CAPITOLO 19

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"Io e Peter ci siamo divertiti troppo, ti giuro! Abbiamo chiacchierato anche al telefono per metà pomeriggio, Domenica; ma, forse, te l'ho già detto", continuò a chiacchierarmi nell'orecchio Gladys.

La mia testa era altrove, quasi su un altro mondo. Mi sembrava di essere in tutt'altro posto meno che dentro all'aula.

"No, non me l'hai detto", risposi in modo vago e fiacco senza nemmeno pensarci su.

"Invece si che te l'ho detto, ricordi? Domenica sera ti ho chiamato e tu mi hai risposto dicendomi che era fantastico... come tutto il resto del mio racconto, ora che ci penso...", ci pensò un attimo su e si arrotolò un capello riccio sull'indice minuto.

Gladys sembrava di colpo cambiata, come se fosse un'altra persona.

Probabilmente, era stato Peter. Ci potevo mettere la mano sul fuoco. Ed ero felice di questo suo miglioramento.

Sembrava apprezzare di più tutto il resto che la circondava e, ora, l'affetto per un ragazzo non era più poi così tanto un tabù.

"Ah già, me l'hai detto", risposi fiaccamente.

"A cosa stai pensando?", mi chiese poi, appoggiando la testa sulla mano e venendomi più vicina.

"A nulla...", risposi a voce bassa.

"Il tuo nulla può essere solamente una cosa: Adrian. Pensi a lui?", mi chiese a voce bassissima per non farsi sentire.

Annuii demoralizzata e tornai ai miei pensieri guardando il banco vuoto di Adrian, sempre al primo posto.

Anche nell'intervallo ero andata a cercare Dominic; ma di lui nessuna traccia.

Era alquanto strano il fatto che nessuno dei due ci fosse. O, magari, era solo una strana coincidenza?

Mi dispiaceva molto il fatto che durante la giornata non ci sarebbe stata la lezione di matematica o, altrimenti, gli avrei portato i compiti fino a casa sua.

Per una volta che avrei voluto seguire una lezione...

"Cos'è che non ti quadra?", mi chiese ancora.

"Tutto", alzai le spalle e sospirai, "partendo dal fatto che, oggi, non c'è né uno né l'altro"

"Staranno male", alzò le spalle, anche lei poco convinta.

Scossi la testa.

"No, Gladys, c'è qualcos'altro sotto", sospirai e guardai il vecchio professore alzarsi dalla sedia consumata per scrivere sulla lavagna sporca di gesso bianco.

"Del tipo?", rise, "dici che si stanno picchiando in mezzo alla strada? Hanno fatto una qualche strana scommessa per chi vince te? Ti staranno giocando in una partita a carte o, peggio, a braccio di ferro come all'asilo?"

Feci una smorfia e scansai le sue esilaranti prese in giro sulle mie paure.

Gladys sembrava non capire, come sempre.

Per quanto fosse brava e gentile, lei non mi comprendeva fino in fondo. E non sapeva nemmeno cosa potesse significare il sesto senso. Lei ne era priva, semplicemente; e non pensava minimamente che altre persone potessero avercelo.

Io, invece, credevo fermamente nelle mie strane e complicate supposizioni. Continuavo a pensare che tutti mi stessero nascondendo qualcosa.

Adrian e la sua strana famiglia, compreso Dominic.

Avevano un non so che di strano e molto vago. A partire da come sviavano da certi argomenti.

La cosa mi faceva impazzire; sopratutto in Adrian, l'uomo misterioso.

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