CAPITOLO 65

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Era passata una settimana e due giorni da quando Adrian se n'era andato.

Ora, Greta veniva a trovarmi molto più spesso a casa mia ed io andavo a trovare lei con gioia e, al tempo stesso, oppressione.

Jason faceva meno battute e mi guardava con l'aria di chi capiva perfettamente ciò che provavo.

In fondo, aveva perso anche lui una persona importante.

"Tornerà", mi diceva Greta il più delle volte, appoggiandomi una mano sul ginocchio.

Io annuivo e cercavo di pensare ad altro, sopraffatta dal ricordo del suo viso e del suo profumo.

Non avevo nemmeno più il cellulare, essendo ancora a casa di Dominic.

Probabilmente, prima o poi me ne sarei comprata uno nuovo.

E mi mancava.

Mi mancava vederlo durante le lezioni, al primo posto, in tutta la sua solitudine.

Guardavo spesso le pareti della sua stanza e pensavo a quanto fosse difficile potermi scordare del suo viso.

Eppure, una parte di me diceva che non sarebbe mai più tornato; mentre, una parte più piccola ed insignificante aveva acceso un faretto della speranza in suo onore.

E cercavo di tenere quella fiamma viva e accesa per più tempo possibile.
Probabilmente, perché ne avevo bisogno.

Era l'unica cosa che ancora mi teneva in vita e che ancora mi faceva respirare.

E più passavano i giorni, più mi sentivo sola e abbandonata dall'unica persona che avrei voluto avere vicino.

"Tutto okay?", mi domandò Greta non appena arrivò a casa mia.

Fortunatamente, i miei genitori non c'erano e, così facendo, non avrei dovuto fingere il mio solito sorriso.

Scossi la testa e mi buttai sul divano con un tonfo.

"Sono moralmente e fisicamente depressa", risposi con tutta sincerità.

Mi dispiaceva per Jason; ma lui non poteva venire in casa mia dal momento che non riusciva a controllare la sua brama per il sangue umano. Non del tutto, almeno.

"Dici sul serio?", chiese lei, accavallando le gambe con gesto nobile.

La guardai in tutta la sua bellezza e pensai a quanto fosse bello essere immortalmente perfetta sotto ogni punto di vista.

Chissà quante cose poteva fare, quanti posti ancora da vedere e quante persone avevano fatto breccia nel suo cuore.

Annuii e mi voltai verso di lei passandomi una mano tra i capelli.

"Greta, sai benissimo che non tornerà", sussurrai, prendendole le mani fredde.

Un brivido mi attraversò la schiena e cercai di reprimerlo.

Mi ricordava Adrian e non andava bene.

"Tornerà, Lidya", disse in tono serio, "ti posso assicurare che tornerà"

Mi guardò dritta negli occhi, convinta delle sue parole.

Scossi la testa e sciolsi il contatto tra di noi.

"Non ti credo e mi dispiace", mi presi la testa tra le mani quando un'idea mi attraversò la mente, "ma potrebbe esserci un modo"

Saltai su e la guardai con gli occhi spenti.

Avevo le occhiaie e il cibo sembrava non andarmi più giù.

Mi sentivo come se fossi già morta da un pezzo: da quando Adrian non c'era più.

"Quale modo?", domandò lei, alzando un sopracciglio. Poi, capì, "no, Lidya. Scordatelo"

Scosse la testa e si allontanò da me di qualche centimetro.

Mi avvicinai nuovamente e le toccai le braccia, stringendogliele appena.

"Ti prego, Greta", la pregai.

Ci pensò un attimo su e sbuffò, scuotendo la testa.

"No, Lidya. Non ti soggiogherò"

"Ma sei mia amica!", ribattei sincera.

"E proprio perché sei mia amica non posso farlo", abbassò la testa e guardò il pavimento, "ho promesso ad Adrian di non farlo e, poi, se tornasse..."

La bloccai.

"Vedi? Ora, usi anche tu il condizionale...", mi sentii delusa da queste sue parole e la vidi spalancare gli occhi.

Mi risedetti.

"Lidya, ascoltami", mi prese le mani tra le sue, "pensa a quando tornerà e tu ti sarai dimenticata di lui"

"Potremmo innamorarci nuovamente", alzai le spalle.

"Adrian non lo permetterebbe. Scapperebbe nuovamente proprio per lasciarti in pace una volta per tutte", disse in tono serio.

Scossi la testa.

"Allora, cosa dovrei fare?", domandai, stanca di tutto quello che stavo passando in quei giorni di puro terrore.

Alzò le spalle e provò a farmi un sorriso alquanto incoraggiante e radioso.

"Aspettare", prese una pausa nella quale sembrò crederci veramente, "aspettarlo"

Proprio in quel momento suonarono alla porta.

Rimasi immobile e sobbalzai sul divano con un gemito.

Guardai Greta e, quest'ultima, alzò le spalle.

Mi leccai il labbro e il campanello suonò nuovamente.

Non poteva essere Adrian. Non poteva, davvero, essere tornato.

Questo voleva dire che tutti i miei incubi si erano finalmente annullati?
Era probabile dal momento che l'unica persona che poteva suonare alla porta era lui.

Attraversai il corridoio passo dopo passo con il cuore in gola per l'ansia.

Un sorriso mi si accese sul volto e, dopo un respiro profondo, aprii la porta pronta ad accoglierlo tra le braccia.

SPAZIO AUTRICE

Adrian ha definitivamente abbandonato Lidya, incredula.
Ora, però, una piccola luce di speranza sta brillando da qualche parte in lei.

Sopra la canzone "Say something" di Christina Aguilera <3

BIANCOSPINODove le storie prendono vita. Scoprilo ora