CAPITOLO 71

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"Sappiamo che stanno arrivando dei nuovi vampiri in città", mi annunciò Jason non appena mi aprì la porta.

Ero contenta di rivederli.

Era ormai da un mese che Adrian non c'era e i loro cugini erano come scomparsi da quando loro padre gli aveva esplicitamente chiesto di allontanarsi da me.

Entrai in casa guardandomi attorno e riconoscendone le pareti in legno e i quadri vecchio stile.

"Cosa...?", domandai senza capire.

Vidi Greta venirmi in contro in tuta e con i capelli legati in uno chignon disfatto.

Era la prima volta che la vedevo così sciatta nonostante fosse in casa solamente con suo fratello e me.

"Lidya, dobbiamo parlarti", mi disse bruscamente, prendendomi da sotto il braccio e accompagnandomi fino al divano dove mi fece sedere.

"Mi dite cosa sta succedendo?", chiesi senza capire guardando i cugini di Adrian in piedi davanti a me.

Ero agitata e il mio sesto senso mi diceva che qualcosa non andava per il verso giusto.

E se fosse successo qualcosa ad Adrian? Se fosse morto?

"Non sembrate contenti di vedermi...", sussurrai, delusa dai miei ormai amici.

A queste parole dure, Greta mi si sedette vicino e mi prese il volto tra le mani gelide.

"Certo che siamo contenti!", esultò lei in tono serio e deciso. Non l'avevo mai vista così, "siamo solo preoccupati"

"Perché?", domandai prima all'una e poi all'altro.

"Perché non ti vedevamo da un po' e avevamo paura ti potesse succedere qualcosa", mi spiegò Jason tristemente facendo un passo verso di me.

Gli sorrisi, contenta del loro amore che provavano nei miei confronti.

"Quindi... cos'è che sta succedendo di preciso?", domandai in modo preoccupato.

"Stanno arrivando dei vampiri", mi spiegò lui brevemente.

"Vostri parenti?", domandai contenta. Se fosse stato così sarei solamente stata contenta di conoscerli e presentarmi.

Greta scosse la testa.

"No, non sono nostri parenti. Sono dei vampiri che hanno sentito girar la voce di un vampiro giovane cacciatore di vampiri, figlio di un vampiro e di una vampira cacciatrice"

"Adrian", sussurrai spaventata.

"E della sua fidanzata umana", continuò lei.

Rimasi senza parole e mi portai una mano sulla bocca, tappandomela.

"Cosa vogliono da noi?", domandai.

Greta mi prese un braccio e me lo strinse appena.

"Loro vogliono...", iniziò; ma subito si bloccò.

Si alzò di scatto e guardò il fratello con aria spaventata.

"Papà sta arrivando. L'ho sentito: è qui vicino", sussurrò lei guardandomi. Sapevo di non poter rimanere lì a quel punto, "portala di sopra e falla scendere dalla finestra. Io l'ho intratterrò qui sotto.

"Dalla finestra?", chiesi, spaventata di dover saltare giù. Non ero così agile come lo erano loro.

Sentii Jason prendermi dalla vita e portarmi di sopra in una delle tante camere.

Mi aggrappai alle sue braccia e mi lasciai trascinare di sopra ad occhi chiusi.

Non appena il mondo intorno a me si fermò, sentii di nuovo il pavimento sotto ai piedi e, quando aprii gli occhi, vidi Jason spalancare la finestra e farmi camminare sul balcone.

Mi voltai verso di lui e guardai la stanza dietro: il letto era fucsia e non mi ci volle molto a capire di chi fosse la camera.

"Non posso buttarmi, Jason! È troppo alto!", cercai di non fare la voce lagnosa; ma mi uscì comunque, spaventata dal fatto di dovermi buttare di sotto.

"Ci sono io, Lidya", mi venne incontro e mi prese dalla vita, "ti porterò io di sotto, tranquilla. Salterò con te, okay?", mi rassicurò lui alzando di poco il mio viso e scrutando il mio sguardo ancora spaventato.

Ci pensai un attimo su e annuii.

"Voltati". Mi prese dai fianchi e mi fece voltare verso la ringhiera dove, con un balzo, mi ci ritrovai sopra con lui dietro.

Guardai di sotto e affondai le unghie nella carne di Jason.

"Lidya, non mi tratterrò a lungo... il tuo sangue...", sussurrò a denti stretti.

Deglutii e mollai di poco la presa.

"Allora, salta". Mi convinsi una volta per tutte chiudendo gli occhi.

In meno di due secondi mi ritrovai con i piedi per terra e, voltandomi verso di Jason, notai che i suoi occhi erano rossi e le sue occhiaie nere come il carbone.

Si scostò da me e tirò fuori i denti.

"Jason... che cosa vogliono quei vampiri?", domandai, allontanandomi di un passo.

Lo vidi tremare e passarsi una mano davanti al naso, coprendoselo.

Scosse la testa e mi guardò con sguardo davvero dispiaciuto.

"Mi dispiace...", fece altri passi indietro e scosse la testa, espirando, "mi dispiace, Lidya"

Lo vidi saltare e tornare sul balcone chiudendosi dentro casa.

Spaventata, arretrai e, in men che non si dica, iniziai a correre verso casa.

SPAZIO AUTRICE

In questo capitolo avete visto che altri vampiri vogliono un qualcosa da Lidya e Adrian, ma che cosa?
Non appena Lidya e i Miller riusciranno a rivedersi lo scoprirete di certo.
E che ne pensate di come Jason non riesca proprio a trattenersi dal sangue?

Sopra Lidya e Jason
(Ormai tutte sanno che il mio personaggio preferito nella storia è proprio lui) :)

BIANCOSPINODove le storie prendono vita. Scoprilo ora