CAPITOLO 48

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"Dimenticavo che nella lezione di matematica ti avevo vicina...", sbuffò Adrian facendomi sedere di fianco a sé.

Posai il libro ed il quaderno sul banco e lo fulminai con lo sguardo.

"Ieri non mi sembravi poi così disperato quando mi hai rivista...", sussurrai, già nera per la rabbia.

"Ieri era diverso", sbuffò, "ti avevano messo le mani addosso"

"Sai che ti dico? Che, se non volessi più parlarmi, ieri non mi avresti salvata!", sbottai sempre più a bassa voce non appena la professoressa di matematica entrò in aula.

"Ma che cosa dici?! Ti pare che ti avrei lasciata lì?", chiese sbigottito.

Annuii.

"Avresti dovuto e ti saresti risparmiato tutta la fatica", sbattei la penna sul banco e guardai la cattedra.

"Beh, non sono un mostro, sai?", chiese disperato e leggermente irritato.

"Lo so che non lo sei...", sussurrai, dispiaciuta per le mie parole, "ma, non ti sembra esagerato, continuare a non calcolarmi e far finta di odiarmi?"

"No, Lidya. Io non ti odio. Non ti odio nemmeno per finta", mi rassicurò, voltando il viso verso di me.

"Sembra solo, allora", respirai, "forse, perché mi stai evitando"

"Sai che non vorrei", bisbigliò.

"Ma lo fai lo stesso senza nemmeno provare a cercare un altro modo per non farlo", risposi secca.

Sospirò e si prese la testa tra le mani, ciondolando.

"Lo so... solo che... non so più nemmeno io cosa sarebbe meglio fare", rispose tristemente.

D'istinto, appoggiai la testa sulla sua spalla e respirai.

A contatto con Adrian riuscivo a sentirmi, finalmente, tranquilla e protetta allo stesso tempo.

Lo sentii irrigidirsi e, dopo pochi minuti, sospirò.

***

"Vorrei capire, per quale motivo, tu e Adrian già non vi calcolate più".

Sentii la voce di Dominic dietro all'orecchio e, spaventata, mi voltai di scatto.

Lo guardai dritta negli occhi e sospirai, contenta che fosse solo lui.

Sembrava così gentile nei miei confronti, nonostante Adrian lo odiasse.

Probabilmente, solo per il fatto che avevamo litigato. In fondo, erano stati amici loro due.

"Lasciamo perdere, che è meglio", sbuffai, passandomi una mano tra i capelli scuri.

"Perché?", chiese, appoggiandosi al muro dietro di sé, "lo sai che Adrian è il solito paranoico guasta feste. Che cos'altro ti aspettavi da una persona come lui?!", mi domandò ridendo.

Stava scherzando, ne ero al corrente; ma il modo in cui parlava di Adrian mi dava fastidio. Mi faceva saltare i nervi.

Strinsi un pugno e feci un passo avanti.

"Che cosa mi aspettavo?! Adrian è una persona meravigliosa e gentile! Forse, si, è un po' paranoico; ma non è poi un così gran difetto, se così si può chiamare!", puntualizzai con tono irritato.

"Lo difendi pure?!", mi chiese sghignazzando.

Mi chiedevo che cosa ci fosse di così tanto divertente.

Forse, perché Dominic non sapeva che il loro segreto non era più soltanto dei vampiri; ma, per una volta, anche di un'umana.

"Tu non lo conosci fino in fondo. Non quanto lo conosco io". Mi venne vicino e sorrise con fare quasi diabolico.

"Lo conosco meglio di quanto tu possa credere", ribattei con sguardo duro e deciso.

Si allontanò e fece una faccia quasi sorpresa. Scandalizzata.

Fu lì che capii di aver detto troppo.

Mi allontanai a gran passi e chiamai Greta il più in fretta possibile.

SPAZIO AUTRICE

Si, lo so, questo capitolo è davvero corto.
Ma qui capirete come Adrian stia per cambiare idea riguardo all'allontanamento da Lidya...

Sopra Dominic :)

BIANCOSPINODove le storie prendono vita. Scoprilo ora