Ora vado", disse, lasciandomi un bacio sulla fronte e sorridendomi; prima di dirigersi verso la porta, "devo chiudere?", mi chiese dolcemente.

Annuii.

"Si, grazie", le sorrisi, "grazie, mamma"

Mi sorrise un'ultima volta e chiuse la porta con garbo.

Composi il numero e, la mia amica, rispose dopo pochi squilli.

"Lidya!", mi salutò felice.

"Ciao, Gladys", la salutai di rimando cercando di non sembrare delusa o triste.

"Stai bene?", chiese lei, capendo sin da subito che qualcosa non andava.

"Tralasciamo questo particolare... ti spiegherò meglio stasera, se vorrai venire con me", le proposi.

"Dove?", chiese.

"A bere qualcosa in qualche bar del centro". Mi alzai dal letto e aprii l'armadio.

Ero contenta di uscire un po'.

"Andiamo nel pub dei motociclisti! Peter mi ha detto che fanno una buonissima birra e degli ottimi panini. Che ne pensi?", mi propose lei.

"Certo, va benissimo!", conclusi felice.

"Perfetto! Allora, ci vediamo stasera alle nove davanti al pub. Vengo giù con il pullman", mi salutò.

"Alle nove", sorrisi, "a dopo, Gladys!". Staccai la chiamata e m'infilai in tutta fretta dei jeans ed una camicia.

Per il momento, dovevo solo non pensare più ad Adrian.

***

Scesi dal pullman e mi avviai verso il pub stringendomi nella giacca scura.

Gladys abitava dalla parte opposta di casa mia; per questo motivo prendevamo due pullman diversi.

Fuori c'erano tantissime moto di diverse marche con uomini barbuti dalle giacche di pelle addosso.

Entrai dalla porta principale con lo sguardo basso e cercai Gladys, seduta al primo tavolo disponibile.

Mi salutò con la mano e le andai in contro col sorriso sulle labbra.

Si alzò dal proprio posto e mi baciò sulle guance con affetto, sedendosi nuovamente e facendomi segno di accomodarmi.

"Scusa se ti ho aspettata dentro; ma fuori si gelava", si scusò lei, alzando una mano per chiamare una cameriera con il blocchetto in mano.

"Tranquilla", risposi, sorridendo poi alla cameriera con una coda scomposta in testa.

"Volete ordinare?", chiese cordialmente.

Annuimmo entrambe.

"Io prendo una birra bionda", feci segnare la mia ordinazione.

"Io solo una coca cola... e una porzione di patatine fritte", ordinò la mia amica.

"Qualche salsa?", chiese ancora.

"Solo maionese, grazie", le sorrise e la cameriera ci lasciò sole.

"Okay, perfetto. Ora, raccontami tutto"

SPAZIO AUTRICE

La mamma di Lidya è entrata in azione e le ha consigliato di uscire un po' con Gladys.
Cosa le racconterà, ora, per mantenere il segreto dei Miller?

Sopra Lidya <3

BIANCOSPINODove le storie prendono vita. Scoprilo ora