La brutta notizia.

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Arrivai all’ospedale. Feci quattro rampe di scale,investendo due persone con delle cartelle cliniche piene di fogli. Spalancai le porte del reparto dove si trovava mia madre e iniziai a cercarla,ma nessun volto era come il suo. Entrai in tutte le stanze, in preda ad una crisi di ansia. Respiravo male e sudavo da ogni parte del mio corpo,per via della corsa.

Il suono delle macchine che tenevano in vita le persone era così penetrante che mi distruggeva la parete dei timpani…e il rumore della sirena delle ambulanze mi faceva salire il vomito. Con passo svelto percorsi  tutto il corridoio e quando voltai l’angolo andai a sbattere contro una donna con un camice bianco. Era Alessandra.

Mi afferrò le spalle,tenendomi stretta al suo corpo ripetendomi “calma!...Camilla..respira! ricorda..respiri lunghi e profondi!” sentivo la sua voce lontana. Tornare in quel luogo mi stava risultando fatale. Un’infermiera grassottella mi portò fuori sul balcone,ponendomi acqua e zucchero.

“come stai?” chiese Alessandra. Ora la sentivo benissimo. Tutto era tornato normale.

“che succede..parlami ti prego!” supplicai.

“ora ti calmi!...riprendi fiato…che devo dirti un paio di cose importanti!”

“ dai sto calma…ora dimmi cosa è successo a mia madre!”

Il suo sguardo si fece triste e aprì una cartella clinica.

“questa è la sua cartella….qui ci sono tutti gli studi,osservazioni,determinate attività celebrali di tua madre,il suo stato fisico… insomma tutto!”

“e quindi?” mi stava mettendo ansia.

“io non so come dirtelo Camilla!”

“dimmelo ti prego!” iniziai a piagnucolare.

“Lei si trova in coma da quasi un mese,dove Nincy che è un medico bravissimo, con anni e anni di carriera alle spalle,la sta tenendo costantemente sotto controllo!” girò la pagina.

“Ora io ho due notizie. Una non del tutto buona e una cattiva.”

Sollevò una lastra,verso il cielo indicandomi alcune zone del cervello più scure e altre più chiare.

“continuo a non capire….Alessandra! basta con questi giri di parole parla!”

“con l’autorizzazione di tua nonna,abbiamo effettuato un intervento di drenaggio all’encefalo per facilitare il riassorbimento dell’ematoma a livello del cervello..ma questo lo sapevi già!”

“NO NON LO SAPEVO!” mi agitai.

“bè..ora lo sai…prenditela con loro io non potevo avvisarti,tua zia me l’ha vietato!”

Le mie mani bollivano dalla voglia di strangolare quella vipera assassina,e mentre io fantasticavo su pensieri di omicidi lei continuò.

“la notizia buona è che l’intervento è riuscito perfettamente e l’ematoma si è riassorbito quasi completamente,anche se ancora non sappiamo i danni che ha provocato!...quella cattiva è che nonostante tutto le sue condizioni sono peggiorate…di molto,ed ora è in uno stato di coma profondo!”

“non…capisco…!”

“il coma profondo,è ancora peggio di quello normale…a volte porta al risveglio del paziente,altre alla morte!”

“ma…come..c’è..” balbettai

“ascoltami Camil..!”

“no non ti ascolto… mi avete preso in giro tutti!” mi alzai incrociando le mani al petto.

“ti hanno detto cavolate Camilla per non farti preoccupare” urlò. “tua madre…sta morendo okay?le sue probabilità di vivere sono al minimo. Non riusciamo a fare niente..l’unica notizia buona è l’esito dell’intervento,ma anche quello può riportare dei PRO  e dei CONTRO sul funzionamento del suo organismo,come una paralisi completa del corpo,o un problema ai cinque sensi,oppure una degenerazione mentale! Ma cosa pensi? Fare il medico sia una passeggiata? SUL COMA NON CI PUOI GIOCARE… ed in questo momento,meno che mai!Prego si accomodi dottoressa Camilla!” disse urtandomi la cartella contro il petto. “vai e decidi la sorte di tutti i pazienti di questo reparto!”

Sgranai gli occhi,con il volto deluso dal solito comportamento immaturo da parte di tutti.

Sbattei violentemente la cartella contro il suolo e corsi nel reparto di terapia intensiva.

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