Camminai per molto tempo,senza una meta. Chissà forse mi ero persa. Avevo le mani e piedi gelati.
Le goccioline della nebbia,diventata più fitta,mi avevano completamente bagnata,rendendo i miei vestiti,pesanti.I capelli umidi mi ricoprivano il viso,facendomi sembrare una specie di fantasma vivente. Facevo difficoltà a vedere dove mettevo i piedi.
Dopo aver percorso il parco arrivai sopra ad un ponte,dove sotto vi passava un un’abbondante fiume.
Un vortice di pensieri riempì la mia testa. Iniziai a fissare l’acqua e il riflesso degli alberi innevati su di essa. Il sole lentamente stava calando,anche se era quasi impossibile notarlo. L’oscurità stava arrivando. Il nulla era dietro le mie spalle. Feci un passo e salì sul muretto del ponte aggrappandomi ad un palo della luce color ebano. Un’aria gelida attraversò i miei capelli,facendomi leggermente barcollare. Le mie gambe tremavano ed io piangevo.
Non avevo motivi per continuare questa vita. Tutti mi avevano abbandonato. Ero sola. Stanca. Inutile. Non sapevo cosa,o chi mi aveva spinto a fare quel gesto,ma sicuramente stava risultando la scelta migliore.
Dov’era finita la mia voglia di sorridere? Davo così tanta importanza agli altri,che stavo rovinando me stessa?
Ma come potevo? Come ho potuto,sopportare tutto questo,dolore? Che senso aveva continuare qualcosa che non aveva più futuro? La mia sicurezza stava negli altri. Loro mi davano la forza che bastava per voltare pagina ad ogni caduta.
Volevo solo che tutto questo strazio finisse. Lontana da qualsiasi preoccupazione.
Mi avvicinai lentamente al bordo del ponte. Ma nonostante tutto non riuscivo a fare quel passo decisivo che mi avrebbe permesso di volare,concludere questo capitolo.
Avvertì una luce provenire dal lato destro del mio corpo. Mi voltai,sperando che non fosse la polizia.
Parcheggiò,e un uomo corse velocemente verso di me.
Era Matteo.
“CAMILLA MA COSA FAI? SCENDI DA LI’!” urlò allarmato.
“NO!”
Mi piegai leggermente strillando,percependo una fitta allo stomaco.
“LASCIAMI IN PACE!” continuai.
Si avvicinò,porgendomi la mano.
“Camilla…calmati,ti prego! Tutto si sistemerà!”
“STAI ZITTO” dissi a denti stretti “SMETTILA DI DIRMI CHE TUTTO SI SISTEMERA’ . NON E’ COSI’ E NON LO SARA’ MAI!”
“ e vuoi concludere TUTTO così? buttandoti? Guardati! Guarda il braccialetto che hai sul polso! Cosa dice?!”
Staccai il braccio sinistro dal palo e guardai il braccialetto. “never lose hope” ecco cosa c’era scritto. Me lo fece mia nonna,qualche mese fa.
“IO NON CE LA FACCIO MATTEO..HO PERSO TUTTO,E DI CONSEGUENZA ANCHE LA SPERANZA!”
“hai troppe cose in sospeso su questa terra Camilla…perché vuoi scappare dalla verità? Ricominceremo insieme,senza nessuna bugia promesso!”
Mi girai verso di lui allontanandomi dal palo. Ora non avevo più nessun “ancora” di salvezza.
“scendi di lì…ti prego! Ci sono io! Dammi quella mano...”
iniziai a piangere. Un po' dovuto alla paura e un po' per tutta quella situazione.
“mi dispiace…Matteo..! Ma io non posso farcela!”
indietreggiai,verso il vuoto.
*angolo scrittrice*
che ne pensate? si lo so un po' triste come capitolo.(novità ahaha ) che ne dite continuo? ne volete un altro? <3 un bacio :*
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l'essenza di vivere
General FictionCamilla, una ragazza di 17 anni che si trova a lottare quasi sempre tra il dolore e la voglia di ricominciare da zero. Le viene tolto tutto. Il suo adorato fratello e il padre morti in un incidente stradale, insieme alla madre che si trova in uno s...