causa-->effetto!

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“Andrea..io sono in ospedale!”

“che ti è successo?” chiese allarmato

“sono svenuta…niente di che!”

“ARRIVO!”

“NO…NON…”

Non feci in tempo a finire la frase che riattaccò.

Nel frattempo Matteo rientrò dal “colloquio” con Alessandra.

“bhè che ti ha detto? Siete stati a parlare una marea di tempo!”

“mi ha chiesto cosa fosse successo…e gli ho spiegato la situazione. Inoltre ha detto che deve farti degli accertamenti!” esclamò,buttandosi sul divano.

“in che senso accertamenti?

“delle analisi!”

“ e a cosa servirebbero?”

“non lo so…mi ha detto solo che DEVI FARLE! Da quello che ho capito,tua zia vista la situazione,voleva farti fare dei controlli!”

“QUELLA VA CONTROLLATA NON  IO!” esclamai scocciata.

“ascolta,qualunque cosa succeda io ci sarò!” si inarcò verso di me prendendomi la mano.

“l’ho..già sentita questa frase Matteo!” dissi.

“..GUARDAMI!”  con due dita mi prese da sotto il mento,portandomi ad incrociare i suoi occhi. Adoravo il suo sguardo. Trasmetteva protezione.

TE LO GIURO!

Dovevo fidarmi di lui. Mi serviva qualcuno su cui potevo contare.

“abbracciami!” gli dissi.

In quell’istante entrò Andrea. E il mio abbraccio non lo ricevetti. Ne avevo così bisogno.

“MATTEO COSA CI FAI QUI?”  i suoi occhi diventarono infuocati dalla rabbia e le sue mani si chiusero quasi per formare un pugno. Tremavano. Gli si leggeva in volto che voleva ucciderlo.

“Andrea calmati!” esclamai.

Ordinai a Matteo di lasciarci soli e lui senza esitare se ne andò. Vivo.

“allora che vuoi?” domandai,sedendomi sul letto.

Chiuse la porta e venne vicino le mie gambe,scansandole leggermente.

“come stai? Sei pallida!” e mi sfiorò il viso.

“sto bene! Cosa dovevi dirmi?” chiesi fredda.

“che mi dispiace…non dovevo e soprattutto non te lo meritavi!”

“E’ TARDI!”

Dentro di me bolliva rabbia,dolore e dispiacere. Mi aveva deluso e lui era stata una delle cause del mio suicidio non l’avrei mai perdonato.

“ti prego…”

“ora mi supplichi?”

Abbassò lo sguardo.

“non mi interessa..più niente Andrea! Hai tradito la mia fiducia..il  nostro rapporto,la nostra amicizia! TUTTO!  E  INOLTRE NON SAI NEANCHE MENTIRE! SE POPRIO AVEVI VOGLIA DI SCOPARE CON LEI,POTEVI ESSER FURBO E NON FARMELO SAPERE E INVECE,NO! COMPLIMENTI! Almeno ora non mi troverei in questa situazione!”

Gli applaudì cercando di trattenere le lacrime.

Con le mani mi afferrò i polsi e me le poggiò con forza sul lenzuolo.

“senti Camilla…io NON voglio perderti,sei la mia migliore amica!”

“lo ero.”

“NO NON E’ VERO! E SO ANCHE CHE MI AMI ANCORA!”

E ad un tratto mi ritrovai il palmo della sua mano all’altezza del cuore.

“CAMILLA LO SENTI? BATTE FORTISSIMO! TU MI AMI!”

 “E’ LA RABBIA CHE CIRCOLA NELLE VENE!” risposi fredda “il mio amore per te è finito nello stesso momento in cui tu hai amato un’altra!”

 “MA NON MI PIACE CLARA! E’ SOLO UNA TROIA! NON ERO LUCIDO!”

“anche io non ero lucida,ma non per questo mi sono scopata Matteo!”

Ho solo tentato il suicidio

Non aveva più scuse,da dire. Ormai aveva le spalle al muro senza nessuna via di fuga.

“ti dimostrerò che puoi tornare a fidarti di me!” 

“accomodati…ma sappi che io non mi sforzerò per niente! TI ODIO! ANDREA!”

A quelle parole,sbiancò. Forse più d me. non credevo neanche io a quello che stavo dicendo. Ma se lo meritava. Meritava di star male almeno un po’.

E pensare che qualche giorno fa,lo consideravo l’unica essenza della mia vita. Mi dava forza,coraggio e speranza. Tutte cose che andarono in frantumi quando rimasi da sola.

Ringraziando il cielo un’infermiera bussò alla porta.

“ciao Camilla!” disse con tono gentile.

Quando vide i miei parametri scritti sul macchinario,diventò  pallida.

“non puoi agitarti così okay?”

“che roba è?” chiesi guardando quell’ago che lei aveva in mano.

“calmanti!” disse lei sbattendo la siringa.

“non mi servono! Sto bene..abbiamo solo avuto una discussione! MI LASCI IN PACE!”

Matteo entrò spalancando la porta.

“CHE STA SUCCEDENDO?”

“ecco è arrivato l’eroe!” ironizzò Andrea,sottovoce. Lo fulminai con lo sguardo.

“vuole iniettarmi dei calmanti!”

Matteo capì la situazione,spiegandola anche all’infermiera. Lei si calmò e richiuse la siringa poggiandola su un vassoio e andò via.

“Camilla questa è l’ultima volta che rifiuti qualcosa!” 

“ma non mi servivano…sono CALMISSIMA!”

“eh..lo vedo!”

Andrea si alzò.

“te lo dimostrerò!” disse,puntandomi il dito contro e con le lacrime agli occhi.

Sinceramente non mi importava niente. Era caduto troppo in basso.

“tutto apposto? Vuoi che ti porto qualcosa?” domandò Matteo.

“una bottiglia d’acqua liscia!”

Corse al distributore. 

Mi rilassai tra i cuscini fissando il mio sguardo sul soffitto variopinto di angeli. Ero nello stesso ospedale dove si trovava sia mia madre che mia nonna. Non finì di realizzare il pensiero che una voce molto familiare sbucò dalla porta.

“hey..nonna!” esclamai con il cuore pieno di gioia.

*angolo scrittrice* 

ed ecco a voi un altro capitolo! spero che vi piaccia :* come sempre non smettete di commentare,votare o non so ahaha qualsiasi cosa! qualsiasi chiarimento o errore che notate fatemelo sapere :* un bacione a tutti <3  

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