Anche il giorno dopo scoprii essere tutto uguale al giorno prima: Adrian si alternava con sbalzi d'umore da distaccato a onnipresente, Gladys ascoltava i miei racconti spazientita, David non faceva che fissarmi ed io non vedevo l'ora di poter andare a parlare con Dominic.
La campanella dell'intervallo suonò e, presa dalla foga, mi alzai per sino prima che si fu alzato Adrian.
Lui mi guardò, con un'occhiataccia, uscire dall'aula e aspettò che mi voltassi verso di lui; ma non lo feci.
Volevo rimanere distaccata come faceva lui e parlare con Dominic per delle risposte e, soprattutto, per dargli quel pizzico di fastidio che sapevo di fargli avere.
Camminai in direzione della quinta e Dominic era già lì fuori che sembrava aspettarmi.
Giocherellava con un telefonino scuro e piccolo, rigirandoselo tra le mani con estrema maestria.
Non appena gli fui vicina, si voltò e mi sorrise, inclinando leggermente la testa verso la mia direzione.
"Ciao, Lidya", mi salutò con un sorriso sincero e si staccò dal muro infilandosi il telefono nella tasca dei jeans.
"Ciao, Dominic", lo salutai anch'io con un gesto veloce della mano.
La mia faccia si fece rossa e feci un passo in avanti per sconfiggere la paura.
"La tua guardia del corpo non c'è, oggi?", mi chiese lui guardando dietro la mia testa. Era più alto di me e ciò mi spaventava ancora di più, "sai, Adrian è un tale guastafeste..."
Risi di gusto e mi tirai dietro alle orecchie una ciocca scura di capelli.
"No, Adrian c'è ma non mi ha seguita, per il momento", gli spiegai, guardando subito dietro alla mia schiena per confermare a me stessa che non ci fosse.
"Vuoi farti un giro sotto con me?", mi chiese dopo un attimo di pausa.
Sorrisi inaspettatamente.
"Certamente!", mi avvicinai a lui e Dominic mi fece strada scendendo per primo le scale che portavano al giardino cementato in cui Adrian, per la prima volta, mi aveva difesa da un attacco di gelosia di David.
"Vedo dalla tua faccia che desideri sapere come facciamo a conoscerci io e Adrian", mi spiazzò, togliendomi le parole di bocca non appena fummo sotto, "o, sbaglio?", chiese, alzando un sopracciglio.
Incapace di difendere la mia forte curiosità, feci segno di no con la testa aspettando una spiegazione almeno da lui.
"Io e Adrian eravamo amici, un tempo", iniziò lui con fare melodrammatico. Aveva un non so che di strano, come se appartenesse al passato, "andavamo nella stessa scuola; ma, col tempo, abbiamo capito di essere troppo diversi per stringere un forte legame d'amicizia"
"La cugina di Adrian, Greta, mi ha detto che i Miller viaggiavano molto", lo fermai subito, confermando il suo racconto.
Lui annuì e proseguì.
"Si, anche mio padre è un uomo di mondo", sorrise e continuò la sua storia con una nota di amarezza, "vedi, quando mia madre morì, mio padre decise di iniziare a viaggiare e di coronare il suo sogno di vedere tutto il mondo. Mio padre è un ricercatore: adora viaggiare e scoprire cose nuove. Crede che in tutto ciò che ci circonda ci sia un pizzico di magia che gli umani negano o non vogliono vedere. Ed io, essendo piccolo, seguivo mio padre e i suoi ideali in ogni sua pazzia"
Rimasi affascinata da tutto ciò. Probabilmente, per il suo modo di fare e di vedere il mondo da un'altra prospettiva.
"Quindi, tu sai dov'è nato Adrian?", chiesi, curiosando un po' anche sul passato del mio compagno di classe.
"Adrian è nato il 12 Gennaio del 1998. Abbiamo la stessa età, se non avesse perso due anni a quest'ora saremmo in classe assieme", aspettò un secondo per pensare ad altro, "comunque, è nato a Dothan, in Alabama"
"Conosci anche i suoi cugini?", chiesi nuovamente.
Lui annuì.
"Certo, sua cugina Greta è una donna dal carattere forte ed è molto esuberante. Suo fratello, Jason, lui sta sotto gli ordini della sorella maggiore. Raramente fa di testa sua", alzò le spalle. Solo in quel momento notai che non distoglieva mai lo sguardo dai miei occhi.
"Anche loro sono nati a Dothan?", chiesi.
"No, loro sono nati a Selma. Non è molto lontano da Dothan. Sono cugini. Loro padre, Harris, è il fratello del padre di Adrian. È stato lui a prendersi la custodia del nipote"
"Dove sono i genitori di Adrian?", domandai ancora, incerta di quello che avevo appena detto.
"Sono morti. Adrian non mi ha mai detto come, non ne parla mai con nessuno", alzò le spalle. Sembrava non importargli molto di quello che gli era successo.
"E tu? Di dove sei?", cambiai argomento, speranzosa del fatto che fosse una buona idea.
"Io sono nato a Janesville, nel Wisconsin, il 7 Agosto del 1998", rispose lui con voce decisa. La sua voce era quasi robotizzata, proprio come se si fosse preparato un copione prima di parlarmi.
"Beh, benvenuto a Danville, allora! Spero che ti piacerà l'aria del Kentucky!", gli sorrisi, incerta.
"Certamente! E, poi, mi sono già fatto un'amica in città", mi sorrise e mi poggiò una mano sulla spalla, stringendomela, "invece, cosa c'è tra te e Adrian? È molto più grande di te; eppure, sembra esserci dell'altro", lasciò cadere la mano e tornai a respirare.
Non ero abituata a rispondere alle domande. Era più semplice farle e poi ascoltare.
"Abbiamo solo due anni di differenza e, poi, non c'è nulla. Adrian è... strano", alzai le spalle e feci una smorfia.
"Strano?", rise e si fece più vicino. Anche Dominic sembrava essere curioso.
"Si, strano. Insomma, Greta mi ha detto che è una persona eremita e distaccata. Sembra scacciare via tutti dalla sua vita: chiunque provi ad entrare", gli spiegai, distruggendo la barriera d'imbarazzo che avevo creato.
"Quindi, conosci anche Greta?", mi chiese lui.
"Si, certo. E anche Jason", presi una pausa a ripensare a quella sera in macchina e, poi, al bar, "solo, non ho conosciuto lo zio di Adrian"
Dominic sembrò pensarci su e, poi, mi sorrise poggiando nuovamente la mano sulla mia spalla.
"Adrian ci tiene molto a te, sappilo", mi sorrise e guardai la sua mano da uomo.
"Si, alle volte lo penso anch'io", sorrisi titubante.
"Bene", detto questo, scostò la mano dalla mia spalla e mi fece segno di seguirlo fino al piano superiore.
SPAZIO AUTRICE
Oggi abbiamo scoperto qualcosa sulla vita di Dominic, il nuovo arrivato, e qualcosa in più anche su Adrian il silenzioso e sulla sua stramba famiglia :)
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BIANCOSPINO
Vampire-PRIMO LIBRO DELLA TRILOGIA DI "BIANCOSPINO"- E' il terzo anno scolastico per Lidya Thompson e tutto sembra noiosamente uguale agli anni scorsi: stessi compagni, stessa classe e stessi professori. Nulla sembra essere cambiato; nulla, tranne lui: Adr...