Quella giornata era da dimenticare,cancellarla con una gomma…o semplicemente bruciare tutto.
Tutto,dentro e fuori,dal mio corpo era rovente dalla rabbia,dispiacere e soprattutto delusione.
Dovevo riprendere il pullman e tornare a casa,prima che la mia vita si trasformasse in un qualcosa di peggiore di quello che già era.
Numerosi messaggi di Alessandra riempivano il mio telefono…speravo comparisse il nome Andrea con scritto “scusami ti prego!” o anche di Clara.
Alla fermata non viera nessuno.Di tanto in tanto passava qualcuno con la bici. Il cielo era scuro,e le stelle brillavano. Le luci dei bar si accendevano,i viali di illuminavano e le persone si radunavano lungo la spiaggia cuocendo marshmallow in un piccolo fuoco.
Immaginavo me Andrea e Clara seduti a parlare,scherzare e prenderci a botte come dei bambini. Raccontare storie di paura,sorseggiando birra fresca ricordando momenti passati. Ma ciò non accadrà mai. Era tutto finito,ed ebbi la conferma quando arrivarono da parti opposte alla fermata. Non ci furono contatti visivi,né parole. Avvolsi la felpa intorno al mio corpo fingendo che fosse un abbraccio. Non riuscivo a distogliere lo sguardo da Andrea. Era triste,si vedeva,ma non quanto lo ero io.
Ad un tratto una ragazza bionda lo abbracciò,baciandolo e disse:
“hey amore!! Ci siamo divertiti oggi è?”
“si certo…!”
io..no!!Sono stata tutto il tempo a piangere!
“domani vieni vero?”
“no…domani devo fare una cosa impor…” il suo sguardo si incrociò con il mio. I suoi occhi si fecero gonfi di lacrime. Restò immobile come se il tempo per un attimo si fosse fermato.
“allora amore!!! Che cosa devi fare?”
“ah..ehm..una cosa importante…ciao piccola!”gli diede un bacio sulla fronte e salì l’autobus.
Cavolo l’autobus! Mi alzai iniziando a correre e prima che le porte si chiudessero,ero dentro. Avevo fatto un volo assurdo.
“tutto ok signorina?” chiese una vecchietta dal sedile.
“si..certo!”
Poggiai la testa contro il vetro e guardai fuori.
Tornata a casa avevo un’enorme mal di testa,un po’ dovuto alle due birre che avevo bevuto nel pomeriggio,e poi al fatto che ero ustionata.Paolo mi aprì la porta,completamente fatto di erba..credo.
“ciao..Paolo”
“hey…piccola troietta…!” salutò da dietro Caterina
“ciao!”
“senti…bella esci! Fuori da casa mia…domani mattina dopo le dieci torni!” la guardai un attimo perplessa.
“stai scherzando spero!”
“no!” esclamò
“tu stai fuori!”
Risero. “non credo …quella che sta per uscire sei tu!”
Paolo iniziò a mettermi il braccio intorno alla vita e a stringermi il fianco.
Caterina lo fulminò. Era gelosa.
“prova a rientrare a casa..e sai che succede!” il suo alito di alcol mi invase i sensi.
“tranquilla me ne vado…e tu togli le mani di dosso…cretino!” uscì sbattendo la porta.
Dove sarei andata?
A casa mia..no non se ne parlava.Avevo paura.
Da mia nonna!Ma abitava troppo lontano,così chiamai Alessandra.
“ale..”
“dove cavolo sei?”
“mia zia mi ha cacciato fuori perché è gelosa..sono sul prato!”
“c-c-c-osaa..dopo mi spieghi…ti vengo a prendere tra dieci minuti!”
“ok..grazie!”
Passarono i giorni. Caterina era sempre più antipatica,gelosa,volgare,ingestibile,le sue parole erano un continuo offendere e ogni volta che c’era il suo ragazzo io dovevo uscire o rinchiudermi in camera. Mia nonna,l’unico tragitto che faceva era casa,chiesa,cimitero,ospedale,chiesa e casa. la morte delle persone care la stavano sfinendo. Le se leggeva sul viso.
Alessandra aveva trovato un uomo stupendo,a dir poco adorabile. A volte desideravo solo di far parte di quel duo,ma spesso mi svegliavo da quel sogno sopraffatta dal senso di colpa.
Domani sarà il primo giorno di scuola,del quarto superiore e dovevo ancora ritirare la divisa,ma l'avrebbe fatto mia zia.
Stavo distesa sul letto con il ventilatore puntato sul viso,leggendo un libro abbastanza emozionante,quando ad un tratto sentì il telfono squillare.
Era alessandra.Cosa voleva alle 6:00 di pomeriggio? Non mi aveva mai chiamato a quell'ora,anche perchè lavorava.
"devi venire in ospedale..ci sono dei problemi con tua madre!"
Il mio cuore esplose come una bomba,ed iniziai solo a correre verso l'ospedale,sbattendo la porta di casa.
*scusate se in questi giorni sono stata assente..e non ho pubblicato niente! MI FARO' PERDONARE! spero solo che la mia storia continui ad appassionarvi,e soprattuto che vi trasmetta emozioni! :* UN BACIO A TUTTI.
ps: COMMENTATE!!!! VOGLIOSAPERE LE VOSTE IDEE! <3
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l'essenza di vivere
General FictionCamilla, una ragazza di 17 anni che si trova a lottare quasi sempre tra il dolore e la voglia di ricominciare da zero. Le viene tolto tutto. Il suo adorato fratello e il padre morti in un incidente stradale, insieme alla madre che si trova in uno s...