Tre settimane.
Tre settimane nella quale di Adrian nemmeno la traccia e vedevo vampiri che, in realtà, erano umani.
Avevo le allucinazioni, probabilmente; o, più che sicuramente, ero solo spaventata dal fatto che non sapessi chi avessi di fianco in ogni momento.
Dovevo capire che non avevo più Adrian vicino a proteggermi. Certo, avevo Greta e Jason; ma non erano nulla in confronto alla sua presenza e al suo lato protettivo.
Oltretutto, Harris aveva ribadito più e più volte di starmi lontana. E, loro malgrado, dovevano ascoltarlo.
Voleva che mi dimenticassi di loro e che loro si dimenticassero di me il prima possibile; ma sarebbe mai stato possibile senza volermi soggiogare?
Soltanto quando loro padre non c'era i suoi figli m'invitavano con gioia. Amavano stare con me ed io ero felice stando con loro. Mi facevano ritornare sempre in mente ricordi dalla quale non volevo assolutamente scordarmi.
Adrian era in ogni mio movimento, in ogni mia parola ed in ogni cosa che facevo o vedevo. Per questo motivo era impossibile da dimenticare.
Con David, invece, le cose andavano da bene in meglio. Per sino Gladys aveva capito che era veramente cambiato, anche se non riusciva a spiegarselo; naturalmente, io alzavo le spalle ogni volta con gran disinvoltura.
"Ti vedo meglio, sai?", m'informò David durante l'intervallo, fermandosi di fianco al muro dove ero appoggiata.
Mi piaceva rimanere lì e guardare la mia classe e quella che era stata di Dominic, rivivendomi nuovamente le loro litigate strane per la quale non ci capivo nulla. Solamente ora mi veniva da sghignazzare ripensando a quando non sapevo ancora niente dei vampiri e del loro strano mondo.
"Si?", gli sorrisi, titubante della sua idea che si era fatto suo mio comportamento.
"Si, non sto scherzando", ridacchiò e mi accarezzò una guancia. Questo gesto affettuoso mi riportò ai vecchi tempi, quando ancora stavamo assieme e tutto andava per il verso giusto. Quando ancora non conoscevo i segreti del nostro mondo.
Lo guardai con occhi dolci.
Forse, non aveva tutti i torti. Era più che altro lui la ragione della mia quasi felicità.
"Ti manca ancora?", mi chiese, rendendomi nervosa. Mi sentivo a disagio a parlare di Adrian con il mio ex ragazzo, una volta uno psicopatico geloso.
Mi leccai il labbro inferiore e riguardai la mia classe immaginando il corpo di Adrian appoggiato con classe allo stipite della porta.
"Diciamo che è difficile dimenticare una persona alla quale tieni", provai a spiegargli senza ferirlo. Non volevo.
Si scostò da me e sospirò, leggermente allarmato.
"Lo sai, vero, che mi piaci ancora?", mi chiese speranzoso.
Lo guardai dritto negli occhi e annuii impercettibilmente.
"Si, lo so; ma...", provai a spiegargli quanto fosse impossibile, ora come ora, stare assieme a qualcuno che non fosse Adrian. Qualcuno che non fosse un vampiro.
"Ma ti aspetterò. Ti aspetterò sempre, Lidya", mi guardò dritto negli occhi e rimase serio, "so che ho sbagliato, so che ti ho fatto del male; ma sono cambiato e questo lo sai. Non so cosa mi prendeva in quei mesi, so solo che non ero quella persona". Mi sorrise e mi accarezzò il braccio facendomi venire i brividi, "ma ti prometto che non me ne andrò mai. Ti prometto che resterò sempre"
Cercai di metabolizzare ciò che mi aveva detto. Eppure, mi veniva ancora strano pensare che Adrian non sarebbe mai più tornato. Pensare che mi aveva abbandonata senza esitazione.
"Ma non è detto che Adrian non tornerà... non è che detto che...", provai a ribattere, delusa dalle mie poche speranze verso di lui.
"Che tornerà, lo so. Forse lo farà, certo; ma sai come la penso e so anche cosa pensi tu. Dovrai solo metabolizzare le cose con calma e ti capisco perfettamente", mi consolò lui, riportandomi alla realtà.
E aveva ragione. Non era detto che sarebbe tornato e lo sapevo.
Annuii, contenta di come mi stava trattando.
"Posso chiederti una cosa?", mi domandò tutto d'un tratto con l'ansia negli occhi.
Annuii nuovamente, spaventata da quella sua domanda.
"Quella sera, al concerto, avevi detto a quel ragazzo che eri fidanzata", mi ricordò.
Ritornai subito alla scena di quella sera: ero spaventata a morte dai vampiri. Questo, perché non sapevo riconoscerli; al contrario di Adrian.
"Si, era per scollarmelo di dosso", risposi sinceramente, sistemandomi dietro all'orecchio una ciocca di capelli.
"Okay, ma... chi intendevi per fidanzato?", domandò curioso.
Titubante, mugugnai un qualcosa di inascoltabile; speranzosa che non riuscisse a sentire le mie parole.
"Parlavi di me... o di Adrian?", domandò ancora a voce bassa.
"Ecco, io...", provai a pensare ad una cosa da dire che non riguardasse nessuno dei due.
Non volevo dirgli una bugia; ma nemmeno la verità.
"Ho capito. Intendevi Adrian...", sussurrò abbassando la testa con volto triste e disperato, "tranquilla, va bene così. Me lo aspettavo già", mi sorrise. Un sorriso poco sincero e di chi vorrebbe sparire.
Lo stesso sorriso che facevo io ogni giorno.
Alzò la testa e mi guardò dritto negli occhi.
"Lidya, Adrian non tornerà mai; ma io saprei renderti felice. E non me ne andrei mai da te", prese una pausa nella quale non tolse mai il contatto prolungato con i miei occhi, "questa è una promessa"
SPAZIO AUTRICE
David torna a riprovarci con Lidya, nonostante siano passate solamente tre settimane dalla scomparsa di Adrian.
Ma lui l'aspetterà e Lidya riuscirà mai a dimenticarsi del tutto di Adrian e a prendere una decisione??!
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BIANCOSPINO
Vampire-PRIMO LIBRO DELLA TRILOGIA DI "BIANCOSPINO"- E' il terzo anno scolastico per Lidya Thompson e tutto sembra noiosamente uguale agli anni scorsi: stessi compagni, stessa classe e stessi professori. Nulla sembra essere cambiato; nulla, tranne lui: Adr...