CAPITOLO 57

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Corsi a per di fiato fin fuori la casa di Stacie e ripresi aria, appoggiata con la schiena al muro candido.

Respirai e cercai di liberare la mente da tutti quei pensieri.

"Corri veloce per essere un'umana...", si complimentò con me una voce più che conosciuta.

Mi voltai, ancora infuriata.

"Dominic, lasciami da sola!", esordii, incamminandomi di tutto passo verso la fermata del pullman più vicina.

Lo sentii seguirmi ed iniziò a camminare al mio stesso passo, rimanendo al mio fianco.

"Non ti lascerò tornare a casa da sola", esordì lui con preoccupazione.

"Invece, lo farai eccome", risposi brusca.

Per quanto fosse gentile, sapevo che sotto sotto era anche lui un vampiro. Quindi, preferivo di gran lunga cavarmela da sola, d'ora in poi.

Aumentai il passo, sperando rimanesse indietro.

Con una mossa veloce, mi superò; sbarrandomi la strada.

Incrociai le braccia al petto e lo guardai con la furia omicida negli occhi.

"A me, al contrario di Adrian, non m'interessa se qualcuno mi vede. Basta che non ti lascio sola", mi prese una mano e la tirò a sé.

Guardai la nostra unione e sbuffai, indecisa.

"E va bene, accompagnami". Mi lasciai convincere e Dominic mi sorrise, sicuro di sé.

Dopotutto, non ero arrabbiata davvero con lui dato che mi aveva semplicemente fatto aprire gli occhi.

"Bene, ti accompagno alla macchina". Mi fece cenno di seguirlo e così feci, ancora titubante; ma, in fondo, non doveva esserci nulla di male.

Ormai, Adrian se n'era andato con Stacie ed io potevo fare quello che più volevo.

Riconobbi subito la sua auto e, dopo avermi aperto la portiera con gran galanteria, corse fino al posto di guida dove si allacciò la cintura in tutta fretta.

"Faresti bene ad allacciartela anche tu", mi raccomandò, guardando il mio corpo libero da ogni protezione.

Feci quanto richiesto e lui partì subito dopo.

"Sono abituata con i Miller, ormai", lo rassicurai.

Accellerò e mi tenni stretta al sedile, piantandoci le unghie dentro.

"Si, si vede quanto sei abituata...", rise lui, guardando la mia faccia spaventata, "rallento un po'", mi rassicurò lui con tono gentile.

Lo ringraziai, solo con il labiale, e continuai a guardare la strada davanti a me.

"Come pensi di fare, se Adrian volesse mai trasformarti? Insomma, hai paura della velocità e i vampiri corrono...", disse tutto d'un tratto, facendomi rattristare ancora di più.

"Adrian non mi trasformerà mai; e, anche se avesse avuto un'idea del genere, dopo stasera sono sicura che gli passerà", gli ricordai.

Annuì e cercò di guardare avanti, tossendo.

Sapevo che voleva aggiungere altro; solo, non gli andava d'infastidirmi.

Continuai a guardare fuori dal finestrino quando mi accorsi che aveva sbagliato via.

"Dominic, hai sbagliato...", iniziai io, correggendolo.

Mi bloccò e sorrise.

"Via. Si, lo so", finì lui, stupendomi.

Mi guardai attorno senza capire. Non ero allarmata; o, almeno, non ancora.

"Dove stiamo andando? Ti avevo chiesto di riportarmi a casa...", lo ammonii io, guardando la mia via sparire a poco a poco.

"A casa mia. Andiamo a casa mia", mi rispose lui in modo molto tranquillo.

"A casa tua?! Ti avevo chiesto di riportarmi a cada mia, diamine!", ribattei arrabbiata, "sei fuori di testa tanto quanto Adrian...", biascicai.

"Sarebbe stato inutile, perché ti avrei portata fin qui con la forza, se necessario"

Rimasi a bocca aperta e cercai di comprendere, invano.

"Perché?", gli chiesi senza capirci nulla.

"Perché ho una questione in sospeso con Adrian e, ora, mi servi tu", mi spiegò molto brevemente.

"Senti, anch'io ho delle questioni in sospeso con lui; ma non vado a rubare delle persone a caso solamente per il piacere di farlo!", sbottai nervosa, "mi puoi dire, almeno, di quali questioni stai parlando?!", gli domandai.

Rimase in silenzio e si voltò verso di me, stupito.

"Cioè, non te l'ha detto?!", mi chiese scioccato.

Cambiò marcia e fece una curva, sempre rallentando.

Scossi la testa e provai a ricordare.

"Che cosa mi doveva dire? Non mi ha detto nulla su di te!", risposi brusca.

Ero stanca dei segreti, stanca di... tutto.

"Il segreto! Ecco, era di questo che non voleva parlarmi! E questo qualcosa, a quanto so, riguarda anche te!", capii subito dopo.

"Segreto?", domandò lui.

"Si, sui suoi genitori. È questo, vero, l'affare che avete in sospeso?", chiesi con un sopracciglio alzato.

Annuì.

"Qualcosa del genere", rispose lui, freddo.

Parcheggiò l'auto e, con velocità, mi aprì la portiera e mi prese da un braccio.

Guardai casa sua e fui sicura di ricordarmela così com'era, nei dettagli.

Avevo memoria fotografica. Su questo non c'erano dubbi.

"Entriamo", mi spinse dentro al giardino.

"No! Non voglio entrare in casa tua! Voglio tornare a casa mia e nient'altro!", mi divincolai, cercando di rimanere ferma.

"Sta zitta!", sussurrò, tirandomi verso la porta di casa sua.

L'aprì, tenendomi ben stretta per un braccio, e mi fece entrare chiudendosela poi alle spalle.

Socchiuse gli occhi e abbassò la testa non appena sentii dei passi provenire da dietro di lui.

Guardai con la coda dell'occhio e abbassai subito la testa non appena vidi un uomo sulla quarantina venire verso di me a passo deciso.

Era identico a Dominic.

SPAZIO AUTRICE

Dominic ha convinto Lidya a venire in macchina con lui; ma la destinazione non sarà casa sua, bensì la casa di Dominic...
E tutto questo solo perché Adrian ha delle questioni in sospeso sui suoi genitori che racchiudono anche Dominic.
Quali saranno??
E, ora, c'è un uomo in quella stanza. Un uomo che assomiglia tutto per tutto a Dominic.
Chi sarà??

Sopra Lidya.

BIANCOSPINODove le storie prendono vita. Scoprilo ora