Sentivo i passi di Andrea scendere velocemente dalle scale. La maniglia muoversi ed eccolo spuntare dinanzi a me.
“oh…cristo!” esclamò preoccupato.
“Andrea…io non ce la faccio più!” scoppiai a piangere,appena sentì il calore del suo corpo poggiarsi sul mio viso. Mi accarezzava i capelli,baciandomi sulla nuca e ripetendo che dovevo solo stare tranquilla.
“ma dove sei stata amore?..dove?”
“..non lo so…”
“devi toglierti queste cose,bagnate e gelate…e poi..ma che hai fatto qui alla fronte?”
Quando fece questa domanda,non ero conoscente della risposta.
Portai la mano alla fronte e sentì qualcosa di viscido e caldo scendere lentamente. Molto lentamente. Osservai le dita ed erano impregnate di sangue.
“prima..sono andata a sbattere contro un albero…credo..”
A questa risposta iniziò a preoccuparsi veramente.
“fidati di me….risolviamo tutto e poi mi racconti che diavolo è successo!” annuì.
Mi afferrò la mano,portandomi in camera sua.
“tieni!” disse porgendomi degli indumenti maschili;una felpa azzurra e un pantalone di tuta. Probabilmente i suoi.
“g-grazie!” risposi.
Sorrise.
“tu ora vai a farti la doccia…dopo pensiamo alla ferita e a tutto il resto!”
Il suo corpo si avvicinò,lasciando spazio ad un tenero e dolce bacio.
“sono contento..che tu sia qui!”
Anche io sono contenta di essere riuscita a venire qui.
Dopo una ventina di minuti,scesi al piano di sotto.
“già fatto?” domandò sorpreso.
“si…!cosa stai facendo?”
“ti sto preparando una camomilla!”
“ah..okay!”esclamai sedendomi su una sedia,rimanendo a guardarlo.
Era così bello. Quel corpo scolpito che lentamente si muoveva. Quelle mani agili mentre tagliuzzavano la camomilla,rilasciando un dolce profumo di fiori.
Ciò andò a rievocare in me numerosi ricordi,che stranamente non riuscivo a finirli che subito venivano sostituiti da idee non del tutto positive.
Poggiai la testa sul tavolino e le braccia sotto le guancie. Rimasi incantata dalla suo modo di fare qualsiasi cosa,come prendere una semplice tazzina,o versare l’acqua nella pentola.
Prima quando mi sentivo dire “gli opposti si attraggono” non ci credevo. Ero sempre convinta del fatto che due persone debbano essere almeno simili per piacersi. Ora invece lo stavo vivendo sulla mia pelle. Andrea è completamente diverso da me,però c’è un qualcosa che ci accomuna,e nonostante gli anni passati insieme ancora non l’avevo capito.
“amore..stai bene?”
Non risposi.
Lasciò perdere la camomilla e venne lì poggiando la mano sulla mia fronte.
“sei bollente!” esclamò,facendo finta di essersi bruciato la mano. Non si sa come ma riusciva anche a divertirmi.
Mi sentivo debole e stanca;sia mentalmente che fisicamente.
“ti porto…sul divano!”
Il mio corpo affondò in quel morbido divano,e una dolce coperta m’avvolse.
“riposa…piccina! Io sono qui…vicino a te!”
Sentivo le sue lente parole lontane,la sua mano farsi sempre più leggera sui miei capelli,sino a scomparire del tutto.
M’addormentai.
Al risveglio stavo improvvisamente meglio. Avevo un panno freddo sulla fronte e la ferita già curata.
Andrea stava vicino a me,con le mie gambe poggiate sulle sue.
“..hey” disse.
I suoi occhi non avevano smesso di essere vigili su di me,neanche un secondo.
“la febbre è scesa di molto” continuò sorridendo.
“me ne sono resa conto..che ore sono?”
“le 19:30!”
Rimasi sbalordita dall’orario.
Controllai il telefono e vi erano diverse chiamate.
“vuoi?” domandò porgendomi una tazza di camomilla.
L’accettai e la bevetti lentamente.
“richiama Alessandra…era preoccupata!”
“no..non dirmi che gli hai risposto?”
“dovevo!” esclamò,come se fosse scontato
“che palle…non dovevi!” piagnucolai sbattendo il telefono sulla coperta.
“guardami!” Disse prendendomi il mento tra le due dita. “lei è preoccupata per te…mi ha spiegato tutto..e credo che tu debba almeno ascoltarla..lascia perdere i rancori e quello che hai passato nelle ultime ore..ma concentrati sugli attimi che ti stanno sfuggendo!”
Aveva ragione. Purtroppo!
Il telefono iniziò a squillare e l’attesa era abbastanza irritante.
“pronto…Camilla?”
“si sono…io!”
“GRAZIE A DIO! Dove sei?”
“da Andrea!”
emise un sospiro di sollievo. “come stai?”
“sto..”
“ascolta…tua nonna si è risvegliata,sta molto,molto meglio! Domani puoi venire a trovarla! Oggi purtroppo è tardi e deve riposare!”
“grazie..per avermelo detto…e scusa se sono scappata così!”
In realtà l’ultima frase non la pensavo veramente. Fu Andrea a scrivermela su un foglio velocemente e a farmela leggere.
Sorrise divertito.
Alessandra come al solito mi nascondeva qualcosa,idem mia zia. Dovevo sapere cosa stava succedendo. Dovevo prepararmi psicologicamente al peggio o al meglio. Solo che al meglio non vi è bisogno di preparazioni,perché lo si accetta e basta. Ma il peggio. Bè…quello è semplicemente straziante se non si ha una forte psiche.
“tranquilla Camilla..domani né riparleremo..buonanotte!”
Riattaccai.
Andrea mi abbracciò forte,cullandomi tra le sue forti braccia sussurrando parole di conforto,che risuonavano come una dolce ninnananna.
“non sei la sbagliata…anzi sei la cosa più giusta e perfetta che qualcuno potesse mai creare!”
Questa è l’ultima frase che sentì prima di ritornare a dormire.
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PS: mi farebbe piacere se qui sotto scrivete le critiche o altro..riguardo questa storia o su qualche capitolo in particolare
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l'essenza di vivere
General FictionCamilla, una ragazza di 17 anni che si trova a lottare quasi sempre tra il dolore e la voglia di ricominciare da zero. Le viene tolto tutto. Il suo adorato fratello e il padre morti in un incidente stradale, insieme alla madre che si trova in uno s...