Una notte fu particolarmente orrenda,con incubi sulla mia famiglia di continuo.
Non dormì molto,anzi non facevo altro che girarmi nel letto pensando a come sarebbe stata questa vita ora,senza nessuno con cui parlare,giocare,divertirmi,confidarmi o avere punti di riferimento.
La depressione mi stava schiacciando,ed era come portare un grosso macigno sul petto! Mi torturava la mente e mi rigava il viso di lacrime in continuazione.
Nessuno mi capiva,neanche Andrea e Clara i miei due migliori amici sin dai tempi dell'asilo. Facevo solo pena e compassione a tutti. Non volevo essere la vittima,perché non lo ero! Lo era,mamma che stava in coma,mio padre e mio fratello ormai morti.
Mi alzai da quello stupido letto e lentamente,con le stampelle, andai verso il corridoio. Ad un tratto dietro un vetro c'era lei.
Dei capelli biondi gli incorniciavano il viso magro e spento,il contorno occhi era scavato e leggermente scuro,le labbra secche e biancastre. Le sue mani,quelle con cui mi accarezzava quando stavo male,erano poggiate su un lenzuolo bianco. Chi mi avrebbe accarezzato come lo faceva lei? Chi con un solo sguardo,poteva farmi capire se una cosa era giusta o sbagliata? Chi poteva rendermi felice con poco? Nessuno,neanche il migliore degli amici una zia o una nonna....perchè mia madre era insostituibile! Lei era ed è la perfezione!
Rimasi lì quasi tutta la notte a guardarla. A volte mi sembrava di sentire il suo cuore battere così forte da darmi ancora speranza per ricominciare.
"Camilla che ci fa qui?" era Andrea con una busta di cornetti e due cappuccini.
Lentamente si avvicinò verso di me.
"sei fredda!" esclamò. Poi si girò e rimase impietrito vedendo Michela,mia madre,su quel lettino,collegata a mille macchinari.
"mi dispiace!" aveva gli occhi lucidi ed era diventato pallido come un foglio di carta.
"dai,andiamo in camera!" dissi.
Prima di fare colazione l'infermiera dovette medicarmi il gomito,il ginocchio e togliermi alcune fasciature.
"sono andato a scuola e hanno diviso le classi! Stiamo in 4F,io,te e Clara!Sei contenta?"
"si,certo!" nella mia voce si celava un senso privo di entusiasmo.
"pensa,potremmo stare insieme,giocare,ridere,andare sul prato durante l'intervallo e anche fumare qualche sigaretta,perché no?" rise anzi ridemmo.
"no,dai fumare no!"
"che scatole!" e agitò le mani,facendomi il solletico.
Passai un bel pomeriggio,lontana,per qualche ora dalle mille preoccupazioni.
*angolo scrittrice*
SECONDO CAPITOLO! BUONA LETTURA <3
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l'essenza di vivere
General FictionCamilla, una ragazza di 17 anni che si trova a lottare quasi sempre tra il dolore e la voglia di ricominciare da zero. Le viene tolto tutto. Il suo adorato fratello e il padre morti in un incidente stradale, insieme alla madre che si trova in uno s...