Accesi la luce della macchina per osservare meglio la foto. Il bordo era bruciato e la foto leggermente sbiadita.
Vi erano raffigurati,Matteo, un signore,Mario ed io,con dietro un lago.
Quando ad un tratto notai una data in basso a destra,casualmente identica a quella che trovai nella foto nello scantinato,qualche giorno fa.
Come potevo non ricordarmi di questo episodio della mia vita? E soprattutto,chi cavolo era quel signore?
Lo sportello della macchina si aprì.
“hey! Era tutto..chiuso..non ho trovato niente!” disse Matteo,infreddolito.
“dove l’hai presa?” domandò,notando la sua foto sulle mie gambe.
“si è aperto il cruscotto…ed è scivolata!”
Il suo volto,si fece serio, e triste allo stesso tempo. Si riprese la foto e la mise dentro al portamonete.
“perché ci sono io,tu,mio fratello e quello strano signore raffigurati?”
“è tutto ciò che mi rimane!” poggiò la testa sul manubrio ed iniziò a singhiozzare.
“scusa..non volevo…”
“..sono lacrime di rabbia non di dolore!immagino che tu ora..voglia delle spiegazioni!” esclamò,una volta tranquillo.
“bhè…si!”
Guardò fuori dal finestrino,come se il suo ricordo si materializzasse davanti ai suoi occhi.
“Conobbi tuo fratello al primo anno di medie! Eravamo inseparabili. Era ed è il mio migliore amico!Solo che io abitavo in una città qui vicino e potevamo vederci solo a scuola e a volte il sabato sera,per uscire. Tu non puoi ricordarti di me…mi hai visto tre,quattro volte in tutta la tua vita! E poi eri molto piccola!”
Ah. Ecco ora si spiegava tutto.
“un giorno le nostre due famiglie decisero di andare nella casa sul lago di mia madre,per festeggiare,la promozione di mio padre! Ed è proprio lì che ci facemmo questa foto!”
Sorrise.
“ Verso le 23:00,tutti andarono a dormire al piano di sopra, tranne mio padre che continuò a bere fino ad una certa ora. Quando ad un tratto mi svegliai nel sonno sentendo il rumore delle bottiglie infrangersi sul pavimento. Scesi le scale ed andai a vedere. Io mi trovavo sul’ultimo gradino e lui prese un fiammifero e lo accese,guardandomi”
Matteo iniziò a tremare.
“io gli dissi..<papà ma che fai? Perché c’è tutto questo alcool,sul pavimento?>
<la vita…fa schifo Matteo! Ho causato troppi problemi!>
<ma che dici? Hai avuto una promozione,la mamma si è ripresa dalla depressione! Spegni quell’accendino!>
dopo che gli dissi questo,lui fece una risata isterica e aveva gli occhi gonfi di lacrime”
“mi disse che non aveva avuto alcuna promozione,anzi era stato licenziato e che inoltre mia madre non si era ripresa dalla depressione,anzi si trovava in uno stato ancora più grave! Mi annunciò che mi avevano mentito su tutto per non farmi preoccupare! Io gli risposi che potevamo rimboccarci le maniche,trasferirci e voltare pagina! Ma lui non mi ascoltò. L’unica cosa che fece fu riaccendere un altro fiammifero buttarlo per terra,e appiccare il fuoco. Si diede un colpo di pistola in testa e si suicidò! Io corsi da lui,urlando. Tutti al suono dello sparo,e all’odore del fumo corsero fuori dall’uscita di emergenza,tranne io e mia madre che arrivò poco dopo il mio urlo. Restai a guardare il sangue di mio padre scorrere su tutta la moquette,che rifletteva le fiamme. Fu tuo fratello a salvarci. Io ero svenuto per via di tutto quel fumo,e lui mi portò fuori da quell’inferno! Tu dormivi,al massimo puoi ricordarti la casa…ma non l’accaduto. Sbaglio?”
“nono..non mi ricordo neanche il luogo..ho un vuoto!”
“dopodiché chiamarono l’ambulanza. E ci portarono in ospedale!”
“mi dispiace per tuo padre!..Matteo io devo dirti un’altra cosa!”
“dimmi Cami!”
“a casa tua ho trovato un po’ di foto ,in uno scatolone,con altri oggetti,ma una in particolare risaliva allo stesso giorno in cui accadde tutto questo!”
“ah…ho capito..quale foto dici! Quella con la scritta dietro e davanti vi è la nostra famiglia,giusto?”
“si..”
“tu devi sapere che mia madre aveva una grande passione per la fotografia.Nella casa al lago quello stesso pomeriggio lei e Michela si erano messe a fare un album,mettendo foto anche di quel giorno.Solo che poi a causa dell’incendio alcune si rovinarono ed altre solo in parte. Quando io e lei riandammo sul luogo,prendemmo tutte le cose integre e le poggiammo in uno scatolone”
Annuì.
“ io stesso lo portai nello scantinato e lo richiusi! Odiavo ricordare!” fece una pausa,come se il ricordo mutasse.
“mia madre,un mese dopo, la rinchiusero in una clinica perché era diventata completamente pazza. Il dolore l’aveva distrutta,così qualche giorno dopo la trovarono morta,nel bagno,ricoperta di sangue. Avevo solo undici anni!Poi il giorno dopo mi arrivarono per posta due foto,una era quella dello scantinato e l’altra questa del cruscotto,insieme ad una lettera! Era tutto scritto da mia madre,dove spiegava il suo gesto e altre cose!”
Imprecò e diede un pugno al centro dello sterzo.
“mi prese in affidamento mio zio,che mi fece continuare gli studi,solo che tre anni fa morì d’infarto.
Essendo ormai maggiorenne ereditai tutto,così un anno fa mi trasferì in questa città,dove presi il posto di mio zio. La mia fortuna fu lui! Poi però come se non bastasse si aggiunse anche la morte di Mario. Adoravo la tua famiglia ed è tutta colpa mia!” il suo tono di voce si fece pieno di rabbia e rimorso.
“in che senso colpa tua?" domandai allarmata.
*angolo scrittrice*
scusate se il capitolo potrebbe risultare un po' ripetitivo! spero che vi piaccia! <3 un bacio! come sempre commentate,votate e fatemi sapere cosa ne pensate! :* baci baci
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l'essenza di vivere
General FictionCamilla, una ragazza di 17 anni che si trova a lottare quasi sempre tra il dolore e la voglia di ricominciare da zero. Le viene tolto tutto. Il suo adorato fratello e il padre morti in un incidente stradale, insieme alla madre che si trova in uno s...