"Mi spieghi, ora, che cosa intendete farne di me?", domandai a Dominic non appena finii la cena e mi accompagnò in camera sua.
Avevo già in mente un ottimo piano per fuggire da quella casa: avrei chiamato Adrian il prima possibile. Magari, anche con una scusa.
Era l'unico modo per andarmene e non fargli far del male. Sempre che fosse venuto.
"Nulla di male", alzò le spalle e cambiò discorso, "mi dispiace per la cena; ma non siamo abituati a cucinare. Mia madre era brava, però", sorrise, rimanendo in piedi.
"Mio padre vuole che tu dorma con uno di noi due. Ti lasciamo libera scelta", aprì le braccia e si guardò attorno.
Vedere la sua camera spoglia mi dava un senso di solitudine.
"Preferirei stare qui", concordai con me stessa.
Sicuramente, era meglio Dominic che suo padre; ma, questo, non gliel'avrei detto.
"Come vuoi", si sedette sul bordo del letto e mi fece segno di andare vicino a lui, "non rimanere lì in piedi"
Mi sedetti di fianco a lui e sospirò.
"Non tornerò a casa stasera, vero?", domandai tristemente.
Scosse la testa.
"Mi dispiace; ma abbiamo bisogno che Adrian venga qui. E tu sei l'unica persona che lui vuole", scosse la testa e aprì la mano.
Sapevo che cosa voleva.
"So che ci hai già pensato; ma mio padre ci ha pensato prima di te. In questa casa non prende la rete e, in ogni caso, è meglio che tu me lo dia"
"Dovrei, almeno, chiamare mia madre e dirle che dormo da Gladys, o da Greta", provai a fargli capire, speranzosa del fatto di poterla fare franca.
Sorrise.
"Mio padre ha pensato anche a quello. È andato a casa tua e ha soggiogato i tuoi genitori in modo da fargli credere che per un po' starai da Gladys"
"I miei genitori?! Cosa...? Stanno bene?", domandai preoccupata.
"Si, loro stanno bene. Li ha solo soggiogati", rispose in tutta sincerità e compostezza.
Annuii e presi il telefono dalla tasca del giubbotto, mettendoglielo in mano.
Iniziava a fare caldo e addosso avevo solo il vestito.
Mi tolsi la giacca e la buttai sulla sedia libera di fianco al letto; così come gli stivaletti.
"Cosa farete ad Adrian non appena sarà qui? E come farà a sapere dove sono?", domandai sconvolta.
Il bello è che non avevo paura.
Ormai, i vampiri erano diventati parte integranti della mia vita e, oltretutto, sapevo anche che Dominic mi avrebbe protetta.
"Mio padre lo ha avvertito tramite un suo uomo asservito. L'ha mandato da lui e gli ha fatto dire dov'eri", mi spiegò in modo cauto, "riguardo al trattamento... non so che cosa, mio padre, abbia in serbo per lui"
"Gli farà del male?", domandai, alzandomi di scatto.
Scosse la testa.
"Non lo so", rispose in modo cauto, prendendoni una mano e tirandomi verso di sé.
Finii nuovamente seduta sul letto e lo guardai con le lacrime agli occhi.
Lo presi dalle spalle e lo scossi leggermente, nonostante non riuscissi a muoverlo di un millimetro.
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BIANCOSPINO
Vampire-PRIMO LIBRO DELLA TRILOGIA DI "BIANCOSPINO"- E' il terzo anno scolastico per Lidya Thompson e tutto sembra noiosamente uguale agli anni scorsi: stessi compagni, stessa classe e stessi professori. Nulla sembra essere cambiato; nulla, tranne lui: Adr...