il rinfresco.

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“salve..” dissi alzando la mano e facendo un gesto di pace. Lui aveva il braccio intorno alla sua vita e mi fissavano.

“ti sembra questa l’ora di tornare a casa? tra meno di mezz’ora arriveranno gli ospiti…mi hai lasciato tutto il lavoro da fare! sei un’ingrata!” Paolo l’azzittì,ponendosi davanti a lei e parlandomi con  tono più basso e malizioso:

“quello che tua zia vuole semplicemente dirti è che devi cambiarti,velocemente e andare a prendere la torta della vicina!Perdonala è solo ansiosa,per questa sera!”

Correzione! Lei è sempre ansiosa!

Mi sfiorò la guancia,con la mano,nonostante mia zia stava lì,sulle scale a guardarci.

“PAOLO!” urlò quest’ultima furiosa.

“ehm…si..ciao…io vado di sopra! E vi lascio ai vostri litigi!” lo scavalcai e mi rinchiusi in camera. Poggiai le spalle contro la porta,guardai fuori dalla finestra e pensai:

“qui si mette male….questo cretino mi porterà solo problemi! Che cavolo! Devo trovare assolutamente un modo per gestire questa situazione! Ma tutte a me devono capitare? E che cavolo! Dio santo darmi una mano ogni tanto..No è? ”

Dopo questo momento di monologo interiore iniziai a prepararmi,prima che mia zia crepasse di crepacuore.

Indossai un vestito a fiori con le maniche a giri,stretto sopra e largo sotto. Delle calze bianche,ballerine con lo stesso motivo del vestito ed una giacca,bianca,lavorata a mano da mia nonna.  Sistemai il trucco,i capelli,due spruzzate di profumo  e andai dalla vicina.

Suonai più volte ed ecco aprirmi una strana signora,grassottella con in mano la torta.

“eccoti..questa benedetta torta!” urlò senza guardandomi sul volto,ponendomi quel delizioso dolce e sbattendomi la porta in faccia.

Simpatiche,queste signore del quartiere.

“tieni Caterina!”

“era ora!”

“ci ho impiegato meno di un minuto. Datti una calmata!” risposi.

“ma sentila!” urlò sbattendo la mano contro il tavolo e osservando Paolo cercando appoggio.

“Camilla,fammi un favore,vai a prendere i vassoi di paste dal frigo della cantina!”

Annuì ed andai di sotto,per evitare un’altra sfuriata.

Gli ospiti iniaziarono ad arrivare e la serata divenne abbastanza movimentata.

Ed ecco arrivare Andrea con la sua famiglia. Io lo guardai per prima e rimasi immobile,incapace di esprimermi.Era stupendo!Perfetto.

 Indossava una camicia bianca,con sopra una giacca nera e dei pantaloni dello stesso colore della giacca.Salutò Caterina e Paolo  e poi venne da me.  

“Milla…sei stupenda!” mi prese per la mano e mi fece fare una piroetta.

“grazie…anche tu lo sei!”

Mi abbracciò  e ci mettemmo a tavola per iniziare il cenone. La maggior parte degli ospiti erano già mezzi brilli;una persona si alzava in piedi alzava il calice in vetro con dentro lo spumante e diceva:

“propongo un brindisi a loro!” e così di andava a  ruota per ogni ospite.

Dopo un po’ loro andarono nella sala di sopra a divertirsi,mentre io ed Andrea restammo sotto a ripulire la cena.

“te l’ho già detto che sei così meravigliosamente bella sta sera?”

“si..!” risposi sottovoce,arrossendo. Non capivo. Quei complimenti erano da migliore amico? O da uno che ci stava palesemente provando?

“com’è che sei rossa?”domandò venendomi ancora più vicino,che me lo ritrovai davanti agli occhi in un baleno. Ed iniziò a guardarmi,stregandomi. L’asciugamano cadde per terra.

“che sbadata che sei!” scherzò e si chinò a raccoglierlo.

“è che fa caldo qui!...non so…tu non senti caldo?!”

“bè..si” acconsentì allentandosi la cravatta “usciamo un po’ fuori dai!”

Mi porse il cappotto ed uscimmo fuori mettendoci seduti sul dondolo che stava sotto al porticato,guardando il cielo costellato da milioni di stelle.

“che cielo!” esultò.

“bè…si non è male!” iniziò a guardarmi.

“perché mi guardi?” domandai e sorrisi.

E lui rispose.

“perché non ho bisogno di guardare il cielo,costellato da stelle come se fossero diamanti,se ho la persona più preziosa e perfetta al mio fianco!” non fece in tempo a finire questa frase che…

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