un pezzo non del tutto normale parte 3

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 “le sorprese non sono ancora finite” disse,mentre si metteva un rossetto rosato.

“e dove mi porti ora?”

“in un posto,che ti piacerebbe andare!!”

Il sole iniziò a tramontare. Le luci si accendevano e le persone affrettavano il passo per tornare dentro le proprie case.

Ed eccoci arrivare ad una via. Troppo familiare. Una casa verde con un recinto bianco comparve alla destra.

La mia dolce casa. La macchina non fece in tempo a fermarsi che già ero fuori. Mi buttai per terra,iniziando a piangere per la felicità. La mia euforia e contentezza erano allo stato più elevato dell’esistenza.

Alessandra mi dette le chiavi.

“mamma!” urlai. “papà!....Mario!” corsi per le scale aprendo le camere nel buio più cupo.

“dove siete??? Eccomi sono tornata!!! Scusate se ho impiegato molto tempo,ma sapete com’è Caterina no?” ridevo,piangevo ma la cosa senza senso è che parlavo come se loro fossero li ad ascoltarmi,come se la mia mente riuscisse a farmeli vedere,in immagini sfocate.

“ Non nascondetevi! Mario voglio vederti,dove sei? Non dirmi che sei andato di nuovo in discoteca,lasciandomi sola,proprio oggi che sono venuta a trovarti?Mamma e tu? Dov’è la torta al cioccolato che mi fai sempre!! Perché non sento quell’odore?” dissi spalancando la porta della cucina. “papà almeno tu!!” mi fermai in salotto,con il volto verso la cristalleria e le mani incrociate. “papà! Abbracciami! Tanto lo  so che sei qui.”

Ma l'unico abbraccio che ricevetti fu quello di Alessandra. Fortissimo. Il mio corpo non resse e si fece pesante. Lei mi teneva più stretta. Il suo odore era avvolgente e rassicurante. Le sue lacrime erano calde e cadevano lungo il mio volto,gelido.

Non ci furono parole verbali tra noi. Solo sguardi,carezze e sorrisi.

 Dopo un’ora,andai nella mia camera. Nessuno aveva toccato niente. Avevo bisogno di qualche minuto per sentire il calore di quelle mura,ma era impossibile. C’era solo odore di chiuso e un buio penetrante.

 Le pagine del mio diario erano capovolte sul cuscino e la penna si trovava per terra. La maglietta di seta poggiata sulla sedia portò la mia mente al ricordo della sera prima dell’incidente quando uscì con Clara ed Andrea per andare a mangiare una pizza.

“come va?” domandò Alessandra,poggiandosi sul ciglio della porta.

“non lo so…può andare meglio!”

“ah!ho trovato questo in salotto!” disse porgendomi una cornice con una foto. La stessa identica foto che aveva mia zia.

“ah!" balbettai..."grazie!” la presi,per portarla a casa di Caterina e metterla come “sostituzione” dell’originale.

“ti lascio qualche minuto per prendere le tue cose,ti aspetto in macchina!”

Il silenzio era così intenso,che qualsiasi rumore mi incuteva paura. Riempì due buste di cose e tornai nel corridoio principale.

“BUSSARE!” il cartello sulla porta della camera di Mario. Ci entrai. Poggiai le buste e mi distesi sul suo letto. Il profumo one million era vivo sul suo cuscino. Per un attimo mi sembrò quasi di sentirlo,e vederlo lì,mentre sorrideva.

“Mario,ovunque tu sia,salutami  papà e di alla mamma di tornare..che mi manca tanto!”. Sussurrai.

Scesi le scale e mi girai per l’ultima volta a “ricordare” quella casa,”fotografare” quel momento,per poi continuare il percorso.

“hai preso tutto?” domandò Alessandra una volta che fui in macchina.

“si..”

Il ritorno fu lungo e straziante.

“tutto ok?” chiese per l’ottava volta. Tolsi una cuffietta.

“si..”

Fermò la macchina,in quanto eravamo arrivate a casa di mia zia.

“fatti coraggio e per qualsiasi cosa ci sono!”

“grazie di tutto Alessandra!” le sorrisi e scesi.

Mia zia non c'era.Entrai in cucina.Mi preparai un panino e aprì una Coca-Cola,iniziando a fare il gioco dell'ABC  con la linguetta di essa.Uscì la A. A di Andrea!!! MA DIAMINE!!

controllai il teleofno da eventuali messaggi. 

1° messaggio

“senti,vedi di non fare casini al tuo rientro,io starò a casa dopo le 3-4 ma torno con Paolo,quindi non rompere l’anima! Ah domani te la vedi con me!” sbuffai.

2° messaggio

“domani usciamo allora? Ho bisogno di consigli,e rivoglio la mia Camilla! Ti prego!” povera Clara. La stavo trattando malissimo. 

risposi.

“domani pomeriggio alle 16:00 davanti la gelateria Luis.” E dopo qualche minuto ecco il suo messaggio di conferma.

Tornai in camera,mi feci la doccia ed andai a dormire. 

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