the surprise

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“Andrea che ci fai qui?” domandai con gli occhi sgranati ed iniziando a tremare come una foglia.

“SORPRESA!!” disse Clara comparendo dalle sue spalle.

Chiamala sorpresa!

Guardai male Clara. Non avevo nessuna intenzione di parlare con lui. Volevo distrarmi in quella giornata,parlare con la mia migliore amica e chiarire alcune cose,ma invece la passerò a piangere e litigare come sempre.

“che ci fai qui?” il mio sguardo si fece triste e anche il suo.

“mi sono persa qualcosa?” domandò Clara.

“si” confermai “…lo sapevi che il nostro caro amico Andrea si è fidanzato?”

“Lo sapevo da quasi due settimane perchè?!” disse con tono innocente Clara accorgendosi di aver appena rilevato una cosa che non doveva dire. Andrea la fulminò con lo sguardo.

“Bene! Complimenti..ad entrambe!”

Iniziai a prendere tutte le mie cose,iniziando a gettarle velocemente all’interno della borsa,

“Camilla possiamo spiegare!” urlarono in coro.

“si certo..spiegare!” mi girai verso di loro,con il volto probabilmente rosso dalla rabbia e dal sole.

“come avete potuto? Sono la vostra migliore amica!Sei fidanzato da due settimane e non hai mai avuto il coraggio di dirmelo,nonostante ci vedevamo e sentivamo praticamente ogni giorno! E tu Clara? Bell’amica! Complimenti…siete stati capaci di rovinarmi anche un’altra giornata! Fate schifo!”

“Non credi di esagerare Camilla?” domandò con tono infastidito Clara.

“ah…Non basta che ho avuto un doppio tradimento…mi dici anche che sto esagerando? Vorrei ricordarti che tu sei proprio quella che mesi fa si incavolò con me ed Andrea perché non ti avevamo fatto decidere la carta del regalo di Vanessa! E vorrei anche aggiungere che non ci parlasti per tre fottute settimane!”

Guardarono per terra,senza emettere alcun suono.

“bene state zitti…che è meglio forse!”

Scavalcai Andrea urtandolo contro la spalla e si girò prendendomi per il polso.

“mollami!” mugolai a denti stretti. Le sue dita staccarono la presa lentamente,come quando un genitore lascia andare il proprio figlio per la prima volta in bici,e toglie le mani dal manubrio per fargli vincere la paura. Ma io non riuscivo a vincere questa paura,barcollavo sempre..e ormai avevo perso tutti.

Arrivata sul ciglio della strada,decisi di chiamare Alessandra,per farmi venire a prendere.

“Camilla che è successo?”

“ho..bisogno che mi vieni a prendere?”

“ma dove sei?”

“al mare..con Clara!”

“e…non puoi tornare con lei? Tutto bene?”

“Alessandra…se potevo tornare con lei,ora non starei qui a parlare con te! Ho bisogno che vieni puoi?”

“..piccola..io sto lavorando…e non posso neanche stac…”

“al diavolo!” esclami chiudendole la cornetta.

Vidi Clara e Andrea in lontananza che litigavano,gesticolando violentemente. Lui si passò la mano nei capelli e lei gettò le granite sulla sabbia,andandosene. Per un attimo rimasi a guardare quell’acqua gelida cadere sulla sabbia e della velocità con la quale fu assorbita,sino allo scomparire.

 Il nostro rapportò si era disintegrato,finito,e ognuno di noi aveva un dolore,più o meno grande,dentro di se.  

Rimasi per un po’ di tempo seduta su una panchina di un parco. Non c’era nessuno. Salì su uno scivolo,mettendomi seduta sulla piattaforma in legno avvicinando le gambe al petto,e le cuffiette alle orecchie.

Iniziai a pormi domande,senza riuscire a trovare una risposta,a farmi complessi inutili sul fatto che fossi io la sbagliata e non loro.

Appoggiai la testa ad una colonna portante dello scivolo,guardando il cielo,diventato dei colori dell’autunno. Era giallo,arancione e rosato.

Guardai il braccialetto di mia nonna e dissi una frase pensandola ad alta voce:

 “Mario….dove sei?Ho bisogno di te!”

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