Aveva con se un girasole,confezionato in una rete e nastri arancioni abbinati ad una scatolina.
“nipotina!” urlò con gli occhi lucidi e con quel tono di voce così tenero che era raro sentirlo,in questo periodo.
Poggiò le cose sul comodino e mi abbracciò fortissimo.
“mi hai fatto preoccupare! Tua zia mi ha detto che sei svenuta e che ora devono farti delle analisi..giusto?” continuò sedendosi sul lettino.
“si nonna..è andata così!”
Non potevo dirle la verità. Mi avrebbe ucciso le con le sue stesse mani.
“comunque” continuai “ti vedo in gran forma! E soprattutto non indossi quell’orrenda tunica che fanno mettere qui in ospedale!” ironizzai.
Indossava un vestito di cotone grigio con sopra un cardigan giallo paglierino che si intonava con le scarpe. I capelli li aveva cotonati e acconciati in una specie di toppa. Aveva persino un rossetto rosa.
“mi hanno fatto uscire l’altro ieri!sono vestita così per via della messa che hanno fatto questa mattina”
Ah..ecco il perché di tutto l’abbigliamento
“si sa qualche notizia della mamma?”
A quella domanda entrò Matteo.
“tieni Camilla ti ho portato l’acqua!” quando mia nonna lo vide temetti un altro infarto.
Era diventata pallida come un cadavere.
“salve signora! Immagino che lei sia la nonna giusto?” chiese con sorriso smagliante e anche un po’ imbarazzato notando la reazione.
Lei si alzò sfiorandogli il viso con le mani tremanti. I loro occhi sembravano capirsi.
Lo abbracciò,poggiando il suo volto sul petto sussurrando “Mario..”
Sgranai gli occhi.
“nonna…non è lui! È Matteo…un mio amico!”
A quelle parole il suo sorriso svanì e lei si staccò da lui tornando seduta.
“Camilla!” disse a denti stretti Matteo.
“mi dispiace…perdonami ragazzo mio..!”
Esclamò con tono gentile.
Entrambi gli accarezzammo la spalla e lei si sentì confortare. Tirò su col naso e riordinò le idee.
“ti ho portato una cosa oltre al girasole! È ora che tu ce l’abbia!” disse,prendendo la scatolina dal comodino.
Finì di bere l’acqua e accettai il suo regalo.
“vi lascio sole?” chiese Matteo.
“nono!” rispose mia nonna tenendogli la mano.
“dai aprila!” mi incoraggiarono.
Non mi meritavo niente da parte sua. L’avevo mentita. Mi sentì un nodo alla gola. Dentro di me sapevo di averla delusa.
Strappai la carta velina arancione e l’aprì delicatamente.
C’era una collana con un ciondolo a forma di farfalla,tutto ciò fatto in argento e tempestato da diamantini.
Brillava tantissimo.
“oh..nonna è bellissima!” mi commossi.
Lei entusiasta,me l’allacciò.
“ma perché proprio la farfalla?” chiesi curiosa.
“da piccola le adoravi! Tuo nonno, aveva una serra con dentro tantissime varietà di farfalle.Gli diedero anche un premio. Quando entravi tu loro si fermavano e alcune si poggiavano sulla tua spalla. E inoltre SEI UNA FARFALLA! Perché devi volare sempre più in alto nei tuoi obbiettivi,raggiungendoli. Questa collana è di tua madre…ma ora devi tenerla tu!”
Singhiozzai,a quelle parole
“abbraccio di gruppo?” domandò Matteo.
Acconsentimmo e ci stringemmo forte.
Grazie a mia nonna la giornata si tramutò in un qualcosa di stupendo. L'amavo! E promisi a me stessa di non deluderla MAI PIU'.
Restammo a parlare per qualche ora fino a quando Alessandra entrò,con due infermiere.
Mia nonna se ne andò mentre Matteo rimase in stanza per ascoltare cosa volesse.
“Camilla…dobbiamo farti delle analisi!”
Un’infermiera mi staccò la flebo e l’altra mi tirò dieci fiale di sangue.
“volete prosciugarmi?” ironizzai. Non mi risposero.
“comunque scusami per prima!” dissi rivolgendomi ad Alessandra.
Sorrise. “aah…la mia Camilla lunatica! Mi mancavi..sai?” e sospirò.
“ma potrei sapere a che serve ciò?”
“controlli!”
Gli feci una faccia da “capitan ovvio” e lei scoppiò a ridere insieme a Matteo.
“se fai quello che ti dico…avrai tutte le risposte!” continuò.
“non sei simpatica per niente!” le risposi.
“qui abbiamo finito!” esclamarono le infermiere poggiando tutto su un carrello.
“Perfetto!ci vediamo in laboratorio fra qualche minuto!” disse con tono professionale.
“tra un po’…dovrebbe arrivare la cena! Mangia tutto! O ti faccio davvero prosciugare!” disse rivolgendosi a me.
L’unica cosa che non volevo fare era proprio mangiare. Come potevo? Lo stomaco mi si era chiuso per tutta quella faccenda.
La cena non tardò molto ad arrivare.
*angolo scrittrice*
scusate se non ho pubblicato i capitoli in questi giorni! spero che vi piaccia :* un bacione <3 vi voglio bene! E grazie mille a tutti coloro che continuano a seguirmi,leggere e commentare! VI ADORO! <3 <3
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l'essenza di vivere
General FictionCamilla, una ragazza di 17 anni che si trova a lottare quasi sempre tra il dolore e la voglia di ricominciare da zero. Le viene tolto tutto. Il suo adorato fratello e il padre morti in un incidente stradale, insieme alla madre che si trova in uno s...